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Panorama D'Italia

Viaggio tra le eccellenze industriali campane

A Napoli per Panorama d'Italia le esperienze di imprenditori nati e cresciuti sul territorio che ai giovani dicono "non fatevi omologare"

Eccellenza fa rima con competenza: è il senso profondo della tavola rotonda che Panorama d’Italia ha riunito questa mattina a Palazzo Zapata, in piazza Trieste e Trento, col titolo “Napoli dà il meglio”. Una carrellata di eccellenze del territorio, moderata da Oscar Giannino, alle quali chiedere soprattutto suggerimenti su come elevare a sistema la fioritura di ottime realtà imprenditoriali, apprezzate in tutto il mondo, che Napoli e la Campania hanno sempre generato e ancora generano ma che non riescono ancora a moltiplicare i loro frutti e riverberarne sul territorio i possibili effetti benefici in termini di occupazione e benessere.

Per Angelo Failla, direttore della Fondazione Ibm, “Napoli è un luogo dove proprio di recente il mio gruppo ha promosso con altri partner un’esperienza avanzatissima, come la ‘Italian cognitive computing community’, grazie anche alla collaborazione con l’Università Federico II. Speriamo che a livello territoriale questo irrobustisca e renda inclusivo lo sviluppo”.

Una grande esperienza imprenditoriale è quella di Carpisa Yamamay, ormai una multinazionale tascabile nel fashion, nata appena 17 anni fa, nel 2001, dalla convergenza di un’azienda napoletana, Carpisa, e di una di Gallarate, Yamamay. “La nostra impostazione è stata disegnata attorno a un preciso piano industriale, per mettere a fattor comune la forza delle due anime del gruppo che oggi produce anche con il marchio Jacked”, spiega Carlo Palmieri, vicepresidente della Holding Pianoforte e vicepresidente nazionale di sistema Moda Italia. “Devo dire che non abbiamo avuto differenze nella crescita! Abbiamo voluto unire i nostri due marchi sotto un unico brand, e abbiamo scelto Pianoforte perché è uno strumento che si può suonare a 4 mani. Prima di unirci eravamo in dimensione ibrida per andare all’estero, con 100 milioni di fatturato e 400 dipendenti, ciascuno: troppo poco. Ora abbiamo oltre 2000 dipendenti diretti di cui l'80% donne e 1300 negozi nel mondo di cui 800 in Italia. Nel 2011 è anche entrato nel capitale il fondo Imi col 10%. "La Campania è un presidio forte per il sisema moda italiano”, ha aggiunto cambiando cappello, “perché contribuisce egregiamente a una manifattura che produce beni per 97 miliardi di euro, esportando il 70%”.

Per Ludovica Zigon, top-manager della Getra – azienda di famiglia da quattro generazioni - la chiave è il coinvolgimento delle risorse umane attorno al progetto industriale: questo spiega il successo Getra. Ci si deve tutti insimee adoperare per “rendere più attrattivo il nostro territorio. Noi formiamo competenze qui e spesso poi i talenti abbandonano il Sud per altre opportunità”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Alessia Guarnaccia di Pandora, che ha sottolineato come ormai si viva in una “globalizzazione delle merci ma anche delle competenze: uno sviluppatore indiano può lavorare per un consulente di marketing tunisino per una microimpresa napoletana. Un giovane studente indiano può fruire online di un corso gratuito dato da Harvard. La necessità di questo Paese, ma in fondo europea, è quella di comprendere che è finita l’era in cui ci si poteva affidare ad una singola eccellenza. Per far emergere l’eccellenza bisogna favorire la community”.

Ed una grande infrastruttura di community è quella che E-Distribuzione – la “costola” distributiva del gruppo Enel – sta realizzando in tutta Italia, e con grande intensità anche in Campania, installando sul territorio con un piano di otto anni per un investimento da 2,7 miliardi, la seconda generazione del contatore elettronico lanciato nel 2001-2002 e tuttora eccellenza mondiale del settore: “È un prodotto con cui il cliente può conoscere e gestire i suoi consumi con precisione millimetrica mentre il territorio si giova del nostro sforzo, perché coinvogliamo centinaia di imprese appaltatrici nei lavori. Inoltre quest’infrastruttura apre ad un intero mondo di opportunità di sviluppo di nuove tecnologie, come la domotica che può essere gestita atraverso questa nostra rete”.

Un’altra rete, di tutt’altra natura, è infine quella che presenta Achille Scudieri, top manager del gruppo di famiglia, il colosso dell’automotive Adler, che da Ottaviano – piccolo centro Vesuviano – fattura ormai nel mondo 1,7 miliardi. Ma Scudieri ha lanciato e gestisce “Eccellenze campane”, una chicca che fa appunto dell’eccellenza enogastronomica del territorio la propria ragion d’essere: “Siamo selezionatori di eccellenze enogastronomiche del nostro territorio, cerchiamo di farle conoscere con tutta la nostra capacità e forza, perché loro, essendo piccole imprese, da sole non ce la potrebbero fare. Siamo a Napoli e a Milano, apriamo a Roma, all’estero siamo già a Londra e vogliamo portare il format anche in America e in Asia. Le soddisfazoni sono tante, ne cito una su tutte: i pescatori di Cetara grazie anche alla nostra iniziativa stanno ampliando la loro flottiglia di barche per far fronte alla domanda. L’estero ci chiama, perché abbiamo un brand fortissimo, il made in Italy è conosciuto come sinonimo di eccellenza, i mercati internazionali accolgono con favore tutto ciò che è italiano. E dato che siamo un’azienda molto giovane, vogliamo giovani, e con l’Università Federico II abbiamo creato un primo corso di laurea quinquennale su scienze enogastronomiche del Mediterraneo, con un approccio fortissimo, senza precedenti, che permette a qualunque specialista di un comparto dell’enogastronomia di aggiungere competenze e diventare un vero imprenditore”.

Alla domanda: “Cosa volete lasciare a questa terra e ai suoi giovani” le risposte sono concordi e orientate appunto sulle competenze e la necessità di accrescerle. “Createvi una vostra professionalità, fate esperienze anche  all’estero per aprirvi la testa ma abbiate fiducia”, dice ad esempio Diego Pirolo. E Failla: “Investite in voi stessi, createvi un progetto personale e cercate di attuarlo. È faticoso farlo, ma merita, mettetici passione”. Ludovica Zigon: “Mette in comune le competenze e le esperienze”. Achille Scudieri: “Saremo sempre più chiamati a confrontarci con offerte di competenze agguerrite, dobbiamo formarci e fare tanta espertienza”, e Carlo Palmieri, con una saggia sintesi: “Non createvi alibi, non omolohgatevi a nessun conformismo, state pure sui social ma con spirito critico, non appiattitevi, siate curiosi, createvi la vostra esperienza all’estero, partite e formatevi ovunque, ma poi ritornate qui perché abbiamo bisogno di voi”.

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Sergio Luciano