Alba Parietti: "Sinistra addio, ora sto con Grillo"
(La Presse)
Televisione

Alba Parietti: "Sinistra addio, ora sto con Grillo"

"Mai stata favorita per l'etichetta che mi avevano dato. Ora voto chi dice verità scomode"

Pronti Parietti via. Tra i personaggi più amati e discussi della tivù, Alba occupa un posto d’onore, capace com’è di dominare la scena anche quando non si vede da un po’. Un successo costruito pezzo per pezzo. Dopo cinquanta programmi condotti (e tante idee in testa per il futuro), nove film, un paio di dischi e un singolo, Cuore selvaggio, cult nelle disco-gay, la Parietti s’è fatta scrittrice. Da mesi gira l’Italia per presentare Da qui non se ne va nessuno (Mondadori) e a Panorama.it parla del suo momento d’oro, di meritocrazia e di Beppe Grillo. Ma non chiamatela più "coscia lunga" della sinistra.

Partiamo dal tuo libro, che ha avuto critiche molto positive.

Il libro è la cosa più bella che abbia fatto in vita mia. Era quasi un’esigenza personale: è la memoria della mia famiglia, ma racconta cento anni di storia italiana. L’ho scritto con grande onestà. Però non voglio fare la scrittrice.

La tivù resta il tuo grande amore?

Assolutamente. Ho tante idee. Mi piacerebbe tornare a lavorare a La7, il canale dove ho più possibilità di essere libera.

Non hai un programma tutto tuo.

Ma è un momento molto bello. Di base sono serena. E poi, sai, in tivù ho fatto tutto quello che si poteva fare, da Sanremo a Striscia a Domenica In. Oggi voglio poter scegliere programmi che mi siano cuciti addosso come Albaalloscuro, che ho condotto su La7d, o Grimilde, su Italia 1. Con Benincasa e Colabona siamo una squadra molto forte.

A proposito di Striscia. E’ ricominciato Veline e contestualmente è ripartita la discussione sul ruolo delle donne in tivù.

La polemica sul corpo delle donne in televisione è obsoleta e ridicola. Per altro le veline di Striscia vivono in un ambiente molto professionale, che ha dato a molte la possibilità di crescere e di fare carriera.

Non è l’epoca del “velinismo” imperante?

Il termine veline è diventata un’etichetta negativa. Tutta colpa di un femminismo fuori tempo. E personalmente mi sono rotta le scatole di quest’atteggiamento snobistico, lo trovo pestilenziale.

Oggi si parla molto di meritocrazia. Secondo Enrico Mentana è l’urgenza del nostro paese.

Ha ragione. Siamo a un punto di non ritorno. Dopo tanta approssimazione, in tutti i campi, saremo costretti a puntare sul merito.

Anche in televisione?

Certo. In tivù domina l’improvvisazione. E’ pieno di gente che vuole solo apparire senza averne qualità. Non hanno charme, non bucano il video.

Troppi raccomandati?

Ci sono sempre stati. Quando ho iniziato io, erano più che altro segnalazioni di artisti capaci, persone che avevano delle qualità. Oggi non sanno fare nulla. In più non si produce niente d’interessante e c’è un appiattimento che costringerà la gente a smettere di guardare la tivù.

Tra i paladini del ritorno al merito c’è anche Beppe Grillo.

Grillo è un mio amico. Lo sostengo, è l'unico a dire verità scomode

Lo voteresti?

Assolutamente sì.

Ma non eri l’emblema della sinistra televisiva?

Per essere l’emblema, prima la sinistra avrebbe dovuto accreditarmi come tale. E questo non è mai accaduto, anzi, in modo molto snobistico mi ha sempre evitato. Non ho mai avuto nessun aiuto. E non penso di averlo da Grillo, sia chiaro.

La“coscia lunga” della sinistra scricchiola.

E’ un’etichetta che non mi ha avvantaggiato. Mi hai mai visto da Fazio o dalla Bignardi a presentare il libro? Ho avuto belle critiche eppure non hanno mai speso una parola per me.

Un pronostico sugli Europei?

Li seguo poco. Il calcioscommesse mi ha disgustato, mi dà l’idea che sia tutto finto. Mi pare che sia già scritto che debba vincere la Germania, dunque mi appassionano ancora di meno.

Dunque se ti proponessero di condurre un programma sportivo diresti di no?

(ride) Lo farei eccome! Sono disamorata ma non fino a questo punto.

Il calcio in tivù è saldamente in mano alle donne. A partire da Paola Ferrari.

E’ la più competente. E’ stata la mia maestra: io le ho trovato il marito e lei mi ha dato lezioni di calcio. Quando feci Serata mondiale nel ’90 e dovevo prepararmi, mi aiutò moltissimo. Direi che andò bene: nell’ultima puntata toccammo i 15 milioni di ascoltatori. Fu record di ascolti dell’anno e battemmo addirittura Sanremo.

Poi c’è l’ironica Victoria Cabello.

Victoria non c’entra nulla col calcio, lo ammette lei stessa. Abbiamo un bel rapporto. E’ molto generosa e non è da tutti: raramente ho trovato colleghe così, che non hanno paura di lasciare spazio ad altri.

Simona Ventura?

E’ una delle più brave in assoluto. Ha sempre saputo scegliere molto bene i suoi programmi. Diciamo che non ha la stessa generosità di Victoria.

Ilaria D’Amico?

Se la cava molto bene.

Tu sei competitiva?

Per niente. E non perché io sia buona, ma perché sono presuntuosa (ride). A parte gli scherzi, solo le mezze calze hanno paura della forza degli altri. E poi ho ereditato da mia madre una grande dote: non conosco l’invidia.

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Francesco Canino