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Ansa/MInistero dell'Interno Uruguay
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'Ndrangheta, la cattura del boss Rocco Morabito

Arrestato dall'interpol in un hotel in Uruguay assieme alla moglie. Era latitante dal 1995

 “'U tamunga”è stato arrestato. È finita nella notte fra il 3 e il 4 settembre 2017, dopo 22 anni, in un lussuosissimo hotel a Montevideo, in Uruguay, la latitanza di uno dei boss delle più spietate e potenti ‘ndrine della Locride: Rocco Morabito.

Rocco, soprannominato dagli affiliati e dagli esponenti delle cosche rivali, 'u tamunga perché proprietario di un fuoristrada Munga, prodotto tra il 1956 e il 1968 nella ex-Germania Ovest dalla DKW, con il quale raggiungeva le zone più impervie dell’Aspromonte, è stato arrestato con un provvedimento di cattura “codice rosso” dagli uomini dell’Interpol in Uruguay dove viveva da circa dieci anni.

Documenti falsi 

Con un documento falso brasiliano a nome di 'Francisco Capeletto', Morabito era riuscito ad ottenere una regolare carta d'identità uruguaiana con la quale ha acquistato una villa in uno dei quartieri più eleganti di Punta del Este.

Morabito era stato condannato, 23 anni fa, a 30 anni di carcere per associazione di tipo mafioso e traffico di droga ma subito dopo la condanna di lui si persero le tracce. Aiutato dai cartelli del narcotraffico sudamericano, Morabito raggiunge prima il Brasile, dov'è rimasto per una decina di anni, e poi l’Uruguay.

Destinato a una carriera criminale

Nato il 13 ottobre 1966 a Africo, ‘U tamunga era destinato ad una carriera criminale. Discendente di Giuseppe Morabito, boss della potente e omonima cosca della Calabria, si mostrò fin da adolescente spietato e con uno spiccato senso per gli affari.

Poco più che maggiorenne subentrò nella gestione del traffico di droga e con i cartelli dei narcos sudamericani organizzava il trasporto della droga in Italia e la distribuzione in Lombardia, in particolare nella città di Milano.

Poi l’arresto, la condanna e la latitanza dalla quale ha continuato ad organizzare il traffico di cocaina con l’Italia.

Maxi carichi di cocaina  

Il ministero degli Interni del paese uruguaiano ricollega agli affari di Morabito anche numerosi carichi di cocaina tra i quali quello di 32 kg diretti nel nostro Paese nel 1993 ma che non giunsero mai in Italia perché fu catturato in Francia uno dei suoi corrieri; il maxi carico di 592 kg nel 1992  partito dal Brasile diretto in Italia ma “intercettato” dalla polizia appena arrivato in porto e un altro carico, sempre nel 1993, di 630 kg di cocaina.

Catturata anche la moglie 

Insieme a lui, questa notte, è stata arrestata anche una donna angolana con passaporto portoghese che, secondo la polizia locale, sarebbe la moglie del boss Morabito.

Durante il blitz, la polizia uruguaiana ha confiscato a “u tamunga”13 cellulari, una pistola, 12 carte di credito, assegni in dollari e soprattutto 150 foto carnet con il viso del detenuto.  

Morabito, proprio come tutti i boss latitanti, spesso ricorreva a travestimenti per sfuggire ai controlli di polizia e ottenere documenti falsi per gli spostamenti tra un Paese ed un altro.  

Il 'boss' della 'ndrangheta che adesso sarà estradato in Italia, venne inserito nell'elenco dei latitanti più pericolosi d'Italia assieme a Matteo Messina Denaro, il 10 febbraio 1995.

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Nadia Francalacci