Giovanni Senzani, "non mi pento". Esclusiva Panorama
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Giovanni Senzani, "non mi pento". Esclusiva Panorama

Nel numero in edicola dal 23 gennaio l'ex capo delle Brigate Rosse si racconta: "Ho capito la morte solo quando ho perso mia moglie"

«Solo quando è morta mia moglie ho capito che la morte è uguale per tutti, sia quando la subisci sia quando la dai. E allora ho sentito il dolore di tutti quelli che la morte l’avevano incontrata per mano mia». In una lunga intervista esclusiva che il settimanale Panorama pubblicherà nel numero in edicola da domani, giovedì 23 gennaio, l’ex capo delle Brigate Rosse Giovanni Senzani parla per la prima volta della sua scelta della lotta armata.

A 72 anni, condannato a sette ergastoli e in semilibertà dopo 17 anni di carcere, oggi anche attore nel film «Sangue» di Pippo Delbono, presto nelle sale, Senzani è definitivamente libero dal 2010. Pur restando marxista, ammette che «noi abbiamo compreso tardi che il comunismo realizzato è diverso da quello teorico. Solo la borghesia ha saputo usarlo bene: Carlo De Benedetti e Diego Della Valle, loro sì lo hanno capito».

Con Panorama, Senzani a sorpresa loda Matteo Renzi: «Ho dovuto ascoltare Massimo D’Alema dire che Renzi non è di sinistra. Perché, lui lo è? È assolutamente ridicolo. Renzi è veloce e un programma lo ha di sicuro. È paradossale che mi trovi qui a lodarlo...».

Quanto alla lotta armata, Senzani fondamentalmente non rinnega nulla di quel che ha fatto: «Se dovessi guardarmi allo specchio e pensare che quello che ho fatto non ha avuto senso» dice a Panorama «potrei solo suicidarmi». L’ex capo delle Br non ha nemmeno intenzione di chiedere perdono ai familiari delle vittime: «Dovrei dire: scusatemi, ho ucciso? Io non credo nel perdono, non mi permetterei mai di chiedere perdono, mi sembra un’offesa. Mi sembra pornografico andare davanti a qualcuno, cui hai ucciso il padre o il marito, e chiedere perdono. È banalizzare il dolore».

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Terry Marocco