Trovate le famiglie di rifugiati che vivranno in Vaticano
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Trovate le famiglie di rifugiati che vivranno in Vaticano

Il Papa oggi ha ribadito il suo invito all'accoglienza e conferma che sono stati individuati i nuclei familiari che abiteranno vicino a lui

"Sì, sì, ci sono già, il cardinale Comastri, mio vicario generale per il Vaticano, e l'elemosiniere mons. Konrad Krajewski, che lavora con gli homeless" hanno già trovato le due famiglie di migranti da ospitare in Vaticano. Non si ferma Papa Francesco nella sua azione, politica ma anche molto concreta, a favore dei migranti e lo ribadisce nell'intervista alla Radio portoghese Renascenca.

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Conventi aperti

Il Papa ha anche ricordato anche che le congregazioni religiose devono fare attenzione alla tentazione del "dio denaro", di fare un hotel anziché una casa per i migranti. Se si guadagna nell'accoglienza - afferma - bisogna "pagare le tasse". Il Pontefice confessa pure che al precedente appello ad aprire i conventi vuoti ai profughi, hanno risposto "quattro solamente" e tra questi un convento dei gesuiti. Tuttavia, proprio oggi la Cei ha annunciato che per i migranti saranno "messe a disposizione le case per ferie". Ad annunciarlo è monsignor Mario Lusek, direttore dell'Ufficio nazionale per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della Conferenza episcopale italiana.

Risposte positive

Molte sono le risposte positive delle strutture religiose che "pur consapevoli delle difficoltà operative ancora da superare fin da ora garantiscono la loro disponibilità, attenzione e il loro entusiasmo". Nelle interviste, Papa Bergoglio ribadisce in modo ampio le sue posizioni sulla accoglienza ai migranti e sull'Europa, e racconta come dalla fine dell'Ottocento l'Argentina abbia integrato i profughi da diverse ondate migratorie da vari paesi europei, tra cui italiani, portoghesi, e successivamente polacchi. Immancabile il riferimento alla più stretta attualità con l'emergenza immigrazione sulla rotta balcanica. "È la punta di un iceberg": afferma il Papa, "è povera gente che fugge dalla guerra, che scappa dalla fame: "La causa dominante è un sistema socioeconomico cattivo, ingiusto perché, parlando anche del problema ecologico, della politica, il centro non è più la persona. Il sistema economico dominante mette al centro il dio denaro, è l'idolo di moda". Pertanto è necessario andare alla causa, dove c'è fame bisogna creare lavoro, investire; se è la guerra bisogna cercare la pace e lavorare per la pace. "Oggi il mondo è in guerra contro se stesso - aggiunge il Papa - una guerra a pezzi" che sta distruggendo la terra, "la casa comune".

L'accoglienza delle parrocchie

Forte la denuncia di Francesco delle strumentalizzazioni, dell'interpretazione ideologica rispetto al fenomeno migratorio. Di nuovo il Papa mette in luce la situazione dei Rohingya cacciati dal loro Paese, il Myanmar, e da quello nel quale arrivano, la Malesia. Bisogna accogliere come accadde a lui e alla sua famiglia in Argentina, una nazione che non è scivolata nella xenofobia ma ha aperto le sue porte. La stessa richiesta fatta da Francesco alle parrocchie, ai conventi e monasteri chiamati ad ospitare una famiglia. "Quando dico che una parrocchia deve accogliere una famiglia, non intendo che per forza - aggiunge il Papa - debbano andare a vivere in canonica, ma che la comunità parrocchiale cerchi un posto, un angoletto per fare un piccolo appartamento o, nel peggiore dei casi, si organizzi per affittare un appartamento modesto per quella famiglia, ma che abbiano un tetto, che vengano accolti e vengano inseriti nella comunità". (ANSA).

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