Tumori, non solo chemio: sostanze naturali e alimentazione
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Tumori, non solo chemio: sostanze naturali e alimentazione

Si chiama "medicina oncologica integrata", non è un'alternativa, ma l'uso combinato di sostanze naturali insieme alla chemioterapia. Come spiega un esperto

Si chiama medicina integrata, è ormai una realtà, soprattutto all'estero, dove esistono persino ospedali con un reparto interamente dedicato alla medicina oncologica integrata, ovvero quella che si occupa di tumori, senza limitarsi alle cure classiche. "Non è un'alternativa, ma consiste nell'uso combinato di sostanze naturali insieme alla chemioterapia" spiega a Panorama.it il dottor Massimo Bonucci, oncologo, Direttore del Dipartimento Ricerca Università Popolare di Arezzo e Presidente di ARTOI, Associazione Ricerca Terapie Oncologiche Integrate, che il 7 e 8 novembre è riunita in congresso a Roma.

Di recente Panorama.it è tornata ad occuparsi di medicina integrata e in particolare di artemisia annua nella cura dei tumori. Qualcuno mostra perplessità, dubitando dei fondamenti scientifici della medicina integrata: cosa risponde, dottor Bonucci?

"A livello internazione la medicina integrata è una realtà, negli Stati Uniti ci sono ben 52 università dove viene insegnata. Io sono tornato da Houston, in Texas, dove si è svolto l'11° congresso della società americana di oncologia integrata, di cui sono membro, e questa strada viene ormai percorsa e riconosciuta, così come in Giappone: l'efficacia di molte sostanze è avvalorata non solo da studi scientifici, ma anche da trial clinici molto importanti e all'estero la possibilità di avere benefici da queste sostanze nella cura delle patologie oncologiche non è messa in dubbio".

Quali sono le principali sostante naturali che possono giovane nella cura dei tumori?

"Una delle principali sostanze è la curcumina, ovvero il principio attivo della curcuma: ha un'attività anti-angiogenica, ovvero riduce la formazione di nuovi vasi sanguigni (come accade in alcune patologie come quelle oncologiche, NdR) e manda "in morte programmata" le cellule che hanno perso le loro caratteristiche originarie. La sua azione combinata con le cure tradizionali è provata nei tumori del pancreas, tra i più aggressivi, con il raddoppio dei casi di sopravvivenza".

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Ci sono altre sostanze che hanno un'azione in differenti tipi di tumori?

Sì, nel caso de tumori cerebrali, ad esempio, c'è un protocollo indiano che prevede l'uso di sostanze naturali in assenza di chemioterapia, che in quel Paese non si ha la possibilità di somministrare: ebbene, dati alla mano, ci sono studi pubblicati su riviste di altissimo spessore internazionale che dimostrano un livello di sopravvivenza mediana di 7 anni. Io stesso ho sperimentato questo protocollo su due casi di tumori cerebrali: entrambi i pazienti sono liberi dalla malattia, uno da 5 anni e uno da 7.

Entrando nello specifico delle altre sostanze?

Sono 4 in particolare le sostanze che vengono usate insieme alle terapie tradizionali: oltre alla curcumina, a cui ho accennato, ci sono la boswellia serrata (che è un estratto della pianta dell'incenso), la polidatina (anch'essa di origine vegetale, fa parte delle fitoalexine, molecole capaci di attivare processi biologici di riparo e meccanismi difensivi contro stress biotici); infine la ruta graveolensis e la calcarea fosforica. Vengono comunemente usati nelle terapie integrate anche un estratto del principio attivo del tè verde e il sulforafano, che è estratto dei broccoli. Ci sono poi altri due estratti allo studio delle università della Florida e dell' Utah, che possono avere la stessa azione del tamoxifene (un farmaco antitumorale, NdR) per quei tumori alla mammella particolarmente aggressivi, come i triplonegativi, ma con un effetto superiore dimostrato nella riduzione della proliferazione pari al 50%.

Pur trattandosi di sostanze naturali, va però ricordato che non si deve ricorrere al fai-da-te, vero?

Certo. Va detto innanzitutto che sono sostanze che non devono essere usate "al posto di.." qualcosa d'altro, ma "in associazione a ..." a terapie tradizionali, per andare ad aiutare l'azione della chemio o di altri farmaci antitumorali. Inoltre, noi medici oncologi sappiamo come, dove e quando lavorano, senza interferenze con la chemioterapia stessa. Non tutto ciò che è naturale, infatti, fa bene in assoluto: ci sono sostanze che riducono o aumentano gli effetti collaterali della chemio, perché agiscono a livello epatico. Una di queste, ad esempio, è l'ipperico NON deve usato, al pari del pompelmo.


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A proposito di alimentazione, è vero che è così importante nella prevenzione e anche nella cura di patologie tumorali?

L'alimentazione gioca un ruolo così importante da incidete sulle ricadute, oltre che sulla prevenzione, fino al 37%. Il dato più importante da tenere sotto controllo è il tessuto adiposo: il sovrappeso, insomma, va assolutamente evitato.

Al di là delle mode, che fondamento c'è nel sostenere la necessità di mangiare più alimenti di base vegetale e nel ridurre invece le proteine animali, come la carne?

E' assolutamente provato che un'alimentazione più legata a sostanze vegetali sia più salutare. Noi come ARTOI, in occasione del congresso del 2013, abbiamo stilato delle linee guida che sono in perfetta sintonia con quelle indicate per la prima volta, e in contemporanea, dall'American Cancer Society, l'associazione degli oncologi americani. Questo non significa eliminare, ad esempio, il pesce: al posto del tonno, che ha più probabilità di avere tracce di mercurio, è preferibile consumare pesce azzurro, ricco di proteine e omega 3. Un discorso in particolare va fatto anche per i latticini, che andrebbero ridotti o evitati e il motivo è semplice: quando un bimbo nasce, la prima cosa che gli diamo è il latte e lui in 6 mesi raddoppia il proprio peso. Questo accade perché il latte contiene fattori di crescita importanti, come la caseina e il lattosio (ovvero lo zucchero del latte), che in un paziente con una neoplasia andrebbero eliminati. Quanto alla carne, se è vero che è preferibile consumare quella bianca, è anche vero che andrebbe controllata la sua origine e ciò di cui si alimentano gli animali. Un discorso analogo andrebbe fatto per la pasta e in particolare per la qualità del grano.

Quindi il messaggio è che bisogna ridurre le quantità e prestare attenzione alla qualità?

Diciamo che, se so che alcuni alimenti possono fare male ad un paziente, come medico e oncologo ho il dovere di toglierglieli.

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Eleonora Lorusso