A distanza di trent’anni, l’intervista scoop a Lady D rimane il simbolo della frattura interna alla monarchia britannica, che però sembra nascondere strategie e inganni mediatici. Nel libro Dianarama: The Betrayal of Princess Diana, pubblicato a novembre 2025 e ancora inedito in Italia, il giornalista Andy Webb, ex dipendente della BBC, accusa l’emittente britannica e il reporter Martin Bashir di aver manipolato la principessa del Galles per ottenere quella celebre intervista trasmessa nel 1995. Secondo l’autore, Bashir avrebbe utilizzato documenti falsificati e calunnie per convincere la principessa a parlare, contribuendo al suo progressivo isolamento negli anni precedenti il tragico incidente del 1997.

Le manipolazioni mediatiche
Nel volume, Webb descrive il modo in cui Bashir «costruì un castello di menzogne» per guadagnarsi la fiducia di Diana, «intimidendola». Tra le accuse principali emergono estratti conto falsificati che il cronista avrebbe mostrato alla principessa per farle credere che persone a lei vicine ricevessero pagamenti dai servizi segreti britannici, alimentando la sua paranoia di essere spiata. Oppure convincendola sulla presenza di una microspia nell’orologio del figlio William.
Non solo, Bashir avrebbe diffuso false voci su una presunta relazione tra l’allora principe Carlo e la babysitter Tiggy Legge-Bourke. Diana ci credette, e il celebre «Eravamo in tre in questo matrimonio» si riferì quindi non a Camilla, l’attuale regina consorte, ma alla babysitter. Furono una serie di timori ossessivi che la portarono, durante l’intervista, a mettere pubblicamente in dubbio l’idoneità di Carlo a diventare re. Quelle dichiarazioni, trasmesse in prima serata davanti a milioni di telespettatori, ebbero ripercussioni immediate con la regina Elisabetta II che decise di accelerare il processo di divorzio tra i due coniugi.
La BBC, secondo Webb, era a conoscenza delle falsificazioni e delle calunnie. E decise comunque di mandare in onda l’intervista per ragioni di audience, rendendosi «complice» di «inganno, manipolazione, tradimento e abuso di potere mediatico».
L’isolamento della principessa
Nel libro si legge che questa manipolazione psicologica isolò ulteriormente la principessa del Galles, accentuando la sua sfiducia verso l’entourage reale e accelerando il deterioramento della sua condizione emotiva nei mesi precedenti la morte nell’agosto 1997. Gli stessi principi William e Harry in diverse occasioni hanno definito quell’intervista «ingannevole e deleteria per la salute mentale» della madre, con ripercussioni sull’intera famiglia.
Le rivelazioni contenute in Dianarama trovano riscontro nel rapporto Dyson del 2021, un’inchiesta ufficiale che confermò l’uso di documenti falsi da parte di Bashir. Giudicò inoltre «gravemente inadeguata» la procedura interna della BBC nel 1996, quando emersero i primi dubbi sulla condotta del giornalista. Nel 2022, l’emittente britannica si è formalmente scusata con la famiglia reale, impegnandosi a non ripetere mai più la messa in onda dell’intervista. Quelle domande e quelle risposte restano però impresse nella monarchia britannica e in una famiglia che ha perso una principessa tanto amata dal popolo inglese.
