La doppia vita di Deborah Lettieri, tra il  Crazy Horse e Dance Dance Dance
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La doppia vita di Deborah Lettieri, tra il Crazy Horse e Dance Dance Dance

La nuova e severa giudice del talent ballerino di FoxLife da sei anni si esibisce senza veli al Crazy Horse, con nome d'arte Gloria Di Parma

Se fossimo al cinema, considerando l’alto tasso di seduzione e la doppia identità della protagonista, questa potrebbe essere una storia a metà tra  La donna che visse due volte di Alfred Hitchcock e Eyes wide shut di Stanley Kubrick.

Invece siamo tra tv, danza, strip-tease e teatro e la donna che in un bar del quartiere Prati si racconta mixando accento parmigiano e espressioni francesi  è soprattutto  la detentrice di un notevole corpo e di un fine cervello fuggiti all’estero da Parma: in Italia si chiama Deborah Lettieri ed è alla sua prima apparizione tv come nuovo e rigorso giudice di Dance Dance Dance. Ma dopo  l’intervista e la registrazione del talent ballerino di FoxLife, quando da Roma è atterrata a Parigi, ha ripreso le sexy sembianze di Gloria di Parma, così come sei anni fa è  stata ribattezzata al Crazy horse, dove, unica italiana 30 anni dopo la mitica Rosa Fumetto, si esibisce con molto poco addosso.

La giudice che dietro il bancone di Dance Dance Dance (ma il 21 febbraio la vedremo ballare) non ne perdona una, a Parigi è  solista della compagnia, ha ballato con le guest star del teatro Dita Von Teese e Conchita Wurst  nonché nel conturbante video di Beyoncé,Partition, girato al Crazy Horse.

Non le vengono mai crisi di identità?
Ho imparato a gestire con disinvoltura la mia doppia vita e anche i miei due profili Facebook. Il nome d’arte è una tradizione al Crazy Horse, nata, molti anni fa, per questioni di sicurezza, per renderci irraggiungibili agli spettatori. Ma lo usiamo anche fuori del teatro tra noi ballerine. A Parigi sono Glorià e mi è andata anche bene perché inizialmente volevano chiamarmi Gigì, alla francese.  Ma in Italia sarebbe diventato Gigi di Parma, al maschile, non mi pareva il caso.

Una fuga all’estero coraggiosa la sua, come è arrivata da Parma ai nudi del Crazy Horse?
Stavo per mollare tutto perché dopo tanto studio di danza classica e moderna e  successi nei concorsi internazionali avevo trovato giusto un posto da maestra di danza. Devo tutto alla mia insegnante Manuela che, da spettatrice al Crazy Horse, tornò dicendo che era perfetto per me. Ne era convinta non solo per le mie qualità estetiche ma perché sono molto  pignola e lì c’è un grande rigore nei balletti.

In famiglia come la presero?
Non sapevo come dirlo a mio padre, l’ha digerita facendomi promettere che sarei tornata subito a casa se qualcosa fosse andato storto. Ma è venuto a vedermi solo due anni dopo in una tourné del Crazy a Milano, perchè c’era  tutta Parma in trasferta e non poteva sottrarsi. E a Parigi è riuscito a metterci piede solo quattro anni dopo il mio ingaggio...

Ma è vero che il primo provino  al Crazy la fanno col centimetro?
La selezione fisica è indispensabile perché la filosofia del Crazy Horse prevede che in scena ci siano donne cloni, ecco perchè indossiamo anche tante parrucche. Tra un seno e l’altro devono esserci 21 centimetri di distanza, 13 tra ombelico e pube, l’altezza deve essere compresa tra 1,68 e 1,73 e il sedere deve essere simile a un otto rovesciato, come il simbolo dell’infinito. E visto che al Crazy regna l’ironia, per il mio "Crazy compleanno", a cinque dall’ingaggio mi hanno regalato un portachiave con un ciondolo a forma di infinito...  

Imbarazzi?
In ogni show c’è almeno un numero di nudo completo e la prima volta è stato strano a dir poco. Ma già dalla seconda non ho avuto problemi perché capisci di essere vestita dalla luci, gli spettatori non vedono un granché, è un gioco di seduzione e di promesse non mantenute, siamo un sogno visivo. In Italia il binomio ballo e nudità ci connota in modo sbagliato, qualcuno ci definisce addirittura spogliarelliste sorvolando sul nostro grande rigore tecnico: conosco più di cento coreografie a memoria, il Crazy è una scuola militare che prevede dedizione totale, lavoriamo sei ore al giorno, due spettacoli a sera, tre il sabato, l’erotismo è un valore aggiunto.

Non vi sentite fuori dallo spirito del tempo di fronte al dibattito in corso sul corpo femminile, con tanto di  "ombrelline" abolite dalla Formula 1?
Veramente mi considero una neofemminista, perché sono io a condurre il gioco della seduzione. Il nostro show mette le donne su un piedistallo, siamo noi a detenere il potere, tanto che i complimenti più ammirati li ricevo dalle donne, che vorrebbero avere la nostra sensualità e la nostra fiducia in sé stesse. In quanto alle ombrelline, anziché abolirle avrebbero potuto arricchire il loro ruolo. Sono donne che hanno scelto liberamente di utilizzare la loro bellezza. Come me. È una delle mie potenzialità...

Luca Tommassini, che era nella giuria del talent anche l’anno scorso, di lei ha detto scherzando: "Finalmente è arrivata una più stronza di me...".
Perché come lui sono molto attenta alla tecnica dei concorrenti, oltre che alla mia. Passo otte ore al giorno davanti a uno specchio alla ricerca dell’errore e di una perfezione che non arriva mai.  

Il suo futuro lo vede da Deborah o Gloria?
Dopo sei anni non mi dispiacerebbe tornare in Italia. Ma non sarebbe una transizione semplice perché il Crazy è una seconda famiglia.                                                               n

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Antonella Piperno