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«La mia vita a 17 anni nelle mani del gioco d'azzardo online»

Ragazzi ci raccontano come sono finiti in una spirale senza fine

Parlare con gli studenti di gioco d’azzardo on line è come navigare in un mare in tempesta e per di più con una barca scarsamente equipaggiata. E’ quasi impossibile fare con loro una checklist prima di avventurarsi in un mondo pericoloso come quello del gioco d’azzardo. Apparentemente sicuri, a tratti spavaldi, i ragazzi appaiono solidali e complici. Condividono le vittorie e le sconfitte e da bravi amici si prestano i soldi anche quando perdono. Il loro aspetto è quello più diffuso tra gli adolescenti: capelli corti con il ciuffo buttato sulla fronte, le scarpette da ginnastica alla moda e le calze bianche tirate su fino a mezza gamba. Per capire cosa succede nella vita dei ragazzi della Generazione Z, la più coinvolta nel gioco d’azzardo on line, abbiamo incontrato tre ragazzi di 17, 18 e 19 anni.

Il più giovane dei tre è andato dritto al sodo. Ha ammesso di avere sul cellulare soltanto due piattaforme per giocare d’azzardo on line, poche rispetto a quante se ne potrebbero avere. A lui piace giocare ogni giorno. E’ sicuro di non esagerare e spende circa 30 euro a settimana. Poi, quando vince, investe e riparte. Il diciottenne, quello di mezzo, sogna di fare l’imprenditore e giura di voler aprire un centro scommesse. Gioca on line da un pezzo, ma con l’approvazione dei genitori che, a quanto dice, gli danno piena fiducia. Invece, un fiume in piena il diciannovenne. Secondo di tre figli, a lui manca la presenza del padre, sempre molto impegnato per lavoro, ma è compensata da quella materna.

Che scuola frequenti?

«Il liceo classico. Le mie materie preferite sono educazione fisica e italiano. Il greco non mi piace. Ma quest’anno sarò promosso».

Sei fidanzato?

«Sì. Sto con la mia ragazza da due anni. Anche lei partecipa ai giochi d’azzardo. Ogni tanto mi da i numeri da giocare».

Da quanto tempo giochi d’azzardo on line?

«Vabbè, lo dico. Anche io, come quasi tutti i miei amici, gioco da quando ero minorenne. Mi sono iscritto alle piattaforme da gioco d’azzardo on line con identità false e ho cominciato già prima della pandemia con un mio amico di classe. Giocavamo con la carta di credito di suo padre. Poi, durante la pandemia abbiamo intensificato perché non avevamo nulla da fare. L’isolamento, però ci ha unito attraverso i social e attraverso il gioco on line. E così per noi era importante svagarci. Il gioco d’azzardo on line è stato un passatempo divertente».

Quanti soldi spendi a settimana per giocare d’azzardo?

«La mia paghetta è di 50 Euro e ne spendo 30 in questo modo. Ecco, i soldi li butto così e poi si vede».

Quando vinci come ti senti e come spendi i soldi vinti?

«Beh, quando vinco godo. Una volta ho vinto 400 Euro e i soldi in parte li ho spesi per comprare vestiti e in parte li ho messi da parte».

Hai vinto 400 Euro? E come è successo?

«Era una schedina tanto per fare qualcosa e ridere. Andai a giocare subito dopo la scuola. In realtà, era una schedina difficile da prendere. Mettemmo 10 Euro a testa. E l’abbiamo presa!»

Quante sono le piattaforme che hai scaricato sul tuo cellulare e quanto tempo giochi ogni giorno?

«Guarda il mio cellulare, le ho messe in ordine. Sono Eurobet, Snai, Casino, poi ho le altre. Ci gioco due o tre ore, ma non in classe, a meno che non ci sono supplenze. A scuola devo essere concentrato, poi quando esco ci gioco 20/30 minuti all’uscita».

C’è un amico che gioca più di tutti?

«Sì. Lui è il più piccolo e gioca 50 Euro. Poi, quando vince, investe e continua a giocare».

Lui è benestante?

«Sì, ma il gioco non dipende dalla ricchezza della famiglia. Dipende da te».

I soldi per giocare però ve li danno i genitori. Come la mettiamo?

«Sì è vero. Loro ci danno la paghetta. Ma anche chi non ha soldi, se vuole, può giocare. Senza dubbio gioca di meno. Ma gioca».

E se chi non ha soldi perde, allora come si regola?

«Beh, ci aiutiamo. A me una volta un mio amico mi ha chiesto 20 Euro e poi me li ha ridati il giorno stesso perché ha vinto».

Con il tuo amico di classe, quello con cui hai il conto in comune per giocare, continuate a giocare assieme?

«Sì, noi siamo amici. Il gioco unisce».

I tuoi genitori sanno che hai questo vizio del gioco on line?

«No, no, no. Perché dovrei dirglielo? I miei non sanno niente perché poi penserebbero a un vizio di gioco. Per loro sarebbe la stessa cosa che bere o fumare. Mi direbbero di smettere, ma quella di smettere è soltanto una mia decisione».

Cosa fanno i tuoi? Com’è il rapporto con la tua famiglia?

«Mio padre è un imprenditore, le mie sorelle sono brave. Ogni tanto litighiamo, ma si tratta di litigi normali. Il problema è che mio padre non c’è mai perché è molto impegnato per lavoro. Con mia madre va bene. Lei è molto presente».

E quali sono i tuoi progetti per il futuro?

«Quest’estate parto per la Scozia insieme ai miei amici. Penso a questo per stare bene».

E adesso che fai, vai a giocare?

«Beh, sì. Vado a giocare al centro scommesse con i miei amici. Saremo in dieci e ci vediamo per divertirci insieme».

Si è fatto portavoce il più grande che, una volta superata la timidezza, ha raccontato con scioltezza qual è la ragione che spinge i giovani a giocare on line.

Da quanto tempo giochi d’azzardo on line?

«Ho 19 anni e gioco da tre anni. La prima volta è stata con un mio amico di classe. Abbiamo giocato con la carta di credito del padre, lui è molto ricco».

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Rosita Stella Brienza