Facebook News Feed, pregi e difetti di un giornale 2.0
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Facebook News Feed, pregi e difetti di un giornale 2.0

Il nuovo News Feed di Facebook sembra un'ottima mossa per trattenere brand e utenti sulla piattaforma. Ma potrebbe rivelarsi un boomerang. Ecco perché

Potrebbe rivelarsi una provvidenziale assicurazione sulla vita oppure l’ultimo chiodo nella bara. Parliamo del nuovo News Feed che Facebook ha presentato ieri , con un’insolita profusione di tamburi battenti e squilli di trombe.

A prima vista, sembra che a Menlo Park si siano decisi a rendere Facebook un posto più decente in cui vivere, dove le persone potranno fruire di video e immagini senza dover perdere diottrie e potranno assicurarsi che la propria curiosità non venga seppellita sotto le tonnellate di contenuti indesiderati che fino a ieri intasavano il News Feed.

Del resto, la fruizione dei contenuti web e i social media in generale sono cambiati molto negli ultimi mesi. Con la diffusione dei primi discovery engine l’utenza si sta abituando a intercettare in modo quasi passivo le informazioni e i contenuti desiderati. Ma soprattutto, grazie al successo di piattaforme come Twitter e Pinterest, le persone hanno cominciato a filtrare e catalogare link, foto, video e articoli a seconda dell’argomento trattato.

Mentre era sul palco, Mark Zuckerberg ha dichiarato “Noi crediamo che il miglior giornale personalizzato dovrebbe avere una grande varietà di contenuti”. Nei piani di Zuckerberg, dunque, Facebook dovrebbe uscire dalla sala operatoria trasformato in una sorta di media platform, un giornale 2.0 suddiviso in sezioni (immagini, audio, pagine preferite, amici, top news, giochi, etc.) che ognuno può decidere di sfogliare separatamente.

Il fatto poi che nel nuovo Feed le foto avranno un ruolo privilegiato non è casuale, secondo le ultime stime , infatti, negli ultimi due anni le immagini sono passate dal costituire il 20% dei contenuti pubblicati a occupare il 50% dei post. C’è quindi da aspettarsi che il Feed relativo alle immagini sarà quello su cui si concentrerà gran parte dell’attività Facebook, e di conseguenza, gran parte delle inserzioni pubblicitarie.

Ed è qui che casca l’asino. Sebbene nella presentazione di ieri Zuckerberg e compagni si siano ben guardati dal parlare di ad, inserzionisti e pubblicità, il complesso organismo di Facebook ha bisogno della pubblicità come una pianta ha bisogno della luce solare, e questo è un dato di fatto per ora inaggirabile. È quindi chiaro che la scelta di introdurre un nuovo formato per immagini e video consentirà agli inserzionisti di ottenere maggiore visibilità con contenuti più appariscenti. Va inoltre notato che con il nuovo Feed, nella colonna a destra dello schermo la sezione “Sponsorizzata” ha un numero di slot maggiori.

Ancora non è chiaro in che modo i brand approfitteranno del nuovo News Feed, quello che è invece piuttosto chiaro è che la pubblicità non diminuirà, nemmeno nei feed più “personali” come quello relativo agli amici . Per Facebook potrebbe essere una grande opportunità per massimizzare gli introiti, ma anche un micidiale boomerang. Bisogna capire se gli Ad si riveleranno sufficientemente rilevanti, e soprattutto, se gli utenti accetteranno la presenza di video e immagini di grandi dimensioni che intervengono a turbare il loro scrolling.

C’è anche da considerare il fatto che buona parte dell’utenza Facebook non digerisce bene i cambiamenti , soprattutto quelli che introducono maggiori opportunità di navigazione. Già in passato, quando Facebook ha provato a differenziare il feed, non tutti hanno risposto con entusiasmo. È possibile che una fetta della popolazione Facebook semplicemente non voglia avere più comandi a disposizione, e che quella parte di utenza che invece ha sempre richiesto un maggiore controllo sul social network abbia già iniziato a mettere radici su Google+.

In generale, il nuovo News Feed sembra un passo in avanti senza precedenti che offre a Facebook un’inedita possibilità di svecchiare la piattaforma e rendere meno stressante il suo utilizzo. Ma basterà questo a convincere le future generazioni che Facebook non è un social network da sfigati ?

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Fabio Deotto