Isis: decapitato uno degli ostaggi giapponesi
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Isis: decapitato uno degli ostaggi giapponesi

Un video annuncia l'esecuzione e formula richieste per il rilascio del secondo prigioniero: la liberazione di una donna irachena, aspirante kamikaze

- Uno dei due ostaggi giapponesi è stato decapitato dai macellai dell'Isis.
Site, il sito web americano di monitoraggio delle attività dei jihadisti ha diffuso ieri pomeriggio la notizia

- L'uomo assassinato è Haruna Yukawa. Site ha parlato per primo dell'esistenza di un video dove il secondo ostaggio giapponese, Kenji Goto Jogo, mostra l'immagine dell'esecuzione e implora per la sua vita presentando le nuove richieste dell'Isis.

Il governo giapponese, attraverso il portavoce Yoshihide Sugadopo, dopo aver esaminato il video ha dichiarato che le immagini che mostrano la morte di Haruna Yukawa, sono "verosimilmente autentiche", aggiungendo che "nessun contatto" c'è stato finora con i rapitori su Kenji Goto, l'altro cittadino nipponico sequestrato. "Il Giappone - ha aggiunto il portavoce in conferenza stampa - lavora con Giordania e altri Paesi per favorire la liberazione dell'altro ostaggio" di cui non ci sarebbero notizie certe. Tokyo ha infatti istituito ad Amman l'unità di crisi nella regione. Il governo nipponico sta analizzando ancora "se il messaggio sia stato o meno effettivamente postato dallo Stato islamico".

Il secondo ostaggio

"Guardate la foto del mio compagno di prigionia Haruna massacrato nella terra dell'Isis. Eravate stati avvertiti". Queste le parole pronunciate dal giornalista Kenji Goto Jogo. L'ostaggio ucciso, Haruna Yukawa, era un contractor. Nel video, che dura due minuti e 56 secondi, Kenji Goto Jogo presenta la nuova richiesta dei suoi rapitori: il rilascio di "Sajida al-Rishawi" in carcere in Giordania.

Nel video (pubblicato su Youtube a questo indirizzo - https://www.youtube.com/watch?v=zZ8Z9NYM1Gs&feature=youtu.be - e poi disabilitato) c'è un audio di Goto con sullo sfondo una foto in cui tiene in mano una foto (il cadavere dell'ostaggio ucciso) e spiega che Isis non vuole più il riscatto di 200 milioni di dollari ma il rilascio di Sajida al-Rishawi, donna irachena, aspirante kamikaze.

Era la moglie di uno dei tre kamikaze che riuscirono a farsi saltare in aria ad Amman, nel 2005, causando 57 morti. Anche lei voluto farsi esplodere ma la sua cintura esplosiva non si attivò. Sarebbe anche la sorella di uno streto collaboratore di Abu Musab al-Zarqawi, il leader di al-Qaeda in Iraq ucciso nel giugno del 2006 a Baquba.

Catturata dalle autorità giordane, fece un'apparizione in tv per una sorta di confessione-rivendicazione; condannata a morte da un tribunale militare giordano, ha presentato appello ed è in attesa del giudizio. In Giordania, ad Amman, il Giappone ha allestito un team di lavoro che sta seguendo la crisi degli ostaggi. Lo guida il viceministro degli Esteri, Yasuhide Nakayama, che ripetendo la scelta del governo di Tokyo di "non voler cedere al terrorismo", aveva ripetuto che la situazione rimane "tesa" e "difficile":"Pero' continuiamo a cercare di avere informazioni da diverse fonti e agire di conseguenza".

Il dolore del padre di Yukawa

Shoici Yukawa, padre di Haruna Yukawa, ha espresso "dolore e amarezza" per i tragici sviluppi. Yukawa, ai microfoni della tv pubblica Nhk, ha ammesso la sua "delusione e il suo dolore, tanto da non trovare le parole per descrivere" i suoi sentimenti. Scusandosi per i problemi causati a tutte le persone coinvolte nella vicenda, l'uomo ha avuto parole di ringraziamento per gli sforzi di governo e altri soggetti coinvolti nel salvataggio della vita del figlio. 

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