Danilo Toninelli
ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
News

Danilo Toninelli: "Io, Salvini e il popolo di cui sono figlio"

Il ministro 5 Stelle racconta di quando ha visto il mare per la prima volta, a 16 anni. E della sua famiglia semplice. Del collega leghista dice: "Contrasti? Ho letto tante bugie, parliamo la stessa lingua"

Ministro Toninelli, è lei l'uomo del M5s incaricato del braccio di ferro con Salvini?
(Risata) Quando mai? Questo incarico non esiste.

No?
No. Semmai sono l'uomo dell'unità di intenti. Lo scontro sui porti se l'è dimenticato? Non ho avuto nessuno scontro con Salvini, né potrei averlo.

Ne è sicuro?
Lo sento decine di volte al giorno, spesso la prima telefonata della mattina, quasi sempre l'ultima della sera.

Danilo Toninelli, ministro delle Infrastrutture, uomo forte del M5s nel governo, subito dopo Luigi Di Maio. In questa crisi è diventato anche l'uomo più a contatto con Matteo Salvini. Lui spiega perché gli scontri che gli hanno attribuito sono - a suo parere - fantasie giornalistiche, racconta la sua prima vita, spiega che al suo ministero non favorirá grandi opere ma grandi idee.

Ministro, capisco l'immagine idilliaca, però con Salvini avete litigato, è noto.
Per nulla, ci siamo coordinati in ore difficili, questo sì.

Avete duellato sulla nave Diciotti, della Guardia costiera, sottoposta al suo controllo.
Assolutamente no.

Salvini non voleva attraccasse e lei sì.
Ma chi glielo ha detto?

Salvini su Twitter: "Se non scendono ammanettati i dirottatori, da quella nave non si sbarca".
Su questo, oltre ad aggiungere "presunti dirottatori", perché sono garantista, non ho un solo dubbio. Sono d'accordo sul fatto che si deve agire e dare segnali.

In che senso?
Chi sbarca in Italia sbarca anche sul suolo europeo, abbiamo una doppia responsabilità. È giusto essere rigorosi.

Non è forse vero che per far sbarcare l'equipaggio e i migranti della Diciotti c'è voluto un intervento di Mattarella?
Giuro su ciò che ho di più caro: mai parlato con Mattarella di questo.

L'intervento del Colle sul governo era su tutti i quotidiani!
Fantasie.

Quindi lei e Salvini andate d'amore e d'accordo?
Insieme decidiamo che fare: discutiamo, ovvio.

Il momento di maggior tensione?
Non ne ho mai avuti in vita mia, figuriamoci se li ho avuti con Salvini.

Avete scoperto una simpatia reciproca?
Parliamo la stessa lingua, questo sì.

E quale sarebbe?
Zero politichese, niente giri di parole, meglio rischiare di essere bruschi che apparire ambigui.

Se li aspettava così i leghisti o è la luna di miele?
Ho incontrato persone pragmatiche, senza barriere ideologiche.

Lei però ha autorizzato il salvataggio dei migranti della Von Thalassa, Salvini non lo avrebbe mai fatto.
Non è così. Io non avrei potuto fermare la Guardia costiera, rispondeva a un Sos.

Ma quella nave ha caricato i migranti lunedì e li ha scaricati solo il giovedì dopo!
Ha attraccato nei tempi tecnici dopo le identificazioni rese necessarie dalle inchieste. Era un lavoro della polizia giudiziaria, si è interessato Salvini.

Lei è l'uomo del dialogo con la Lega?
Tutto il governo del cambiamento si fonda sul dialogo tra M5s la Lega.

Niente litigi con Matteo?
C'è piena condivisione operativa.

Perché lei ha costruito un rapporto personale con lui, forse?
Sia con Salvini che con gli altri leghisti in questi 50 giorni mi sono trovato molto bene: siamo tutti pragmatici e concreti.

Diceva sul serio quando spiegava che sugli sbarchi avete lo stesso obiettivo?
Certo. Non far partire più barconi della morte. Mi interessano i risultati, li stiamo ottenendo.

Per esempio?
Due navi Ong operavano con bandiera fasulla. Le abbiamo fermate.

Parliamo per un attimo di lei, della sua storia.
Sono cresciuto a Soncino, settemila anime vicino a Cremona. Famiglia umile, case popolari di Via Belvedere.

La sua famiglia di che estrazione era?
Ultra-popolare. Mio padre era operaio edile, ovvero muratore. Mia madre operaia tessile, lavorava in filanda. Ma poi...

Cosa è accaduto?
Più o meno a metà della loro vita hanno perso il lavoro. Ne sono usciti rimboccandoci le maniche. Hanno preso una licenza da ambulanti. A casa mia non c'erano libri, non c'era musica, non c'era nulla se non l'onestà del lavoro.

Cosa vendevano i suoi?
Giravano per i mercati con un bancone di generi alimentari. E io ogni volta che era possibile li aiutavo.

Ha imparato qualcosa in quei viaggi?
(Sospiro). A dialogare con la gente. E ho scoperto a quanto si vende il grana padano.

Era l'articolo più richiesto?
Anche il prosciutto, ma costa di più. Perché l'altra cosa che ho imparato presto è che il prezzo lo decide il mercato.

Vacanze?
Pochissime. Ho visto per la prima volta il mare a 16 anni, perché ho messo da parte i soldi per la vacanza.

Come?
Di solito in campagna, come si fa da noi, tagliando le cime del granoturco, o inscatolando carote.

Anche quell'estate?
Avevo bisogno di 600 mila lire. Per metterle da parte più rapidamente, lavoravo la notte, nell'ingabbiatura.

Cioè?
Nei nostri allevamenti si usa. Mettere in gabbia polli, tacchini, galline o altri volatili per commerciarli: un lavoro notturno.

Perché?
Per approfittare dello stordimento delle bestie, e per non finire beccati a sangue perché erano dolori.

Riuscì a raggiungere la somma?
Oh sì. Misi insieme i soldi e andai alle Cinque terre, in Liguria, rimanendo incantato anche solo dalla vista. Il primo colpo d'occhio non lo scorderò mai. Invece di fare il bagno passai il primo pomeriggio a togliere le cartacce e i rifiuti, tanto mi sentivo grato.

Dopo il diploma scientifico si iscrive a Giurisprudenza.
Non avevo passione per il diritto. Scelsi quella facoltà perché il numero chiuso mi sembrava una garanzia di poter studiare bene. Funzionò.

Tesi?
In diritto del lavoro, sulle 35 ore. Nel 1995, nei giorni della polemica nell'Ulivo.

Già interessato alla politica?
Macché. Me l'hanno data perché serviva al rettore per una sua ricerca. Un accademico virtuoso... Dopo la laurea servizio militare, da ufficiale di complemento dei carabinieri: resto tre anni come sottotenente. Tutto quello che sono, sul piano dello spirito positivo e del senso di servizio alle istituzioni l'ho imparato lì.

Lei si sente "nei secoli fedele"?
Ai valori che ho scelto, direi proprio di sì.

Non teme che la Lega possa svuotare il M5s con la sua linea dura sugli sbarchi?
Non mi faccio influenzare mai dai sondaggi, altrimenti non sarei qui.

Però la Lega cresce e voi siete fermi.
Dopo il Decreto dignità, molti argomenti del programma riferibili al M5s entreranno nell'agenda operativa del governo.

Per esempio?
Una vittoria l'abbiamo già avuta: l'abolizione dei vitalizi.

Solo alla Camera.
Quando Fico governerà palazzo Madama finiremo l'opera.

Lei è un grillino nel ministero dei grandi appalti. C'è molta curiosità.
Io metto al centro le persone, non gli appalti faraonici.

Mi faccia un esempio.
Non penso a grandi opere ma a grandi imprese. Come tirare giù le persone dalle macchine e metterle sui treni che funzionano.

È contro l'auto?
Come mezzo di trasporto quotidiano è costosissimo ed energivoro. Bisogna costruire una alternativa. Immaginare percorsi di mobilità per cui scendi dal treno e ti metti su una ciclabile.

È come può riuscirci, lei, ministro?
Incentivando Regioni e Comuni. E compiendo un'indagine sul campo. Mi interessano i pendolari: da settembre mi metto sui treni regionali di tutta Italia.

Ci vorrà molto tempo.
Stare in mezzo ai pendolari è il tempo investito meglio. Vorrei che le Regioni cedessero allo Stato la proprietà e gestione dei binari. E quando non lo faranno per loro diventerò un nemico.

Parole forti.
Le ferrovie nazionali hanno standard di maggiore sicurezza e qualità. Il disastro di Andria con una linea nazionale non sarebbe accaduto.

E poi?
Voglio rendere eco bonus e sisma bonus strutturali. Riqualificare gli edifici, con le tecnologie digitali: il costo fisso non è enorme, i risparmi che si producono sì.

Perché?
Oggi le mappe digitali migliorano la qualità di costruzione, abbattono le spese di manutenzione e gli sprechi.

Mi faccia un esempio.
Il registro elettronico di un edificio ti serve a tutto: a ridurre le spese di riscaldamento, a piantare un quadro senza forare un tubo.

Lei pochi giorni fa ha polemizzato con De Luca e la sua legge edilizia.
Quello di fatto era un salva-abusivi perché sanava edifici con destinazioni d'uso differenti. Chi commette atti non conformi alla legge non può essere condonato.

Non mi ha ancora detto cosa farà con le grandi opere.
Non voglio grandi opere necessarie solo a pochi grandi lobbisti.

Quindi blocca anche quelle in essere?
In linea di principio non tocco quello che è già esecutivo. Ma sto prendendo visione di dossier spaventosi - per la mole - su quelle in fase di progettazione.

Facciamo un test: il ponte sullo Stretto.
Un colossale investimento in perdita. Lo considero non strategico e molto costoso.

La Tav Torino-Lione?
Lì il problema è più complesso: dobbiamo ponderare anche i vincoli contrattuali.

E il Mose?
Si sa come la penso. Però è un'opera quasi compiuta. Le mangiatoie che ci sono state sono già lavoro per la magistratura, non più per noi.

Mi dica la cosa di cui va orgogliosi in questi primi giorni.
Le norme per i sistemi anti-abbandono dei bambini in macchina.

Quasi operative.
Esatto. Con una piccola modifica dell'articolo 172 del codice della strada renderemo possibile acquistare e installare un dispositivo anti-abbandono che costerà poche decine di euro e salverà molte vite.

Molte?
Negli Usa in venti anni hanno impedito il dramma in 800 casi di abbandono.

Anche lei ha figli piccoli?
Due bambini, di 5 e 7, Soleste e Leonida.

I nomi chi li ha scelti?
(Risata) Noi. E Soleste l'abbiamo anche inventato. Bello, no?

Sua moglie che fa?
È impiegata di una multinazionale che colora e vende acciaio.

Ma quando ha un attimo libero, tra figli e ministero come lo usa?
Corro in palestra. Da quando sono al governo, alle sei di mattina. Faccio sport da quando avevo dieci anni. È la mia cura.


(Articolo pubblicato sul n° 31 di Panorama in edicola dal 19 luglio 2018 con il titolo "Io, Salvini e il popolo di cui sono figlio")

I più letti

avatar-icon

Luca Telese