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Perché si celebra la libertà di stampa, i Paesi a rischio

Nella giornata promossa dalle Nazioni Unite nel 1993, il 3 maggio si ricorda il diritto d'informazione e tutti i giornalisti imprigionati nel mondo

Per il 3 maggio 2017, per la giornata in cui si celebra la libertà di stampa (promossa dalle Nazioni unite nel 1993), in queste 24 ore in cui si ricorda una delle più importanti garanzie che un governo democratico deve offrire ai propri cittadini, nel mondo ci sono ancora migliaia di giornalisti intimiditi, minacciati o peggio bloccati all'interno delle prigioni di Stato solo perché difendono il diritto di fare informazione. La denuncia più grave arriva dal rapporto annuale di Reporters sans Frontieres in cui si sostiene che la libertà d’informazione è gravemente messa in pericolo in 72 Paesi.

La Turchia
"In Turchia non c’è nessuna libertà d’espressione, censura e autocensura sono imperanti nel mondo dei media", ha dichiarato Can Dündar, ex direttore del quotidiano turco Cumhuriyet dal suo esilio tedesco alla Stampa.it. Nel Paese di Erdogan (arrivato al 150esimo posto su 180 per Reporters sans Frontieres) sono in galera 203 tra professionisti dei media, vignettisti, scrittori e documentaristi, 103 ricercati, 16 a piede libero in attesa di giudizio. Oltre 150 sono invece i mezzi della carta stampata o radiotelevisivi, agenzie, siti sequestrati o costretti a chiudere. Le accuse? Si va dal concorso in attività terroristica agli insulti al presidente perché, se va bene, si viene processati per attività scomode al governo. L'ultimo ad essere stato imprigionato (9 aprile 2017) e liberato (15 giorni dopo) è stato proprio un italiano Gabriele Del Grande, documentarista lucchese impegnato sui temi dell'immigrazione e fondatore di Fortress Europe. 

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L'Italia
L'Italia sale di 25 posizioni, ma i giornalisti nel nostro Paese subiscono ancora intimidazioni e interferenze. Reporters sans Frontieres nella sua classifica annuale sulla libertà di stampa mette il Bel Paese al 52esimo posto. Un esempio? Sul sito del Movimento 5 Stelle non si esita a diffondere pubblicamente l'identità dei giornalisti "che danno loro fastidio" accusa Reporters sans Frontieres nel suo rapporto più recente. Per questo motivo, "sotto la pressione dei politici, spesso i giornalisti italiani optano per l'auto-censura" portando la dialettica a "un livello di violenza verbale allarmante".

Gli Stati Uniti
Gli Stati Uniti (scesi di due posti, dal 41esimo al 43esimo nella classifica di RsF) risentono dell'effetto Trump, il presidente che "ha scatenato una caccia alle streghe" accusando la stampa di pubblicare notizie false. "Non solo compromette una lunga tradizione statunitense di lotta a favore della libertà di espressione", ma contribuisce a "disinibire gli attacchi contro la stampa nel mondo". Secondo l'organizzazione, i gruppi e le persone anti-sistema, come lo stesso Trump, utilizzano il discredito verso la stampa come loro "arma preferita".

I Paesi a rischio libertà
La classifica stilata dall’organizzazione parigina vede come tra i Paesi più a rischio la Corea del Nord, preceduta da Turkmenistan ed Eritrea. Si trovano in una posizione "difficile" o "molto grave" Cina, Russia, India, quasi tutto il Medio Oriente, l'Asia centrale e l'America centrale, oltre che in due terzi dell'Africa. Ventuno i paesi classificati tra i peggiori o "neri" sono Burundi, Egitto e Bahrein. Non si salvano Messico e Turchia.

I Paesi virtuosi
In testa alla classifica si attesta il Nord Europa, dove la Finlandia cede alla Norvegia il primo posto che deteneva da 6 anni, a causa di "pressioni politiche e conflitti d'interesse".

Il 3 maggio 2017
La Federazione nazionale della stampa italiana ha promosso tre manifestazioni: a Reggio Calabria, Torino e Milano, in occasione della XXIV Giornata mondiale della libertà di stampa. A Reggio Calabria, insieme con il Sindacato giornalisti della Calabria, l'Ordine dei giornalisti e l'Inpgi, la Fnsi celebrerà con una iniziativa nazionale alla quale parteciperanno, tra gli altri, il sottosegretario di Stato alla Giustizia, Gennaro Migliore, il segretario generale Raffaele Lorusso e il segretario generale aggiunto, Carlo Parisi, il direttore della Fnsi, Giancarlo Tartaglia, presidente e vicepresidente dell'Inpgi, Marina Macelloni e Giuseppe Gulletta, e il direttore generale dell'Inpgi, Mimma Iorio. 

A Torino, Associazione Stampa Subalpina, Ordine dei giornalisti del Piemonte e Unione nazionale cronisti italiani hanno organizzato la decima edizione della Giornata della memoria dei giornalisti uccisi da mafie e terrorismo, dedicata quest'anno al ricordo di Carlo Casalegno.

A Milano, infine, nell'ambito del Festival dei diritti umani, dedicato quest'anno al tema della libertà di espressione, la Fnsi e l'Associazione Lombarda Giornalisti saranno presenti, insieme con la Federazione europea dei giornalisti, al convegno "Il pericolo non dovrebbe essere il mio mestiere. Il giornalismo tra censure, minacce e guerre". Parteciperanno Nadia Azhghikina, Alessandra Ballerini, Paolo Borrometi, Anna Cataldi, Amalia De Simone, Anna Del Freo, Gabriele Dossena, Giuseppe Giulietti, Ahmet Insel, Paolo Perucchini, Rino Rocchelli e Elisa Signori. Al termine del convegno sarà inaugurata la mostra fotografica dal titolo "Dall'ultimo fronte. L'Ucraina di Andy Rocchelli e Andrey Mironov", patrocinata dalla Federazione nazionale della stampa italiana.

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Chiara Degl'Innocenti