Twitter, Musk cambia tutto
Musk trasforoma Twitter
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Twitter, Musk cambia tutto

Dal 20 aprile addio spunta blu per chi non paga, in arrivo i tweet da 10.000 caratteri e il cambio nome dell'azienda: Musk continua a innovare per mantenere a galla una nave che continua a perdere pezzi

,C'era una volta Twitter, il social network della brevità, elemento essenziale che ne ha fatto una fonte di informazione affidabile su quanto accadeva nel mondo, in particolare per gli eventi in tempo reale. C'era e tra poco non ci sarà più, perché Elon Musk ha deciso di cambiare pelle e stravolgere la funzione del mezzo al fine di assicurarsi il denaro per restare a galla, soprattutto dopo la fuga di molti inserzionisti di peso. Acquistato a peso d'oro (e per un madornale errore di valutazione) per 44 miliardi di dollari lo scorso ottobre dopo un lungo tiremmolla, Musk continua a sperimentare novità pescando funzioni da altre piattaforme con la speranza di pescare il jolly che possa far riprendere quota a una società in grave crisi. Il licenziamento di 6.500 dipendenti su un organico di 8.000 trovato all'inizio della sua avventura sintetizza l'operazione spending review stabilita dal proprietario di Tesla e SpaceX. Che ha annunciato una radicale trasformazione del social media, a partire dal nome.

Twitter resterà sugli smartphone e sui pc degli iscritti, ma la compagnia non sarà più Twitter Inc. bensì X Corp, una vecchia conoscenza in casa Musk. X è stata la prima società del miliardario sudafricano, che il 3 luglio del 2017 ha riacquistato il dominio X.com, ideato da lui e venduto nel 2001 a Paypal in quello che è stato il trampolino di lancio di una carriera da imprenditore senza eguali. Come raccontato nei mesi scorsi da chi ruota attorno al 51enne nativo di Pretoria, l'intenzione è trasformare Twitter in una super app in cui far convergere una lunga serie di servizi. Sull'esempio della cinese WeChat, che sul mercato domestico consente ad oltre 1 miliardo di cinesi di effettuare pagamenti, fare shopping, pianificare spedizioni, inviare denaro agli amici e molto altro. La conferma è arrivata due giorni fa dallo stesso Musk, che in una intervista alla BBC ha spiegato come nella sua visione "Twitter sia un'acceleratore per arrivare alla super app".

Stop alla spunta blu gratuita

In attesa del futuro a lungo termine, il 20 aprile spariranno le spunte blu dagli account che non pagheranno per averle. Senza eccezioni per vip e aziende conosciuti universalmente (anche se c'è già una lista che include il presidente Usa Joe Biden, altri politici, giornalisti e pezzi da novanta del dibattito pubblico statunitense per cui sono previsti tariffe speciali, anche perché l'eventuale assenza di tali figure sarebbe un boomerang clamoroso per le mire di Musk, che ha già incassato il rifiuto a pagare del New York Times e l'addio di National Public Radio, l'organizzazione indipendente che gestisce più di 900 stazioni radio in Usa, dopo che Twitter gli ha affibbiato l'etichetta di 'media affiliato a uno stato'). All'insegna della libertà di espressione, che per Musk è solenne almeno a parole, per avere un trattamento di favore basta pagare. I prezzi di Twitter Blue per l'Italia sono 11 euro al mese per averlo su smartphone e tablet iOS e Android, mentre per la versione web servono 9,76 euro ogni 30 giorni. Con la sottoscrizione annuale si risparmia: 114,99 euro su mobile, 102,48 euro per averlo su computer o Mac. Mille euro al mese è, invece, il costo previsto per le aziende.

Oltre la spunta blu e la garanzia di comparire sulla lista 'Per Te' che suggerisce gli utenti da seguire (quindi visibilità a patto che paghino, a prescindere dai contenuti), l'abbonamento a Twitter Blue permette di modificare e aggiornare per un massimo di cinque volte i tweet entro 30 minuti dalla condivisione, dimezzare gli annunci pubblicitari che non a caso sono stati incrementati nella speranza di convincere gli scettici a pagare, caricare video con maggior risoluzione (1080p), impostare l'autenticazione a due fattori tramite SMS per aggiungere un maggiore livello di protezione al proprio account e soprattutto la possibilità di scrivere messaggi molto più lunghi. Dagli attuali 4mila caratteri tra poco si passerà a 10mila, con l'introduzione di neretto e corsivo per postare articoli e approfondimenti con cui Twitter spera di attirare i creator (per loro c'è un programma di sostegno ad hoc attivo da mesi negli Stati Uniti), poiché quest'ultimi sono la leva determinante per persuadere gli iscritti a versare soldi per assicurarsi contenuti esclusivi e la partecipazione a chat riservate.

L'obiettivo di Musk è offrire un'alternativa alle newsletter (e nello specifico a Substack), che negli Stati Uniti sono molto diffuse quanto popolari tra i giovani e adulti a caccia di informazioni di qualità sui rispettivi temi di interesse. Gli utenti di Twitter potranno supportare i creator con l'abbonamento mensile da 2,99, 4,99 o 9,99 dollari (il prezzo è scelto dal creator) tramite il servizio Subscriptions, al momento disponibile solo in Usa, Canada, Australia e Nuova Zelanda. Per stimolare le menti più creative, Twitter ha annunciato che il 97% del guadagno totale finirà nelle tasche degli autori per i primi dodici mesi, mentre più avanti è probabile una maggior percentuale per la società. Al netto delle novità e dell'attesa necessaria per capire come saranno accolte dagli utenti e poi come si evolveranno, è naturale pensare che oltre a cambiare pelle Twitter si trasformerà nella principale piazza virtuale delle diseguaglianze, con la differenza di trattamento determinata dal denaro: chi paga avrà la precedenza su tutto, chi si rifiuta sarà destinato ad accontentarsi di quel poco che Musk vorrà (ancora) concedergli.

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Alessio Caprodossi