La brutta voce del premier
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La brutta voce del premier

Quella di Rocco Casalino, ex concorrente del Grande fratello convinto di essere ancora nel programma in cui i partecipanti venivano eliminati uno a uno

La cosa delle potenti lobby contro Di Maio e il suo Decreto dignità non l'ho capita. Io non so se sono ottomila i postia rischio ogni anno per la maggiore rigidità dei contratti di lavoro, so però che gli imprenditori sono molto preoccupati.

La settimana scorsa ho dedicato la copertina a questa preoccupazione. Non me l'ha suggerito nessuno e le voci raccolte non mi sembravano le voci di lobbisti ma voci di chi ogni giorno investe soldi per guadagnarne di più, di chi lo fa offrendo lavoro, di chi chiede un mercato dell'occupazione meno ingessato sul tempo indeterminato. Tranne che non si voglia ritirare fuori la contrapposizione tra padroni cattivi e lavoratori sfruttati, non mi sembrava una lobby.

Hanno i loro interessi gli imprenditori, certo, ma ho trovato ragionevoli molte argomentazioni che davano. Invece no, per il leader grillino di questo governo "moderno" quell'esercito di imprenditori è una lobby appoggiata da forze oscure che si annidano nei ministeri o all'Inps.

Le teorie sui complotti non mi hanno mai convinto del tutto. Ci sono state a volte convergenze sospette tra i poteri, ci sono interessi che spingono in una direzione o in un'altra, ma sono le House of Cards di tutte le stagioni. Con cui bisogna fare i contie magari prendere contromisure, per carità, ma che a piagnucolare sia un governo dalla maggioranza schiacciante, che non gode in verità di una stampa poi così ostile, e che ha dietro la porta una fila di burocrati e boiardi pronti a salire sul carro, mi pare francamente una forzatura.

Ho il sospetto che questo gridare al complotto serva ancora una volta a titillare la pancia della piazza per potere spazzar via chi disturba il conducente. Pensino a governare, i grillini, non ad agitare fantasmi e a stilare liste di proscrizione alla Casalino.

Le critiche non sono complotti, sono il pane quotidiano di una società civile. A questo proposito, sul guru Rocco Casalino un paio di cose vorrei dirle. È l'emblema di chi incarna il ruolo pubblico in maniera privatistica, di chi punisceo blandisce gli interlocutori a seconda se gli stanno simpatici o antipatici.

Fa il portavoce dei Cinquestelle ma soprattutto è il portavoce del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Dunque è la voce del governo e di quel premier che si è insediato dicendo di essere l'avvocato di tutti.

Casalino invece fa l'avvocato di parte. Strano, no? Ho trovato volgare attaccarlo per le sue "nudità" rotonde mentre in spiaggia mette una mano sulla spalla del suo compagno gay con accanto il loro cagnolino "da femmine". Mi chiedo se i suoi critici quando vanno al mare si mettano sulla sdraio in giaccae cravatta, portino un cagnone rigorosamente "da maschi", espongano un fisico asciutto.

Quelle critiche non mi sono sembrate politicamente scorrette, ma stupidamente omofobe. Di contro non ho trovato divertente che Casalino abbia schernito Salvatore Merlo, giornalista del Foglio antigovernativo, ventilando la chiusura della testata e la sua prossima disoccupazione. Ma Casalino è così. Approfitta della sua posizione per distribuire pagelle, sa che si deve passare da lui per ottenere notizie o il via libera alle interviste e usa questo potere come gli aggrada, non in base al suo ruolo istituzionale.

È il peggio del suo mondo e mi chiedo se il suo mondo, che non è tutto come lui, conosca questo modo di fare. Magari lo conosce e non può sbarazzarsi di lui perché Rocco è stato nelle stanze grilline fin dall'inizio, sa tutto di tutti e conviene tenerselo buono.

Se si mettesse a remare contro, altro che lobby. Non c'è un collega degli altri giornali che non mi confermi questo suo atteggiamento arrogante. Il suo messaggio è: la stampa o mi è amica o mi è nemica, i giornalisti devono capire che se vogliono parlarmi devono farlo sull'attenti.

Immagino mi consideri un nemico che non sta sull'attenti. Presumo che se la sia legata al dito per la prima copertina che ho fatto da direttore su Di Maio "leader piccolo piccolo". Sarà libero un giornale di sollevare dubbi sulle capacità di Giggino a reggere un ruolo così importante? Evidentemente no, è lesa maestà.

Allora Matteo Renzi che avrebbe dovuto fare in questi anni in cui Panorama lo ha attaccato continuamente? Chiudere per legge la testata? Ma Casalino è Casalino. O gli si bacia la pantofola o guai.

Nonostante sapessi tutto ciò, io che non ragiono come lui, qualche giorno fa gli ho telefonato. Non conosceva il numero dunque non ha risposto. Mi ha mandato un messaggio: "Chi è?". Mi sono presentato e gli ho scritto che avrei voluto parlargli. Quindi ho richiamato. Non ha risposto. Mi ha mandato un nuovo sms: "Non può dirmi qui?". No - ho scritto - vorrei parlarle perché ho una proposta articolata da farle e vorrei spiegargliela bene, non sia così diffidente. Ho richiamato. Non ha risposto. Allora ho scritto io l'ultimo messaggio: facciamo così, se ha voglia di sentire la mia proposta mi chiama, altrimenti amen. Ora vorrei chiedere a quei lettori che mi vedono prevenuto nei confronti di questo governo: secondo voi ha richiamato? Ovvio che no.

Può darsi che fosse impegnato a preparare per l'indomani il brindisi antivitalizi durante il quale ha canzonato il collega del Foglio, ma non ha chiamato neanche dopo. Non l'avevo contattato per una questione privata ma in quanto portavoce del premier. E sapete quale era la proposta che volevo fargli, io prevenuto, e che avevo illustrato quella mattina in riunione di redazione? Una rubrica settimanale. Con questo titolo e sommario: "Il portavoce. Tutto quello che questo governo fa di buonoe che non leggo sui giornali". A firma Rocco Casalino.

Signor primo ministro e signori secondi ministri, se questo è il portavoce che volete, tenetevelo. Ma quando qualcuno vi critica, smettetela di evocare complotti. Le cose spesso sono molto più semplici di come le si voglia far apparire. O, come in questo caso, molto più stupide.

Giuseppe Conte si convinca che non può farsi rappresentare da un ex concorrente del Grande fratello convinto di essere ancora nel programma in cui i partecipanti venivano eliminati uno a uno.

Almeno lì erano migliaia di telespettatori a votare, qui è uno soltanto che vota per tutti.

raffaele.leone@mondadori.it

(Questo articolo è stato pubblcato sul numero di Panorama in edicola il 19 luglio 2018)

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Raffaele Leone