Quanto costa la scorta della Boldrini
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Quanto costa la scorta della Boldrini

Oltre un milione e centomila euro l’anno per garantire l'incolumità del presidente. E 27 uomini in servizio permanente: è la scorta più imponente d'Europa. Saviano, l'antipoliziotto

“27 uomini impegnati a garantire unicamente l’incolumità di Laura Boldrini è un’offesa allo Stato, alle Istituzioni e a tutti gli italiani”. La Presidente della Camera è la donna più scortata d’Italia e d’Europa e costa ai contribuenti italiani oltre un milione e centomila euro l’anno.

L’indignazione del Coisp, sindacato della Polizia di Stato si somma alla rabbia delle altre sigle sindacali che rappresentano i poliziotti italiani. Sull’enorme apparato di protezione della Presidente della Camera si è espresso il Siulp che dichiara sbigottito, che non era mai accaduto prima nel nostro Paese che una carica istituzionale godesse di un sistema di sicurezza e protezione così imponente; Gianni Tonelli del Sap, sindacato autonomo Polizia, invece, consiglia, ovviamente con nota ironica, alla presidente Boldrini di “stare attenta ai poliziotti malati” perché potrebbe essere a serio rischio la sua incolumità.

La Presidente della Camera, Boldrini, gode dei servizi di un piccolo esercito considerando che ad esempio il Commissariato di Porta Pia ha in forza meno di 40 uomini e quello di Genzano "solamente" 37, dieci uomini più della sola Presidente Boldrini.  

“Noi denunciamo da tempo certi scempi che pesano non poco soprattutto in tempi di crisi in cui si chiedono sacrifici agli italiani e miracoli ai poliziotti- dichiara Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia- è assolutamente necessario rivedere un sistema inefficiente e soggetto a troppi abusi. In Italia mettiamo a disposizione piccoli eserciti di uomini anche per una sola persona. E la Boldrini è un esempio”

Gli uomini dello Stato sono chiamati non solo a proteggere la Presidente Boldrini ma anche il compagno e quando si trova sul territorio italiano persino la figlia che studia all’estero.

“Non dimentichiamoci che la scorta è per lo più concepita come uno status symbol e ciò significa molto quanto al modo di ‘viverla’ da parte dello scortato- prosegue amareggiato Maccari- sentiamo spesso approcci verso questo servizio difficile e delicato assai fantasiosi e completamente campati in aria, cosa che ne tradisce molto spesso la falsità, di chi ama le dichiarazioni ‘spot’ delle quali la più riuscita è senz’altro quella di ‘voler rinunciare alla scorta’ come ha dichiarato recentemente lo scrittore Roberto Saviano”.

E Maccari sottolinea come spesso, in Italia, gli uomini della scorta siano utilizzati per fini diversi. Insomma dall’uso serio e necessario, all’abuso.  

“E’ assolutamente inaccettabile che si perseveri a tirare fuori una volta ogni tanto, solo quando la cronaca giudiziaria lo impone, le solite ignobili e fasulle recriminazioni contro un sistema, quello delle scorte in Italia, che tutti sanno benissimo quanto sia inefficiente – prosegue – considerato poi che comporta non di rado costi del tutto evitabili e praticamente inutili. Il sistema scorta è soggetto ad abusi di ogni genere e oggi più che mai necessita di una revisione completa che ne determini chiaramente i limiti entro cui deve svolgersi un servizio che resta pubblico, ma che troppi intendono come un rapporto di natura ‘privatistica’, pensando di poterne disporre a proprio piacimento”

Poi conclude: “Lo scortato purtroppo sempre più spesso decide di andare ben oltre i limiti della correttezza e dell’onestà, prendendoci gusto e finendo per abusare di un servizio reso nel solo interesse dello Stato”.

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Nadia Francalacci