Siria: a Vienna l'ennesimo, deludente, vertice
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Siria: a Vienna l'ennesimo, deludente, vertice

Si chiude con il pessimismo generale e le scintille tra Usa e Russia la riunione del Gruppo Internazionale di sostegno per la Siria

Ancora una volta le grandi potenze mondiali si sono date appuntamento a Vienna per la riunione del Gruppo Internazionale di sostegno per la Siria (Issg).

Sullo sfondo, un certo pessimismo per una condizione di impasse che rende l'individuazione di una soluzione alla guerra ancora di là da venire.

Il solito refrain

I temi da approfondire sono stati sostanzialmente quelli di sempre: cessazione immediata delle ostilità, accessi umanitari alle città assediate, impegno per la transizione politica.

Tra le mille difficoltà emerse nella discussione, i 26 Paesi partecipanti al vertice hanno cercato di rilanciare il negoziato e di ripristinare un concreto cessate il fuoco alla luce delle numerose violazioni delle ultime settimane.

"La sfida è ora tradurre in atti concreti questa intesa", ha sottolineato il segretario di Stato Usa, John Kerry, in conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, e l'inviato speciale dell'Onu, Staffan de Mistura.

"Occorre ridare slancio ai negoziati siriani, questa è la crisi più drammatica degli ultimi anni": ha incalzato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni a margine dei lavori.

Riprendere il negoziato

Il documento finale, dove spicca l'impegno per avviare la transizione politica e la riforma costituzionale, invita le parti a tornare al negoziato.

Il monitoraggio del cessate il fuoco verrà effettuato dall'Onu con cadenza settimanale e le violazioni finiranno sul tavolo del Consiglio di sicurezza, pronto ad ampliare le pressioni sui belligeranti.

C'è poi il sostegno all'inviato speciale Staffan de Mistura a ragionare con Iran e l'Arabia Saudita e a riavviare i negoziati.

La responsabile della politica estera dell'Ue Federica Mogherini, in questo quadro e su richiesta Onu, ha incontrato la delegazione di Damasco, nel primo faccia a faccia tra l'Europa e il governo di Assad dall'inizio del conflitto.

Gli aiuti umanitari

Sul fronte umanitario, le grandi potenze riunite a Vienna si sono dette d'accordo sulla ripresa dell'accesso degli aiuti umanitari nelle città assediate, strette in una morsa che per de Mistura "ricorda le tecniche del Medio Evo". Ovvero privare gli assediati di acqua, cibo, medicine.

Se non verrà consentito l'accesso degli aiuti, il Programma Mondiale Alimentare interromperà le forniture via terra e metterà in campo ponti aerei e aiuti paracadutati.

Gli analisti sottolineano tuttavia che si tratta di una extrema ratio, perché le organizzazioni sul campo privilegiano la via terrestre, anche per controllare con maggiore efficacia i destinatari degli aiuti stessi.

Al vertice non sono mancate le scintille tra Stati Uniti e Russia. "Il presidente siriano Bashar al Assad e i 'suoi sostenitori' non saranno 'mai al sicuro' se non ci sarà la pace in Siria", ha tuonato Kerry. "Se Assad pensa di non ottemperare all'impegno per la transizione politica "si mette in una situazione pericolosa".

Lavrov ha risposto ribadendo la linea di Mosca: le sanzioni decise dagli Usa e dall'Ue "hanno aggravato la crisi umanitaria".

La Russia sostiene "la lotta al terrorismo non il presidente Assad, non difendiamo nessuno personalmente".

L'accordo di Vienna ora dovrà fare i conti con i campi di battaglia, dove le fazioni in lotta sembrano sempre più schegge impazzite e il sangue continua a scorrere a fiumi.

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Redazione