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Politica

Il centrodestra (di governo) ribadisce il no a tasse sulla casa

Lega e FI ribadiscono la linea ferma contro nuove imposte sugli immobili; la palla torna al centrosinistra. Ed il tempo passa

No ad aumenti di tasse sulla casa. Questa la richiesta che il centrodestra fa al governo Draghi in vista del nuovo testo di compromesso sulla delega fiscale. Una posizione non nuova quella della Lega, Forza Italia, Udc, Noi con l’Italia e Coraggio Italia che è stata riconfermata anche oggi nella riunione che si è tenuta presso gli uffici del Carroccio del Senato, dove hanno partecipato: Matteo Salvini, Federico Freni (Lega), sottosegretario al Mef, Massimiliano Romeo, capogruppo Lega al Senato, Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, con i capigruppo di Camera e Senato, Paolo Barelli e Anna Maria Bernini, oltre alla responsabile azzurra dei rapporti con gli alleati, Licia Ronzulli, e al capogruppo di FI in commissione Finanze della Camera, Antonio Martino. Al tavolo anche il presidente di Noi con l'Italia, Maurizio Lupi.

“Andiamo avanti a ricercare una soluzione, con spirito costruttivo, ma con uguale determinazione: il risultato finale, che auspichiamo vicino, non potrà in alcun modo tenere in considerazione un aumento, presente o futuro, diretto o indiretto, di tasse sulla casa. Apprezziamo il fatto che il governo abbia preso atto della nostra posizione, che è in assoluta coerenza con quanto abbiamo sostenuto e realizzato come centrodestra negli ultimi 25 anni". Si legge nella nota congiunta del centrodestra di governo al termine della riunione sulla delega fiscale.

Nell’ultima riunione tra il centrodestra e Draghi, prima di Pasqua, Lega e Forza Italia avevano sottolineato come il governo dovesse scrivere nero su bianco che non ci sarà la possibilità di aumentare le tasse sulla casa in futuro, per quanto riguarda il tema del catasto. Mentre sul sistema duale la richiesta era quella di rivedere le aliquote perché si rischia un aumento di tasse che andrebbe a gravare sulle fasce più deboli della popolazione (aumento anche degli affitti calmierati). Il nuovo testo sarebbe dovuto arrivare subito dopo le vacanze ma così non è stato. Attualmente sembrerebbe che i tecnici del Mef abbiano però ultimato i lavori sulla delega fiscale e che il documento sia nelle mani di Draghi. Non è ancora stata stabilita una data di incontro, come invece era stato promesso nel vertice prima di Pasqua, tra il governo e il centrodestra, ma si sa di certo che il testo andrà in Aula il 9 maggio (data decisa ieri dalla riunione dei capigruppo).

Il nuovo testo, con incluse le modifiche richiesta da Lega e Forza Italia è fortemente atteso dal mondo di centrosinistra. Vita Martinciglio e Giovanni Curro', rispettivamente capogruppo e vicepresidente della commissione Finanze alla Camera del M5S hanno dichiarato di attendere “con una certa impazienza il nuovo testo della delega fiscale che dovrebbe uscire dalla mediazione politica tra il Governo e i partiti di centrodestra. Abbiamo già rilevato come si tratti, a nostro avviso, di un'iniziativa inusuale, probabilmente con finalità elettorali. Il risultato ad oggi è che un testo importante di riforma è congelato e non sappiamo quando tornerà in Commissione. La delega non tratta soltanto di catasto, ma anche di Irpef, Ires e imposizione sulla rendita finanziaria.

Indispettito anche il Pd che spiega come, dopo la calendarizzazione in aula prevista per il 9 maggio valuterà “con grande attenzione” le nuove proposte del Governo. “Così come abbiamo partecipato lo scorso anno proficuamente ad oltre 60 audizioni in commissione Finanze, condiviso sia il documento d'indirizzo dell'intera maggioranza, sia le riformulazioni del Governo al testo base, poi disconosciute dal cdx”. Lo dichiara in una nota il capogruppo Pd in commissione Finanze, Gian Mario Fragomeli.

Da sottolineare come Draghi ha dichiarato più volte, dopo le richieste di riscrittura del testo da parte di Lega e Forza Italia, come il nuovo documento dovrà essere condiviso anche dai partiti della maggioranza di centrosinistra. Punto di non poco conto se si pensa alla forte divisione presente in commissione Finanze alla Camera nelle ultime sedute, dove si è rischiata anche la rissa.

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Giorgia Pacione Di Bello