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Sporting Club Locri: dalle minacce all'intervento della FIGC

Dalle intimidazioni al Presidente della squadra di calcio a 5 femminile alla decisione di aprire un fascicolo sul caso, al ritorno in campo (forse)

Questa è una storia che con il calcio giocato ha poco a che fare. È una storia che puzza di malavita.
Al centro sono finite le ragazze della squadra femminile di calcio a 5 Sporting Club di Locri (Calabria). Indirettamente. A ricevere una serie di intimidazioni il Presidente della società Ferdinando Armeni. Il 10 gennaio la prossima partita. Prima il "no" a scendere nuovamente in campo espresso dall'associazione sportiva pronta al ritiro poi la decisione di metterla in vendita, il che consentirebbe alle ragazze di scendere in campo. Intanto la Procura delle FIGC, secondo notizie apprese dall'ANSA, avrebbe aperto un fascicolo sul caso. Ma ecco, passo dopo passo, cosa è accaduto.

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1 - Le minacce

sporting locri minacceLa schermata del sito dello Sporting Locri, chiuso per minacceAnsa

È il 26 dicembre quando la squadra di calcio femminile a 5, Sporting Club di Locri, pubblica sul suo sito l'annuncio di chiusura dell'attività. "Chiudere per dignità" scrivono. La verità è che la chiusura è dovuta alle minacce che il presidente della società, Ferdinando Armeni, ha ricevuto. Minacce contro se stesso e la sua famiglia oltre che contro altri dirigenti. "È ora di chiudere questo Sporting Locri. Andate via!" è il primo messaggio del 21 dicembre. "Forse non siamo stati chiari. Lo Sporting Locri va chiuso" tornano a scrivere in un biglietto lasciato sulla macchina del presidente il giorno 23. Con tanto di ruota bucata.

2 - Paura, chiusura, vendita

Il Presidente Ferdinando Armeni non indugia: la società chiude. Troppa la paura. Solo ieri la decisione di metterla in vendita per consentire alle ragazze di continuare a giocare, il 10 gennaio, la loro prossima partita e tutto il campionato. "So benissimo - ha detto Armeni - che è importante reagire e non cedere alle intimidazioni, ma al momento la mia decisione è quella di chiudere. Per questo ho espresso la possibilità di cedere la squadra affinchè questa realtà continui a vivere. Non ho la serenità giusta per proseguire le attività dello Sporting Locri perchè quanto è accaduto ha turbato la mia vita personale. Confido nelle forze dell'ordine affinchè si faccia luce su quanto è successo'".

3 - Acquisto da parte di "Riferimenti" e il ritorno in campo

Il coordinamento nazionale antimafia Riferimenti si è detto "pronto a rilevare la società che il presidente Armeni ha annunciato di voler cedere a costo zero". In questo modo il 10 gennaio la società potrebbe tornare a giocare la sua partita di campionato contro la Lazio.

4 - La Procura dell FIGC apre un fascicolo

Intanto si è mossa la procura della FIGC che ha aperto un fascicolo d'inchiesta per accertare quanto è accaduto. E, come ha dichiarato Filippo Bubbico, viceministro dell'Interno, "appena il problema si è posto il Prefetto di Reggio Calabria ha convocato il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica e sono state adottate tutte le misure per garantire la libertà di movimento e per la tranquillità delle giocatrici e degli amministratori".

Il presidente della società Armeni vive ora scortato. Inoltre i carabinieri del Gruppo di Locri hanno redatto un'informativa di reato che è al vaglio del pm di turno della Procura della Repubblica che valuterà se aprire un'inchiesta sulla vicenda per accertare i fatti e valutarne l'eventuale rilevanza sul piano penale, individuando eventuali responsabilità.

5 - Solidarietà

"Non lasciamo solo lo Sporting", è lappello dell'ente di promozione sportiva Centro sportivo italiano che ha deciso di organizzare un flashmob sportivo per le strade di Locri il giorno dell'Epifania chiamando a raccolta tutti gli sportivi di diverse discipline a scendere a giocare in piazza. Per l'occasione saranno distribuite magliette con l'hashtag #IoVadoAGiocareALocri.

Solidarietà dal presidente del Coni, Giovanni Malagò ("Locri deve giocare. Il 10 gennaio voglio vedere le ragazze in campo. Lo sport italiano è al fianco della società e delle atlete che non devono assolutamente cedere a questi vergognosi gesti") e dal numero uno della FIGC, Carlo Tavecchio ("Porteremo a Locri le azzurre del calcio a cinque per testimoniare la nostra solidarietà. Il calcio italiano è unito contro la violenza e contro la vergogna di chi attraverso la minaccia non vuole si faccia sport"). Solidali anche il presidente della Divisione calcio a 5, Fabrizio Tonelli, Patrizia Panico, capitano della nazionale femminile di calcio.

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