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Migranti, come funzionerà la nuova guardia costiera europea

Il sistema comune di gestione delle frontiere esterne conterà su almeno 1.500 specialisti e istituirà un ufficio rimpatri

I ministri degli Interni dell'Ue hanno approvato il progetto di istituzione di una Guardia costiera e di frontiera europea per una migliore gestione dei confini esterni dell'Unione europea.

Il via libera apre le porte ai negoziati con il Parlamento europeo, dove il voto finale è atteso entro giugno così da permettere al dossier di finire sul tavolo dei capi di Stato e di governo, che si riuniranno il 28 giugno. L'obiettivo è di avere il sistema di Guardia costiera pienamente operativa già a settembre.

In questi mesi si metteranno a punto gli aspetti tecnici dell'accordo. "Punto centrale del nuovo sistema di gestione delle frontiere esterne è l'istituzione di un un ufficio europeo per i rimpatri", ha spiegato il ministro dell'Interno, Angelino Alfano. "Il rimpatrio diventa l'elemento centrale della strategia europea, ed è importante perché conferma l'approcio comune" della gestione dei flussi dei richiedenti asilo. L'ufficio per i rimpatri, ha spiegato ancora, verrà creato all'interno della struttura della Guardia costiera e di frontiera, e ogni Paese avrà "punti di contatto nazionali" per lavorare in coordinamento con l'ufficio centrale. 

La guardia costiera e di frontiera europea riunirà l'Agenzia europea per la guardia costiera e di frontiera istituita da Frontex (l'agenzia Ue per il controllo delle frontiere esterne) e le autorità degli Stati membri responsabili della gestione delle frontiere. La nuova Guardia costiera e di frontiera avrà una squadra di intervento "rapido" di guardie costiere.

L'Agenzia potrà contare su almeno 1.500 esperti, il cui intervento potrà essere dispiegato entro tre giorni. La Guardia costiera e di frontiera avrà un ruolo di monitoraggio e sorveglianza attraverso un centro di monitoraggio e analisi dei rischi per controllare i flussi migratori verso l'Unione europea e al suo interno. (AGI) 

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EPA/TOMISLAV GEORGIEV
Polizia macedone a Gevgelia, durante gli scontri con i rifugiati del campo di Idomeni, Grecia. 10 aprile 2016

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