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Vine è solo l'inizio, ecco perchè il mobile video sarà la prossima tendenza

Il successo di Vine ha sorpreso un po' tutti, ma la rivoluzione mobile video sta fermentando da tempo. Vi spieghiamo perché fra poco potreste passare da Instagram ai micro-video

Se siete tra quelli che non vogliono rimanere indietro di un millimetro quando una nuova tendenza esplode, allora vi consiglio di cominciare a lasciar perdere Instagram e i suoi cloni , e di prepararvi a quella che rischia di essere la prossima tendenza in campo social: il mobile video.

Vine, il servizio lanciato da Twitter che consente di editare e condividere video da 6 secondi, nel giro di una settimana è diventata l’applicazione video di punta per gli utenti Twitter (mandando altre app come Socialcam, Cinegram e Viddy a mangiar polvere nelle retrovie), ma è solo la punta di un iceberg che si espande ed emerge a vista d’occhio.

Non passa giorno senza che in Rete spunti una nuova startup, una nuova applicazione, o un aggiornamento di un servizio esistente che punti nella direzione del video-sharing. È il caso di Montaj , un’app che punta tutto sulla semplicità di editing di brevi filmati da condividere nel giro di un click. Ma è anche il caso di applicazioni innovative come Tellagami , una piattaforma mobile che consente di creare video in cui un proprio avatar 3D si muove su uno sfondo a piacere utilizzando la nostra stessa voce. Ma si tratta solo di due esempi, la corsa per non presentarsi impreparati alla festa del mobile video è appena cominciata, e alla carovana si stanno unendo anche colossi del calibro di Amazon .

A inizio articolo ho descritto il mobile video come la prossima probabile tendenza social. Non si tratta di una preconizzazione da indovino della domenica, ma di semplice aritmetica. Esistono almeno 3 motivi per credere che il mobile video sia destinato a esplodere:

1. L’IMPOSIZIONE TRASVERSALE DISPLAY SUPERIORI A 4 POLLICI
Non è un mistero che sul mercato ci siano sempre più smartphone con schermi generosi e ad alta risoluzione. Senza tirare per forza in ballo l’imminente invasione di phablet da 5 pollici o più , tutti i grandi produttori si stanno attrezzando per offrire smartphone di dimensioni sufficientemente grandi da consentire una comoda fruizione video (dopo l’iPhone 5 nemmeno Apple fa più eccezione). C’è poi da considerare la diffusione dei tablet, il cui mercato è in piena espansione e si prevede che raggiungerà quota 450 milioni di dispositivi entro il 2016 .

2. LA DIFFUSIONE DI CONNETTIVITA’ 4G ed LTE
Dati alla mano , è ormai chiaro che chi dispone di uno smartphone o un tablet con connettività di quarta generazione è generalmente più incline (il 33% in più) a vedere video sul proprio dispositivo mobile. Con  l’ultimo aggiornamento iOS, anche in Italia chi ha un dispositivo Apple e un operatore adatto può usufruire di una velocità di connessione ottimale per la fruizione di filmati in streaming.

3. IL MOBILE VIDEO HA UN ALTO POTENZIALE VIRALE
In parole povere, quando una persona ha soddisfatto i due punti precedenti, tendenzialmente finisce per dedicarsi al mobile video. Lo dimostra la crescita che il settore ha avuto negli Stati Uniti, dove in due anni il pubblico del video mobile è cresciuto del 77% raggiungendo quota 36 milioni di videospettatori.
Sebbene questo tipo di “rivoluzione” non sia ancora entrata nel vivo, c’è già chi si prepara a intercettare i milioni di mobile viewers che di qui a qualche mese si metteranno a produrre e ricercare video da condividere. Magnify , ad esempio, è una startup che punta a diventare punto di riferimento per chi vuole cercare video provenienti da altre piattaforme e nel contempo avere una piattaforma dove integrare e catalogare i propri. Tra le persone che hanno deciso di investire in questo nuovo portale c’è un personaggi di spicco come Chris Kelly, ex-CPO di Facebook che non ha esitato ad allentare i cordoni del borsone per finanziare Magnify.

A proposito di Facebook. Nonostante i buoni risultati snocciolati qualche giorno fa, gli analisti continuano a prevedere un futuro incerto per il colosso di Menlo Park, che ancora non sembra avere una strategia a lungo termine per sopravvivere a un prossimo e inevitabile cambio di paradigma (Facebook ha quasi dieci anni, è il caso di ricordarlo). Sembrano passati eoni da quando Zuckerberg ha sorpreso tutti rilevando una macchina macina-utenti come Instagram.

Ora che anche il photo-sharing comincia a mostrare le prime rughe, sembra proprio che Facebook abbia bisogno di trovare una risposta a Vine. Magari questa volta, invece di aprire il portafogli e giocare in difensiva, Zuckerberg e soci potrebbero provare a introdurre qualcosa di nuovo e inaspettato. Considerando come Apple abbia ormai perso parte della sua carica creativa, Facebook dovrebbe provare a dettare una nuova tendenza.

Ci vuole solo un po’ di coraggio, dopotutto non sono in molti a poter contare 1 miliardo di utenti nel proprio recinto.

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Fabio Deotto