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La Nations League è stata un successo e ora si allarga (salvando la Germania)

Oltre 1,1 milioni di spettatori nelle 23 partite, audience tv interessante, premi in crescita e la Uefa è pronta ad ampliare il format

La vittoria del Portogallo che ha bissato il successo dell'Europeo 2016 ha chiuso la prima edizione della Nations League. In archivio ci va la gioia di Ronaldo e compagni insieme alla soddisfazione della Uefa per il bilancio della manifestazione ideata tra molto scetticismo per trasformare in un prodotto remunerativo una parte delle amichevoli.

I numeri sorridono a Nyon e promuovono il format studiato per il biennio appena concluso: 1,14 milioni di spettatori sugli spalti per le 27 partite del torneo (una si è giocata a porte chiuse per la squalifica del campo della Croazia), una media di oltre 42mila che ha toccato punte di 60.054 nel gruppo A (quello con Olanda, Germania e Francia), 53.977 nel D (Inghilterra, Spagna e Croazia) e 45.004 nel C con Italia, Portogallo e Polonia.

Anche semifinali e finale hanno fatto il sold out a Porto e Guimaraes, aiutate dalla presenza dei padroni di casa che poi hanno alzato al cielo il trofeo garantendosi anche un premio di 10 milioni di euro.

In un'epoca di grande dibattito su quantità e qualità delle manifestazioni internazionali si tratta di un successo indiscutibile che la Uefa ora immagina di monetizzare allargando il format per il prossimo biennio che parte nel 2020 dopo l'Europeo itinerante. L'idea sul tavolo di Nyon con ottime chance di essere approvata è il passaggio da 12 a 16 squadre con la composizione di gironi da 4 e non da 3 e con più partite da vendere ai tifosi e alle televisioni.

Ci si arriverà ripescando le retrocesse della prima edizione e affiancandole alle promosse dalla Lega B: Bosnia, Ucraina, Danimarca e Svezia. A salvarsi sarà soprattutto la Germania finita ultima nel suo raggruppamento. Poi torneranno anche Islanda, Polonia e Croazia. Del resto il recupero dei tedeschi non può che andare bene anche alla Uefa, molto attenta al potenziale bacino di uno dei movimenti trainanti. In Germania si cade in piedi, insomma.

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Giovanni Capuano