Incidente a Roma, oggi gli interrogatori dei fermati - Foto e video
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Incidente a Roma, oggi gli interrogatori dei fermati - Foto e video

Il giudice deciderà se convalidare il fermo dei due ragazzi che il 27 maggio sono scappati dopo aver ucciso una donna, Corazon Abordo, e ferito 8 persone

3 giugno

Si svolgeranno oggi gli interrogatori di garanzia e le udienza di convalida dei fermi dei due fratelli nomadi, un 17enne e un 19enne, arrestati dagli agenti della squadra mobile per l'incidente avvenuto mercoledì sera a Boccea, a Roma, nel quale una donna è morta e altre otto persone sono rimaste ferite. Il minorenne si trova detenuto presso il centro di prima accoglienza di via Virginia Agnelli mentre il maggiorenne a Regina Coeli. I rispettivi giudici per competenza (quello dei minori per il 17enne e quello penale di piazzale Clodio per il maggiorenne) decideranno sulle convalide. Concorso in omicidio volontario il reato contestato ai due, così come alla 17enne, moglie dell'altro minorenne, arrestata subito dopo l'incidente. Continuano intanto le indagini per verificare la presenza di un quarto uomo nell'auto. Le verifiche si concentrano proprio sull'individuazione di una quarta persona, che sarebbe fuggita a piedi e che continuerebbe forse ad essere protetta. Gli investigatori stanno ascoltando testimoni e raccogliendo nuovi elementi per trovare riscontri a quanto già in possesso e fare definitivamente chiarezza sulla vicenda. Si traccia anche il profilo dei due fermati, dei loro familiari e delle persone a loro più vicine: i fratelli passavano le giornate soprattutto a raccogliere ferro e altri oggetti buttati nei cassonetti per rivenderli nei mercatini. Il maggiorenne avrebbe precedenti per rapina, ricettazione e furto. Il minorenne per furto, resistenza a pubblico ufficiale, possesso di arnesi atti a offendere (per lo più i cacciavite usati per i colpi negli appartamenti). Gli inquirenti stanno cercando di far luce anche sul perché il 17enne alla guida della Lybra abbia accelerato a tutta velocità dopo l'alt intimato dalla volante della polizia

1° giugno

Quando li hanno fermati non hanno opposto resistenza ma hanno pianto, mostrando pentimento anche se, successivamente, non hanno risposto alle domande dei magistrati. È finita così la fuga del 17enne e il 19enne rom, fratelli, che sono stati catturatidagli uomini della Squadra Mobile di Roma per l'incidente di mercoledì scorso in via Boccea nel quale una donna di 44 anni è morta e otto persone sono rimaste ferite. La cattura di Samuele ed Entony Hlilovic è avvenuta all'aba di oggi in un campo poco lontano dall'insediamento della Massimina, a nord della capitale. Ora con la ragazza 17enne arrestata, tutti i tre sono accusati di concorso in omicidio.

Fondamentale, ha spiegato Luigi Silipo, capo della squadra Mobile, la collaborazione della madre dei due fuggitivi che contrariamente al resto della famiglia, si è messa a disposizione degli investigatori collaborando. La donna, che ha indicato il campo dove si nascondevano dal giorno della fuga, si è sempre espressa in modo favorevole al rintraccio dei figli invitandoli più volte a costituirsi.  Stando a quanto affermano gli investigatori, alla guida della Lancia Lybra ci sarebbe stato il 17enne, marito della ragazza in carcere. Quando sono stati catturati erano molto provati. Erano anche completamente sporchi, con parte pantaloni lacerati, il maggiorenne con una ferita lacerocontusa al ginocchio. Con molta probabilità nei giorni della fuga non hanno mai mangiato. Gli investigatori hanno acquisito in questi giorni registrazioni delle telecamere di sorveglianza della zona e diverse testimonianze che convergerebbero su questa ipotesi.

A Le indagini della Mobile continuano per verificare se a bordo della macchina ci fosse, come hanno raccontato alcuni testimoni, anche una quarta persona. Da quando i due avevano abbandonato l'auto, poco dopo le venti di mercoledì, per fuggire a piedi, gli investigatori avevano continuato a cercarli perquisendo tutti i campi nomadi della zona e ascoltando decine di persone. Da giorni gli inquirenti avevano le loro foto segnaletiche, sapevano chi erano e dove abitavano. Da mercoledì scorso non si erano mai mossi da Roma.

Si celebreranno sabato i funerali di Corazon Abordo, la filippina di 44 anni morta nell'incidente. Il Campidoglio, che si costituirà parte civile, pagherà anche le spese delle esequie e dell'espatrio della salma della donna



28 maggio

Le forze dell' ordine sono sulle tracce di un minorenne e di un'altra persona, sulla quale però gli investigatori non hanno ancora certezza sull'età. Con loro, sull'auto che ha ucciso una donna filippina di 44 anni e ferito altre otto persone (tutte fuori pericolo), c'era anche una 17enne, ora in stato di arresto con l'accusa di concorso in omicidio volontario. Uno dei due fuggitivi sarebbe proprio il marito, di appena 16 anni, con cui ha un figlio di 10 mesi.

 "Non avranno scampo, li prenderemo e non avranno nessuno sconto da parte dello Stato. Pagheranno caro e fino in fondo per quello che hanno fatto", la promessa del ministro dell'Interno, Angelino Alfano.

Polemiche e razzismo
Ma la tragedia di ieri sera ha fatto esplodere nel quartiere odio e polemiche di stampo razzista, con il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, che ha promesso di "radere al suolo i maledetti campi rom", conquistando consensi anche nel mondo dello spettacolo con Adriano Celentano che ammette di "star pensando a Salvini". Il sindaco Marino, da Philadelphia - dove è in viaggio per ricevere una laurea honoris causa - replica duramente lanciando un appello alla città ad "evitare le trappole".
"Qualcuno sta cercando di trasformare questa tragedia - ancora piu' terribile se, come sembra, a commettere l'omicidio sono stati dei minorenni - in una speculazione politica. Lo fa Matteo Salvini e lo fanno i suoi imitatori romani - sottolinea il primo cittadino -. Volontariamente accendono odio che rischia di produrre altra violenza, sperando cosi' di avere qualche tornaconto elettorale.
Gettare benzina sul fuoco non è un errore politico, è un vero e proprio delitto, imperdonabile per chi ha responsabilita' politiche nazionali o locali".

Il malessere del quartiere

I mazzi di fiori lasciati sull'asfalto dove ieri sera si è consumata una "scena apocalittica", come l'hanno definita i testimoni, nascondono in realtà un malessere neanche troppo celato del quartiere, dove sono comparsi in giornata adesivi razzisti con le scritte "Zingaro ladro assassino" e "Investiamo gli zingari per strada". E nel pomeriggio alcuni dei residenti si sono radunati in strada per un sit-in di protesta, al quale hanno partecipato anche esponenti di Fratelli d'Italia, Ncd e Noi con Salvini. "Basta, non ce la facciamo più - il coro unanime dei manifestanti - uno si integra o se ne va. Non siamo razzisti ma serve una vera integrazione".

Le misure di sicurezza
"Damoje foco", sono alcuni dei commenti più duri urlati verso i campi distanti appena qualche chilometro. Ed è proprio lì che si respira aria di tensione, nonostante l'innalzamento delle misure di sicurezza attorno a tutti i campi della citta'. "Abbiamo paura - dicono dalla Monachina, l'area dove risiedono i tre nomadi presunti autori dell'incidente mortale -. Oggi non abbiamo mandato i bimbi a scuola, non siamo usciti. Temiamo che qualcuno possa investirci per ritorsione". "Vogliamo chiedere scusa alla famiglia della vittima dell'incidente e a tutti i feriti - il messaggio lanciato dai familiari dei ricercati -. Se potessimo incontrare quelle persone, chiederemmo loro perdono". La sorella del minorenne ancora in fuga lancia un appello: "Torna qui e andiamo dal magistrato a costituirci, ti prego". Un appello che si perde nel vento che si insinua tra le lamiere, le baracche e roulotte del campo di centinaia di persone a cavallo dell'Aurelia, oggi bersaglio di minacce e intimidazioni. "Se qualcuno ha sbagliato e' giusto che paghi - dicono -, ma non è giusto attaccare tutti noi per gli errori commessi da altri". (ANSA)

Auto pirata sulla folla a Roma. Le immagini

I due ragazzi, ricercati per l'incidente avvenuto la scorsa settimana alla periferia di Roma dove ha perso la vita una donna filippina e 8 persone sono rimaste ferite, fermati dalle forze di Polizia, Roma, 1 giugno 2015. I due ragazzi rischiano l'accusa di omicidio volontario. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

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