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Elezioni di Midterm: allacciare le cinture di sicurezza

A due mesi dal voto di metà mandato l'America affila le armi. Trump, i sanderisti, le lezioni del passato

Cosa sono

Le elezioni di Midterm, lo dice la parola stessa della pragmatica lingua inglese, sono le elezioni che cadono alla metà del mandato presidenziale. Servono, ogni quattro anni, ad eleggere la totalità dei membri della Camera e un terzo dei membri del Senato. Eleggono, inoltre, i governatori degli Stati dell’Unione e molte altre magistrature minori.

Perché sono importanti

Sono importanti sia per una ragione politica concreta, sia per la sua ricaduta simbolica. Politicamente, possono ribaltare gli equilibri del Congresso, rendendo il percorso del Presidente più facile o più complesso.

In caso di sconfitta del partito che esprime il Presidente, la ricaduta simbolica è evidente. Quando George W. Bush perse nel 2006 il controllo di entrambe le Camere, l’America capì di essere entrata nella fase ascendente della stagione obamiana.

Importanti per i Democratici

Per i Dem, ancora scossi dal KO subito alle Presidenziali del 2016, potrebbe essere il segnale della riscossa, che porta in sé anche i crismi della rinascita. Al momento la via maestra dopo il fallimento Hillary Clinton - cioè quello di una élite con ambizioni dinastiche in fondo non diverse da quelle della famiglia Bush - esprime candidati di area, per così dire, Bernie Sanders. Molte le donne, dall’apri pista Ocasio-Cortez del Bornx newyorkese, all’astro nascente Ayanna Pressley del Massachusetts.

I Dem insomma metteranno alla prova se la ricetta del sanderismo - basata sull’inclusione, la giustizia sociale e la consapevolezza green - sarà la vera alternativa alla narrazione del trumpismo strisciante o del classico modello repubblicano, basato su poche e semplici idee, ma tutte tremendamente concrete.

Importanti per i Repubblicani e per Trump

Sul versante conservatore sono importanti perché forse arriverà la risposta se l’opa di Donald Trump sul movimento repubblicano sia stata un fenomeno passeggero, o se al contrario il Presidente si è ormai assicurato la leadership morale dei conservatori, molto sensibili al fascino del leader vincente e del primato a stelle e strisce ad ogni costo.

Il nuovo attesissimo libro di Bob Woodward, uno degli iconici reporter del Watergate, offrirà l’ennesimo ritratto spietato del Tycoon, ma non è detto che questo danneggerà l’immagine di Trump tra i maggiorenti dell’Old Party o tra le fila di quelli che dovranno sostenere economicamente una delle campagne elettorali più costose della storia americana. Le stime parlano, alla fine, di un giro di soldi vicino al miliardo di dollari.

Un po’ di prospettiva

Le elezioni di Midterm, d’altronde, disegnano la mappa degli scenari futuri. Nel 1994, la sconfitta di Bill Clinton vide la contemporanea elezione, nell’ambito della grande rinascita dei Repubblicani, di George W. Bush a governatore del Texas.

Sei anni dopo quella rivoluzione avrebbe portato la dinastia Bush nuovamente alla Casa Bianca e l’America verso una guida conservatrice (cui toccò la gestione del post 11 settembre) della quale ancora oggi restano tracce evidenti negli equilibri internazionali e specificamente mediorientali.

Non bisogna tuttavia perdere l’ancoraggio con una visione di prospettiva ancora più ampia. I due mandati di Clinton sono ricordati come una fase trionfante dell’economia americana e una stagione di grande stabilità e speranze. Le due sconfitte patite da Clinton nei Midterm del 1994 e 1998 non sono quindi sufficienti a minare, oggi, il giudizio su una delle presidenze (a parte gli scandali morali) più effective della storia americana.

Un ultimo aspetto da non trascurare è la portata della cyberwar, che ha minato la credibilità delle ultime elezioni Presidenziali, sospettate di sabotaggio da parte dei russi. Oltre alle interferenze, il web gioca un ruolo tutt’altro che neutrale e Donald Trump, a dispetto dell’anagrafe, ha dimostrato di saper sfruttare le potenzialità dei social meglio di qualsiasi altro politico americano. Vedremo se saprà confermare questa specifica supremazia.

Siete pregati di allacciare le cinture di sicurezza

Sarà quindi una sfida senza esclusione di colpi (bassi) con due personaggi in cerca d’autore, cioè i due grandi partiti storici, e una figura dalla personalità smisurata nella quale autore, personaggio ed egocentrismo convivono in un vortice inedito di ricchezza personale e massima carica politica mondiale. Please, fasten your seat belts.

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Alessandro Turci

Alessandro Turci (Sanremo 1970) è documentarista freelance e senior analyst presso Aspenia dove si occupa di politica estera

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