Tremonti a Panorama: 'Prof. Monti, lei ha tradito'
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Tremonti a Panorama: 'Prof. Monti, lei ha tradito'

L'ex Ministro dell'Economia attacca il Presidente del Consiglio uscente

Il paragone fra Mario Monti e Alcide De Gasperi? «Più che scandaloso è penoso. Monti è solo il temporaneo Gauleiter dell’Italia. Come un podestà straniero».

Giulio Tremonti, l’ex ministro dell’Economia del governo Berlusconi non fa sconti al presidente del Consiglio. E in un’intervista con Panorama, pubblicata sul numero in edicola da giovedì 17 gennaio, lo accusa di tradimento. «È grazie al fondo salvastati che paghiamo il conto delle banche tedesche e francesi. L’Italia è esposta al rischio per il 5 per cento e paga per il 18. Monti si vanta di avere inventato lo strumento, solo che non lo usa per l’Italia e lo paga alla Germania».

Anche sul fatto di aver salvato l’Italia Tremonti va all’attacco del premier. E a Panorama dice: «Nei 3 lunghissimi anni già di crisi dal maggio 2008 al maggio 2011, i fondamentali dell’Italia erano in linea. In questi giorni di trionfalismo sullo spread siamo solo tornati ai livelli dell’agosto 2011. Lo spread c’era anche allora, ma la finanza pubblica era governata in modo da renderlo non problematico: il deficit pubblico era la metà di quello della Francia, il debito pubblico saliva ma a una velocità molto inferiore a quella degli altri paesi, la nostra riforma delle pensioni era considerata la migliore d’Europa, mancava solo la parte delle anzianità, comunque piccola nell’economia della riforma, la spesa pubblica era sotto controllo e concentrata non linearmente sugli ammortizzatori sociali. C’era coesione sociale, in 3 anni non ci fu un solo giorno di sciopero generale. C’era credito per le imprese. E il sistema nel suo insieme teneva».

E Tremonti respinge anche l’accusa, rivolta al governo Berlusconi, di aver sottovalutato la crisi.
«Nei primi 3 lunghi anni di crisi ho sempre detto e pensato che la crisi c’era ed era come i mostri nei videogame. E nel maggio-giugno 2011 i mostri erano diventati addirittura due: la crisi sovrana dell’euro, il diffondersi dell’idea che tutto stesse per saltare e, secondo, la guerra fra i debiti pubblici. Per questo credevo giusto per il mio Paese continuare a fare come nei 3 anni trascorsi. Invece passò la linea opposta. Purtroppo non mi riuscì di far passare la stessa logica di prudenza e di cautela nell’estate 2011. E così il governo entrò nella tempesta perfetta spiegando le vele al vento e aprendo i boccaporti verso il suo naufragio».

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