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ANSA/MATTEO BAZZI
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Errori Var e l'emergenza che non esiste. Basta con gli eccessi di critica

Gli arbitri sbagliano come sempre e il protocollo andrà modificato, ma crociata e polemiche di questi mesi sono esagerati (e strumentali)

Secondo il dossier del Torino che denuncia il moltiplicarsi degli errori arbitrali a proprio svantaggio, senza quei cattivoni degli arbitri la squadra di Mazzarri sarebbe ampiamente in zona Champions. Addirittura terza in classifica se le cose fossero andare diversamente nelle 8 partite condizionate su 17 (sempre secondo il dossier) da lampanti sviste.

E' chiaro che la stessa cosa viene pensata in molte altre sedi di club. Un anno fa la Lazio era in guerra con il mondo sostenendo di essere stata danneggiata nella corsa al quarto posto, l'Inter si è lamentata per gli errori di inizio stagione, il Genoa ha tuonato dopo la gara dell'Olimpico, la Roma si è sentita defraudata in più di un'occasione e tutti, chi più chi meno, vivono con la certezza di essere in credito con il mondo arbitrale. 

E' anche evidente che l'esposizione mediatica del Torino e del suo presidente hanno un peso specifico notevole nell'aver reso la questione-Var un'emergenza nazionale quale non è. Rassegnatevi. Gli arbitri sbagliano quest'anno come hanno sempre sbagliato. Magari sono un po' più confusi da un'interpretazione che ha mandato in tilt qualche certezza acquisita la scorsa stagione, ma non esiste un'allarme generale. E, soprattutto, il Var non è lo strumento del diavolo dato in mano a complottisti che hanno l'ordine di taglieggiare questa o quella squadra.

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C'è un concorso di colpa da parte degli arbitri, ma a furia di soffiare sul fuoco si è ottenuto l'effetto di cancellare quel rapporto di fiducia che si era faticosamente instaurato un anno fa, quando le proteste e le polemiche non erano mancate (ricordate le non-chiamate rinfacciate a vicenda tra Juventus e Napoli?) e però in sostanza si era accettato il principio di un gioco più tutelato e regolare rispetto al passato,

Tralasciando statistiche e spiegazioni da parte dei vertici arbitrali, spesso troppo autoassolutori, il quadro attuale è di semplice lettura. L'accelerazione della Uefa, dopo l'ottimo mondiale in Russia, certifica che dal Var non si tornerà indietro. A marzo l'Ifab farà sintesi di proposte e analisi provenienti da tutto il mondo (non solo dall'Italia, sia chiaro) e migliorerà il famigerato protocollo e la sua interpretazione all'interno di un processo che non si esaurirà di certo nell'arco di qualche stagione come non è stato in nessuna delle grandi leghe professionistiche che nel tempo hanno deciso di avvalersi della tecnologia.

In Serie A gli arbitri - i migliori nell'applicazione Var come testimoniato dal loro largo utilizzo in campo internazionale - continueranno a fare il loro meglio, solo con sulle spalle il peso del sospetto che la crociata pro-questo o pro-quello gli sta scaricando addosso, spesso con scarso equilibrio e in maniera un po' strumentale.

Piccolo inciso: nel dossier del Torino (preso a caso perché è quello di cui si parla di più, ma il discorso vale in generale) c'è un episodio che ha fatto gridare allo scandalo sul quale, secondo il giudizio dei massimi vertici arbitrali non solo italiani, non ha alcun senso nemmeno discutere non essendoci nulla di nulla. A voi il giochino di identificarlo.


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Giovanni Capuano