Electrolux, tutti i sacrifici chiesti ai lavoratori
Alberto Lancia/Ansa
Economia

Electrolux, tutti i sacrifici chiesti ai lavoratori

Blocco degli aumenti salariali e degli scatti di anzianità, riduzione delle pause e dei permessi sindacali. Ecco il documento in cui l'azienda chidede ai dipendenti di tirare la cinghia

Taglio dei salari, dei premi di produzione, dei permessi sindacali, degli scatti di anzianità previsti da contratto collettivo e persino dei pagamenti di alcune festività. Sono le numerose richieste avanzate dalla direzione di Electrolux ai dipendenti, per superare la crisi aziendale e mettere un freno costo del lavoro degli stabilimenti italiani, avvicinandolo a quello di altri insediamenti produttivi posseduti in Europa dalla multinazionale svedese (in particolare in Polonia). Si tratta di una piattaforma di ristrutturazione che i sindacati hanno già definito inaccettabile perché, secondo le loro stime, porterebbe a una riduzione delle retribuzioni da 1.400 a circa 800 euro mensili, senza però dare in cambio sufficienti garanzie sulla conservazione dei posti di lavoro.

LA DISOCCUPAZIONE IN ITALIA

DISOCCUPAZIONE E PRECARIATO

Le richieste di Electrolux sono contenute in un documento che la società ha presentato ieri ai sindacati, nel corso di un vertice che ha lasciato dietro di sé un lungo strascico di polemiche. Ecco di seguito, cosa vuole dai propri dipendenti la multinazionale scandinava degli elettrodomestici.

SALARI BLOCCATI O RIDOTTI

La parte più spinosa del confronto tra l'azienda e i sindacati riguarda proprio le retribuzioni che, secondo i vertici di Electrolux, dovrebbero subire sforbiciata dell'8%, pari a 130 euro al mese, con l'obiettivo di ridurre il costo di ogni ora lavorata di circa 3 euro (anche se i sindacati non sembrano concordare con le cifre stimate dalla società e parlano di tagli ai salari molto più consistenti). In particolare, la multinazionale svedese chiede la sospensione dei premi di produzione e di risultato che, da soli, secondo Cgil, Cisl e Uil valgono circa 2.700 euro all'anno. A questi tagli, si aggiunge la riduzione del 50% dei permessi sindacali fruiti dai rappresentanti dei lavoratori, la sospensione del pagamento delle festività che cadono di sabato e domenica e la rimodulazione delle pause di 10 minuti dei dipendenti. In particolare, l'azienda vuole che le interruzioni del lavoro vengano adeguate all'attuale orario di 6 ore giornaliere, che deve essere mantenuto in sostituzione delle 8 ore piene, allo scopo di scongiurare ulteriori esuberi. Infine, la cura da cavallo sui salari prevede anche una sospensione degli aumenti in busta paga previsti dal contratto collettivo nazionale, compresi gli scatti automatici di anzianità.

GLI INVESTIMENTI

In cambio dei sacrifici, Electrolux promette un piano di investimenti in tutte e quattro le fabbriche del gruppo presenti nel nostro paese. A Solaro (Milano), dove si producono lavastoviglie, andrebbero 40 milioni in 4 anni. A Forlì, dove si costruiscono impianti di cottura, spetterebbero invece altri 28 milioni in un quadriennio mentre alla fabbrica di frigoriferi di Susegana (Treviso) sono previsti investimenti per 22,8 milioni entro il 2017. Infine, entro aprile l'azienda deciderà cosa fare della fabbrica di Porcia (Pordenone) che, per i sindacati, resta ancora a forte rischio di chiusura. Senza dimenticare, sottolineano Cgil, Cisl e Uil, che la società non ha annunciato neppure novità positive per gli esuberi previsti in tutte le altre unità produttive: 182 a Solaro, 160 a Forlì e 331 a Susegana.

OBIETTIVO POLACCO

La strada per salvare i posti di lavoro alla Electrolux, insomma, appare oggi tutta in salita. Anche perché, è bene ricordarlo, i vertici aziendali vorrebbero che il costo del lavoro delle fabbriche italiane, oggi calcolato attorno a 24 euro all'ora, fosse competitivo con quello pagato negli stabilimenti della Polonia, dove i dipendenti percepiscono in media un salario orario di circa 7-8 euro. Si tratta di un gap che, guardando le cifre, appare difficilmente colmabile.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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