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ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
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Zaniolo, le regole per non bruciare il talento della Roma

I paragoni con Totti, le esagerazioni di mercato, il rinnovo di contratto e l'equilibrio che serve per lasciarlo crescere in pace

Guida rapida per non bruciare il talento precoce di Nicolò Zaniolo, centrocampista offensivo della Roma - classe 1999 - che con la doppietta al Porto è diventato il primo italiano nella storia a segnare due gol in partita di Coppa dei Campioni o Champions League alla tenera età di 19 anni.

Fenomeno, predestinato, nuovo Totti oppure Gerrard, Lampard o chi preferite voi. Da quando è esploso i paragoni si sprecano e sono spesso pesanti oltre che inappropriati. Di sicuro oggi c'è solo il rimpianto di chi non ha creduto in lui lasciandolo partire da giovane o sacrificandolo sul mercato in nome di una trattativa di cui ora si pente.

Altre certezze non ce ne sono e, anzi, insieme all'euforia per la bella favola che sta nascendo c'è anche la preoccupazione perché di talenti precoci bruciati in fretta e persi per strada la storia del calcio italiano è piena. Ecco, dunque, una rapida guida perché Zaniolo non diventi un Balotelli qualsiasi. Sarebbe uno spreco inaccettabile per tutti.

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Le regole per non bruciare Zaniolo

Detto che il ragazzo è già passato da qualche bruciatura e bocciatura, la più clamorosa quella della Fiorentina che lo ritenne non adatto per passare alla Primavera lasciandolo andare all'Entella, la prima regola per evitare che perda contatto con la terra in un momento in cui è sulla bocca di tutti è evitare paragoni assurdi e scomodi.

Essendo a Roma, il paragone che in assoluto bisogna scansare è quello con Francesco Totti che di Zaniolo (e viceversa) non ha nulla dal punto di vista calcistico se non l'immenso talento di cui sono stati dotati da Madre Natura. Quindi sono accettati i confronti numerici, se esistono, ma per il resto meglio soprassedere perché di Totti ce n'è stato uno ed è bastato per un decennio almeno.

Seconda regola: siccome è un ragazzino che deve crescere, avrà i suoi alti e i suoi bassi. Quindi evitare i 9 in pagella sull'onda dell'entusiasmo e i 4 quando arriveranno i momenti bui. Ci si può attestare in un ranking tra il 5 e l'8 che è sufficiente per evitare eccessivi sbalzi d'umore in lui e nell'ambiente che lo circonda. La parola d'ordine è equilibrio che significa anche non considerarlo titolare a prescindere ma lasciare che si sudi il posto in squadra. 


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La trappola del valore di Zaniolo

Terza regola: non è automatico che ad ogni gol segnato il prezzo, virtuale, del cartellino aumenti di qualche milione di euro. Quanto vale oggi Zaniolo? Il 'pizzino' di Paratici ha fissato la valutazione in 40 milioni di euro, ma era fine gennaio e adesso potrebbero non bastare. Ok, fermiamoci qui. Anche perché non risulta sul mercato e, quindi, sono parole buone solo per fargli girare la testa.

Quarta regola: merita già da adesso uno stipendio più pesante ma che la traiettoria del suo ingaggio venga tracciata usando il buonsenso ed evitando fughe in avanti. Se a 19 anni sei forte e guadagni due milioni di euro la gente ti perdona anche i fisiologici errori di gioventù. Se ne chiedi il triplo smetti di essere il ragazzino amato da tutti e ti si chiede (giustamente) di fare il top player. Per informazioni rivolgersi a casa Donnarumma-Raiola...

Quinta regola (difficile da rispettare ma ci proviamo): il merito dell'esplosione di Zaniolo è di Zaniolo stesso. Poi ci sono quelli che lo hanno cresciuto, rispettato e lanciato e ciascuno ha diritto al suo spazio e alla sua citazione. Ma non c'è nulla di peggio che vedere il mondo del calcio fare a gomitate per un posto in prima fila nella platea di quelli che "io l'avevo detto...". Anche perché fino a settembre non se lo filava quasi nessuno e a Mancini che lo convocava in nazionale veniva detto che doveva fare un favore all'Inter per giustificare la plusvalenza estiva.

Ultima regola, che serve a tutti. Ripetere come un mantra ogni volta che si parla di lui: "Non vinceremo l'Europeo grazie a Zaniolo, non vinceremo il Mondiale grazie a Zaniolo. Forse nemmeno la Roma vincerà qualcosa grazie a Zaniolo". Insomma, i destini dell'Italia non dipendono da lui che deve pensare solo ai fatti suoi. Se poi ce ne saranno altri dieci baciati dallo stesso talento sarà meglio per tutti e ne godremo in quantità. Oggi, però, va così. Se vi pare e anche se non vi piace.

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Giovanni Capuano