Ron durante la sua esibizione al Festival 2017
Musica

Sanremo 2017, Ron a rischio eliminazione: "Sono passati artisti più teen di me"

Il cantante è stato il meno votato della prima puntata insieme a Clementino e Giusy Ferreri. Giovedì non proporrà la cover con Annalisa

È alla sua settima partecipazione al Festival di Sanremo ma Ron ha l'entusiasmo della "prima volta". Ieri sera ha cantato il suo inedito L'ottava meraviglia ma evidentemente non è riuscito a convincere pubblico a casa e Sala Stampa. Il suo brano, infatti, è stato tra i meno votati e, insieme a Clementino e Giusy Ferreri, il cantante di Non abbiam bisogno di parole è a rischio eliminazione.

Questa sera si esibiranno gli altri undici Big in gara e i tre meno votati della serata andranno a sfidarsi domani sera con Ron, Ferreri e Clementino. I sei del girone "a rischio" non proporranno la loro cover, ma si esibiranno nuovamente con il loro inedito. Questo, per Ron, un dispiacere ulteriore: qualche settimana fa aveva annunciato che Annalisa avrebbe cantato con lui la cover di Insieme a te non ci sto più della Caselli. "Ma niente di male, canterà di nuovo il mio brano che amo molto", ci ha raccontato.

Ma cosa non ha funzionato?

Non credo che sia stata l'esibizione a non arrivare. I votanti sono molto giovani e chiaramente sono passati artisti più teen. Ma va bene così. Sono qui con un brano che mi piace e con un album importante.

Un album che sostiene la ricerca sulla SLA...

Sì, "La forza di dire sì" ha questo importante ruolo. Il 10 febbraio ne esce un'edizione speciale, con due brani in più rispetto a quella già nei negozi.

In gara con lei tra i Big ci sono molti artisti più giovani. È felice della loro presenza?

Sì, ne sono molto contento. Io ho due scuole di musica e canto, si immagini. Sono felice ogni volta che vedo un vero talento. Se sono bravi, a me va benissimo.

Come dev'essere un giovane per essere considerato "bravo"?

Abbiamo bisogno di artisti che sappiano scrivere. Questa attitudine è molto importante e spesso manca. Ne abbiamo bisogno.

È alla sua settima partecipazione al Festival. Che cosa è cambiato di più dalla sua prima volta all'Ariston nel '70?

Mi sono sempre sentito libero di fermarmi un attimo, scrivere una canzone, con la chitarra in mano, o al pianoforte. Spesso scrivo trecento pagine e ne butto via duecentonovanta. E credo che sia giusto così. Oggi è più difficile fare una cosa del genere. Le canzoni sono più incastrate su alcuni punti sui quali si fa leva. Questa cosa fa perdere un pochino di realtà alla musica stessa. 

Come affronta la gara di domani sera?

Cantando. Basta quello.

Sanremo Festival 2017
ANSA/CLAUDIO ONORATI
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Giovanni Ferrari