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La «giusta chimica» tra noi

È in tutte le cose che utilizziamo quotidianamente. Non possiamo più farne a meno, anche se c'è sempre chi la bolla con il pregiudizio di essere nociva a prescindere. Ma alla Basf, multinazionale che da 75 anni opera nel nostro Paese, stanno puntando sulla chimica green e sostenibile. Ecco come.

Tutto è chimica, intorno a noi. Nelle nostre auto, nelle scarpe, nei campi dove si coltivano i prodotti agricoli che arrivano sulle tavole, nelle aziende farmaceutiche che costruiscono salute: senza polimeri, polistirene, vernici, metalli, additivi, plastiche, nessuna delle attività produttive e industriali che consentono la nostra vita e il nostro benessere potrebbe mai svolgersi, crescere e portare prosperità.

La premessa è doverosa, vista l'aura negativa che da troppo tempo circonda un comparto che invece è essenziale per assicurare una crescita sostenibile in un mondo sempre più popolato e con risorse limitate.

In prima linea, sulla strada virtuosa della chimica sostenibile al servizio di tutti noi, c'è Basf, una multinazionale che proprio nel 2021 festeggia i 75 anni di presenza in Italia.

Dal 1946, con un know-how tecnico tra i più alti al mondo, un grande potenziale manifatturiero (12 siti di cui sei produttivi e attualmente quasi 1.300 collaboratori), Basf Italia serve quasi tutti i settori industriali, supportando alcuni dei settori d'eccellenza del Made in Italy, come il design, il biomedicale, il personal care e l'automotive. «Il mercato italiano è per la nostra azienda un asset strategico a livello sia globale sia, soprattutto, in Europa, Medio Oriente e Africa» dice l'amministratore delegato di Basf Italia, Lorenzo Bottinelli «e proprio per questo ci teniamo particolarmente a sottolineare questo anniversario del gruppo nel nostro Paese. Quello italiano è un mercato strategico anche perché la presenza di tante filiere e di tante eccellenze in settori diversi tra loro, ma ugualmente fondamentali, è sempre stato per noi uno stimolo per la ricerca e l'innovazione che portiamo avanti sulla nostra chimica».


L'amministratore delegato di Basf Italia, Lorenzo BottinellBasf


I risultati finanziari, che hanno comunque retto anche all'urto della pandemia da Covid-19, confermano in toto l'importanza del mercato della chimica, asset strategico sia per mantenere in attività filiere vitali a fronteggiare la crisi sanitaria e le emergenze, sia per la ripartenza post-pandemica.

«Il 2020, che peraltro è stato il mio primo anno alla guida di Basf Italia» prosegue Bottinelli «si è dimostrato molto impegnativo sin dai primi mesi, quando ancora la pandemia non si era sviluppata: questo a causa di un forte rallentamento del mercato dell'automotive e del calo dei prezzi delle materie prime. Il fatturato era già in sofferenza nel primo trimestre: poi è arrivato il Covid, e durante il primo lockdown, quando molti settori erano completamente fermi, abbiamo toccato un record negativo del -43 per cento di fatturato a maggio. Fortunatamente, siamo riusciti a compensare con la crescita importante di comparti come il farmaceutico, il detergente e il packaging alimentare, e in seguito ad agganciare la ripresa registrando un deciso rimbalzo delle vendite nell'ultimo trimestre 2020, che a dicembre ha toccato più 24 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019».


Il sito produttivo della Basf a Pontecchio Marconi, in Emilia RomagnaBasf


Ma i risultati finanziari non sono stati gli unici positivi, perché durante il travagliato 2020 l'azienda ha comunque portato a termine diversi progetti di investimento tra cui l'ampliamento del sito produttivo di Pontecchio Marconi, in Emilia Romagna, con la costruzione di un nuovo reparto dedicato a un innovativo prodotto, particolarmente indicato per il settore delle plastiche agricole: «Concludere nei tempi previsti il nuovo reparto all'interno dello stabilimento di Pontecchio» dice Bottinelli «ha dimostrato l'estrema proattività di Basf, la capacità di non rallentare gli investimenti anche in emergenza».

E in questo 2021 che segna il 75° anniversario, si continuerà a guardare al futuro, come del resto Basf ha sempre fatto, con un'attenzione particolare alla sostenibilità: «Sono convinto che la chimica possa dare un enorme contributo alla transizione green delle aziende italiane» conclude Bottinelli. «Proprio in questi mesi, per esempio, stiamo introducendo sul mercato italiano i primi prodotti certificati realizzati con materiale proveniente da biomasse sostenibili e dal riciclo chimico della plastica: prodotti che garantiscono prestazioni equivalenti a quelle dei preparati ottenuti da fonti fossili, ma con una minore impronta ambientale».

Una sfida, quella della riduzione dell'impatto ambientale, su cui Basf è impegnata a livello di gruppo con un'ambiziosa «roadmap» e un piano di investimenti che mira alla neutralità climatica entro il 2050 e a una significativa riduzione del 25 per cento delle emissioni di CO² già entro il 2030.

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Maddalena Bonaccorso