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Rolling Stones: 5 buoni motivi per non perdere il concerto di Lucca

Il live degli Stones, a 55 anni dal loro debutto, è ancora oggi un'esperienza indimenticabile. Ecco perché.

Mancano ormai poche ore al concerto dei Rolling Stones a Lucca, uno degli eventi musicali più importanti del 2017. Gli Stones sono atterrati all'aeroporto di Pisa nel pomeriggio di giovedì, poco prima delle 17, con il loro aereo privato, un charter bianco con la scritta "Rolling Stones" e con l'iconico logo della band.

Una volta atterrati, i componenti della band sono entrati in macchine separate, tutte con i vetri rigorosamente oscurati, e scortati da alcune auto della polizia hanno lasciato l'aeroporto per raggiungere Firenze dove alloggeranno in un lussuoso albergo del centro storico. Tra le prime incombenze, il sopralluogo all'area del concerto, le Mura storiche della città.

Con 13 treni speciali, 40 pullman e oltre 10mila auto il comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica di Lucca prevede che sabato, in occasione dello storico concerto, arriveranno oltre 60 mila persone, tutte concentrate in poche ore.

A fronte di una disponibilità di 56mila posti (55mila sul prato e gli altri 1000 sulle tribune e nei box) sono state 234.822 le richieste di biglietti certificate dall'organizzazione. Imponenti le misure di sicurezza, per cui agli spettatori è vivamente raccomandato di arrivare con diverse ore di anticipo per sottoporsi per tempo ai controlli.

Ma quali sono i motivi per andare a vedere il concerto di un gruppo che ha un'età media di quasi 74 anni? Ecco i cinque principali.

1) La leggenda Stones

I Beatles e i Rolling Stones, a oltre cinquant’anni dal loro debutto, sono ancora i gruppi che vantano la maggiore influenza musicale nella storia del rock, con decine di band epigone. Nessuna, però, è riuscita a ripetere negli anni successivi la magia delle loro canzoni, veri e propri classici che non risentono dell’usura del tempo. Per questo c’è sempre grande attesa ad ogni nuova uscita discografica di uno dei membri dei due gruppi o, meglio ancora, degli Stones al gran completo, per non parlare di un concerto di quest'ultimi. Assistere a un live degli Stones è, a tutti gli effetti, una lezione di storia del rock, di cui incarnano l'essenza più profonda: riff di chitarra al fulmicotone, energia, divertimento e melodie immortali.

2) La scaletta

Gli Stones, per quanto riguarda la composizione della scaletta di un concerto, sono specularmente opposti a Bob Dylan: mentre il Bardo di Duluth si diverte (si fa per dire, a giudicare dalla sua espressione) a suonare quasi esclusivamente canzoni degli ultimi 20 anni e, quando ripropone i suoi successi, si pensi a Blowin' in the wind e Like a rollings stone, li stravolge del tutto nella struttura, la band capitanata dai glimmer twins Jagger & Richards esegue fedelmente il greatest hits della sua cinquantennale carriera, con una netta predilezione per il periodo che va dalla metà degli anni Sessanta fino all'inzio degli anni Ottanta (Gimme Shelter, (I can't get no) Satisfaction, Paint It Black, Jumpin' Jack Flash, Tumbling Dice, Brown Sugar, Start me up), non discostandosi quasi per niente dalle versioni originali. Per rendere ogni concerto indimenticabile, però, gli Stones sono soliti pescare un paio di brani inaspettati, scelti casualmente ogni sera dal loro formidabile arsenale di canzoni.

3) No Filter Tour e supporter

Per ciascuna data europea del “No Filter” tour, gli Stones sveleranno una nuova spettacolare produzione e un design del palco diverso di città in città. La band suonerà in quattordici concerti in dodici diversi luoghi in giro per l’Europa, insieme a supporter mondiali del più alto livello. Kaleo darà il via alle danze ad Amburgo, Monaco e Spielberg, mentre John Lee Hooker Jr. suonerà a Spielberg. The Struts sono previsti a Zurigo e Lucca, Los Zigarros a Barcellona, de Staat ad Amsterdam e Rival Sons a Copenhagen e Dusseldorf. The Hellacopters suoneranno a Stoccolma, Leon Bridges ad Arnhem e i Cage The Elephant si esibiranno nelle tre serate finali di Parigi presso una struttura nuova di zecca, la U Arena.

4) Ultima volta in Italia?

Ok, Mick Jagger sul palco ha ancora l'energia di un ragazzino, Ron Wood, a "soli" 70 anni, ha un ruolo sempre più importante nell'economia della band, Richards ha stretto probabilmente un patto con il demonio, memore dell'insegnamento di Crossroads del suo maestro Robert Johnson, ma un gruppo che ha un'età media di quasi 74 anni(Charlie Watts ne ha compiuti a giugno 76) può suonare in modo convincente ancora per pochi anni. Visto che l'ultimo concerto italiano degli Stones risale al giugno 2014, ipotizzando un prossimo live nel 2020, ci risulta diffcile immaginare Watts alla batteria a quasi 80 anni e Jagger correre da una parte all'altra del palco a 77. Per questo, chi può, non deve assolutamente mancare a Lucca.

5) L'energia di un loro concerto

Chi si aspetta, a cinquantacinque anni dal loro debutto discografico, una patetica esibizione a Lucca, con dei vecchini più adatti a un circolo bocciofilo che a un concerto rock, si ricrederà. Gli Stones sono ancora una gioiosa macchina da guerra del rock, in grado di entusiamare e accendere platee di ogni età con le loro canzoni dirette e senza fronzoli, suonate con la sapienza dei veterani e con l'energia di un gruppo di esordienti. Indimenticabile, a tal proposito, la risposta di Keith Richards data nel 2002 al giornalista David Fricke di "Rolling Stone" sulle critiche relative alla loro età: "La gente vuole denigrarti perché è calva, grassa e non riesce a muovere un passo, merda. E' pura invidia fisica, pensa che noi non dovremmo essere qui: 'Come osano sfidare la logica?'.

Getty Images - Ian Gavan / Staff
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Gabriele Antonucci