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(Ansa)
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Dietro il maltempo in Emilia Romagna ci sono ragioni scientifiche di cui nessuno parla

certo, il cambiamento climatico è evidente, come gli errori della mala politica. Ma ci sono cose che bisogna considerare come l'inclinazione, la rotazione e l'orbita della Terra

Levando ogni ipocrisia, pensare che creare una zona a traffico limitato o impedire la circolazione dei veicoli a motore endotermico possa cambiare un sistema complesso come il clima planetario è semplicemente folle. Sciagurato, invece, è ritardare nella progettazione di opere necessarie per mettere in sicurezza i nostri territori, come gli ultimi eventi meteorologici hanno dimostrato.

Innanzi alla polemica politica e al derby tra ambientalisti (veri o finti) e realisti (moderati o negazionisti), pochi ancora ricordano che a scuola si studiavano gli effetti sul clima generati dalla rotazione, dall'inclinazione e dall'orbita della Terra attorno al sole, fenomeni che inevitabilmente fanno variare la quantità di energia solare ricevuta da una particolare regione del globo, a seconda della sua latitudine, dell'ora del giorno e del periodo dell'anno. Stiamo calmi, non è una teoria negazionista, ma anche minimi cambiamenti nell'angolo di inclinazione della Terra come nella forma della sua orbita attorno alla nostra stella causano cambiamenti nel clima in un arco di tempo compreso tra 10.000 e 100.000 anni. Come i cambiamenti giornalieri di luce, temperatura e calore sono causati dalla rotazione della Terra, i cambiamenti stagionali sono causati dall'inclinazione dell’asse terrestre. E questo sta a sua volta cambiando.

Lo dicono gli scienziati, i quali almeno su questo sono quasi tutti d’accordo: la rotazione, l'inclinazione e l'orbita della Terra continuano a cambiare anche oggi, ma non spiegano completamente l'attuale rapido cambiamento climatico in corso.

I cambiamenti nell'insolazione provocano cicli di ere glaciali e questi modelli, chiamati anche cicli di Milankovitch, perché predetti dallo scienziato serbo Milutin Milankovitch all’inizio del ventesimo secolo, dimostrarono che i periodi glaciali si verificano durante i periodi di bassa insolazione estiva alle alte latitudini nell'emisfero settentrionale, il che aveva sempre consentito alle calotte glaciali di espandersi poiché non soggette a scioglimento di anno in anno. Successivamente, gli scienziati hanno dimostrato la validità della teoria studiando la cosiddetta documentazione geologica, specialmente quella conservata negli strati dei sedimenti e dei fossili nei bacini oceanici che preservano i cambiamenti chimici nell'oceano e nell'atmosfera durante i periodi glaciali e interglaciali. Tuttavia, gli studiosi non sono altrettanto concordi sul fatto che la rotazione, l'inclinazione e l'orbita della Terra non influiscano sul riscaldamento globale e il cambiamento climatico, dividendosi tra “moderati” e “assolutisti delle colpe umane”.

Del resto, la Terra è un sistema incredibilmente complesso al clima della quale concorrono fenomeni diretti e indiretti. Se per un lettore è facile intuire che l’aumento della temperatura acceleri lo scioglimento dei ghiacci, ben più complicato è comprendere, per esempio, che l’aumento o la diminuzione della quantità di luce solare che viene assorbita da diverse aree della superficie terrestre possa influenzare la temperatura media. Per esempio, se aumenta la copertura di neve e ghiaccio, specialmente alle alte latitudini, può aumentare il riflesso della luce solare, che a sua volta diminuisce la quantità di luce assorbita dalla superficie terrestre. E questo ha un impatto diretto anche sul ciclo dell’anidride carbonica che viene trasferita tra terreni, atmosfera e oceani.

Con calcoli i cui risultati vengono troppe volte accolti per fede ambientalista e spacciati per verità assoluta, dimenticando il valore di qualsiasi approssimazione. Gli scienziati pensano che i cicli di Milankovitch siano sufficienti per spingere il clima da una fase fredda all'inizio di una fase calda, ma che non spieghino l'intero aumento della temperatura al quale assistiamo. E il motivo è logico: secondo questa teoria la Terra starebbe vivendo una fase di diminuzione della radiazione solare che la raggiunge e ciò porterebbe al suo raffreddamento, non al riscaldamento, quindi, qualche altro fattore deve influenzare il clima negli ultimi tempi. E siccome negli ultimi 30 anni grandi nazioni come Cina, India, Brasile e altre hanno visto uno sviluppo accentuato e con questo l’aumento delle emissioni di anidride carbonica, la causa è stata individuata nelle attività umane. E una volta che la Terra ha iniziato a riscaldarsi, la copertura di ghiaccio sugli oceani ha iniziato a sciogliersi e le acque dell'oceano si sono riscaldate. Il riscaldamento è stato quindi amplificato dai cambiamenti nella fisica, chimica e biologia dell'oceano stesso che hanno influenzato lo scambio di anidride carbonica tra acqua e atmosfera. Più anidride carbonica nell'atmosfera porta a un maggiore riscaldamento, e questo potrà essere ridotto soltanto quando i cicli di Milankovitch riporteranno il clima verso una decisa fase di raffreddamento.

Antropocene, l’era in cui i poli si stanno spostando

Qui entra in gioco un’altra teoria: il massiccio scioglimento dei ghiacciai a causa del riscaldamento globale ha causato lo spostamento nell'asse di rotazione terrestre dagli anni Novanta a oggi e questo determinerebbe gli effetti ai quali assistiamo oggi. Ovvero: i cambiamenti nel modo in cui la massa terrestre è distribuita attorno al pianeta provoca il movimento dell'asse, e quindi dei poli. Insomma, a far spostare i poli terrestri sarebbe la perdita di centinaia di miliardi di tonnellate di ghiaccio all'anno negli oceani. Con la conseguenza che questi si scaldano e alimentano il ciclo che abbiamo descritto. In particolare, gli scienziati hanno scoperto che la direzione della deriva polare si è spostata da sud a est nel e che la velocità media di deriva dal 1995 al 2020 è stata 17 volte più veloce rispetto al periodo 1981-1995. E che dal 1980 la posizione dei punti ideali che rappresentano i poli si è spostata di circa 4 metri. Il guru di questo studio è il professor Shanshan Deng dell'Institute of Geographic Sciences and Natural Resources Research presso l'Accademia cinese delle Scienze. La sua ricerca, pubblicata sulla rivista Geophysical Research Letters, ha mostrato che le perdite glaciali hanno causato la maggior parte dello spostamento, anche se non possono esserne l’unica ragione. E punta il dito sul prelievo di acqua sotterranea che viene poi scaricata in mare. Il suo collega Vincent Humphrey dell'Università di Zurigo afferma invece che le attività umane hanno ridistribuito enormi quantità di acqua in tutto il pianeta: "Questo cambiamento di massa è così grande che può cambiare l'asse della Terra. Tuttavia, oggi il movimento dell'asse terrestre non è abbastanza grande da influenzare la vita quotidiana, ma potrebbe cambiare la durata di un giorno di qualche millesimo di secondo”. Dagli Usa, il professor Jonathan Overpeck, dell'Università dell'Arizona, ha sempre sostenuto invece che i cambiamenti dell'asse terrestre hanno evidenziato “quanto reale e profondamente grande sia l'impatto che gli umani stanno avendo sul pianeta”, schierandosi tra chi vorrebbe battezzare l’oggi con una nuova epoca geologica, l'Antropocene. Su tutti c’è il parere degli astrofisici, i quali ricordano che mentre la Terra orbita attorno al Sole ne è anche attratta dalle forze gravitazionali, come accade anche con quelle generate dalla presenza della Luna e dei grandi pianeti del sistema solare, principalmente Giove e Saturno. Per lunghi periodi di tempo l'attrazione gravitazionale di altri corpi del nostro sistema solare cambia lentamente la rotazione, l'inclinazione e l'orbita della Terra. In un tempo compreso tra 100.000 e 400.000 anni cambieranno lentamente l'orbita terrestre rendendo la sua traiettoria più circolare oppure più ellittica. Con sconvolgimenti meteorologici e climatici. Inoltre, la variazione dell’inclinazione dell'asse terrestre rispetto al Sole cambia nel tempo, in circa 41.000 cicli annuali. Sono variazioni minime ma che modificano la quantità di luce solare ricevuta, assorbita e re-irradiata da diverse parti della Terra. A loro volta, i cambiamenti nell'insolazione durante questi lunghi periodi di tempo possono modificare i climi regionali e la durata e l'intensità delle stagioni. Ed ovviamente innanzi alle dimensioni e all’evoluzione del creato, affannarsi per quella della tecnologia delle automobili appare insignificante e ridicola.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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