Israele in guerra si addestrerà in Sardegna
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Israele in guerra si addestrerà in Sardegna

I caccia di Tel Aviv simuleranno nei cieli italiani scenari di guerra, come quelli (reali) a Gaza - Tutto sul conflitto a Gaza

Tutto è deciso e, salvo dietrofront dell'ultima ora, c'è anche una data: il 21 settembre. Sarà allora che prenderanno il via le esercitazioni militari dell'aeronautica israeliana sui cieli della Sardegna. A Capo Frasca, nel comune di Arbus, nel Medio Campidano, tutto è pronto per l'arrivo degli F-16 con la stella di David. E' qui che si svolgeranno le operazioni militari di addestramento della Iaf, l'aviazione militare israeliana. Velivoli e piloti che in queste settimane sono protagonisti dell'operazione Protective Hedge nella Striscia di Gaza, sorvoleranno la costa occidentale sarda, non lontano da Oristano, e sganceranno bombe da 6 chili ciascuna: ordigni inerti - avrebbe assicurato Tel Aviv - ma che si uniranno a munizioni "vere" esplose dai cannonicini di bordo e razzi da 2 pollici.

Un'esercitazione di cui l'Unione Sarda ha fornito dettagli , peraltro già noti e previsti dalla pianificazione del Ministero della Difesa, contenuta nel "Programma per il secondo semestre 2014". I caccia israeliani, infatti, non saranno i soli ad addestrarsi in Sardegna, dal momento che l'isola è nota per il fatto di ospitare diversi poligoni e basi di addestramento, da Salto di Quirra a Capo Teulada, passando per la ormai ex base americana della Maddalena. Al fianco dei velivoli israeliani comunque ci saranno anche mezzi italiani, dal momento che l'esercitazione è "targata" Nato. A Quirra, ad esempio, l'aeronautica lancerà alcuni armamenti tra quelli considerati più all'avanguardia, come missili Aster 30 e Stinger (un'attività che verrebbe definita da fonti militari come "hot", calda), ai quali a ottobre si aggiungeranno razzi Spada. A Sulcis, invece, saranno impegnate anche alcune navi, con lanci verso la costa, mentre a terra saranno in azione carri armati. E' prevista anche una scuola di tiro Tow, Panzerfaust e Milan: nomi che evocano scenari apocalittici e sicuramente scatenano le polemiche della popolazione locale, che da sempre mal tollera la presenza di militari e operazioni sul proprio territorio.

Tra l'altro, proprio i Milan avrebbero allarmato, perché dotati di testate al torio, un metallo debolmente radioattivo, utilizzato in molti campi, dalla realizzazione di leghe di magnesio, ai fili dei trasmettitori tv di potenza, ma anche in centrali nucleari di nuova generazione. "Fuori i terroristi dalla Sardegna" ha commentato qualcuno in Rete. "Dopo i macelli a Gaza, le vacanze in Sardegna?" gli ha fatto eco qualcun altro, mentre non sono pochi a pensarla come chi ha postato questa minaccia: "Anche solo l'idea che possa accadere basta per mettere su una grande protesta per boicottare e bloccare tutto"

Lo stesso primo cittadino di Arbus, Francesco Atzori, nel cui territorio risiede la zona di addestramento di Capo Frasca, è più volte intervenuto, arrivando a ipotizzare di dichiarare la presenza del poligono "indesiderata". Oggetto del contendere, oltre alla rinegoziazione della cosiddetta "servitù militare", è anche la questione degli indennizzi ai pescatori del territorio. Lo stesso sindaco aveva chiesto, lo scorso aprile, una sospensione delle esercitazioni per tre-quattro mesi, durante il periodo estivo, quando si concentra la maggior parte dell'afflusso di turisti sulla costa.

Dopo le proteste e le sollecitazioni di alcuni parlamentari sardi, come Emanuela Corda (M5S), Giampiero Scanu (Pd) e Michele Piras (Sel), Atzori ha risposto: "Non si può precludere alla comunità la speranza che nel futuro si chiudano i poligoni", aggiungendo però: "Ma nell'immediato bisogna rinegoziarne la permanenza. Altrimenti non ne vogliamo più sapere, perché ci portano solo problemi. Cominciamo a parlare di indennizzi". Il territorio al momento incassa 1,4 milioni di euro ogni cinque anni: l'amministrazione vorrebbe che invece i fondi aumentassero e fossero erogati ogni anno.

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Eleonora Lorusso