Di Pietro - Cia? Craxi non ci credeva, ma...
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Di Pietro - Cia? Craxi non ci credeva, ma...

L'ex leader socialista, in un appunto scritto a macchina, ribadisce l'appoggio del governo Usa al magistrato. Parla Stefania Craxi

«Non ho mai detto che Di Pietro è stato addestrato dalla Cia né credo che questo sia mai avvenuto.  Ciò che si può onestamente dire è che la sua azione nel corso delle sue inchieste e delle sue attività di presentazione internazionale è stata fortemente sostenuta dal governo americano». Firmato Bettino Craxi. Stefania Craxi rivela in esclusiva a Panorama.it un appunto fatto battere a macchina da suo padre a Hammamet. E parla di alcuni particolari inediti sul ruolo, che, secondo lei, avrebbe avuto Michael  Ledeen, colui che tradusse il burrascoso colloquio telefonico tra Craxi e Ronald Reagan nella notte di Signonella. Quando l’ex premier e leader socialista fece valere la sovranità nazionale.  

Onorevole Stefania Craxi, presidente dei Riformisti italiani, alla luce delle rivelazioni dell’ex console Usa a Milano Semler e dell’ex ambasciatore Bartolomew,  non sembra più fantapolitica quello che suo padre Bettino, inascoltato dai media, diceva da Hammamet...
Leggo testualmente un appunto fatto battere a macchina da  mio padre: «Non ho mai detto che Di Pietro è stato “addestrato dalla Cia” né credo che questo sia mai avvenuto. Di certo in alcuni dei suoi viaggi negli Usa, secondo notizie riportate dalla stampa, Di Pietro apparve accompagnato da un personaggio notoriamente legato agli ambienti Informativi Usa (Cia)”.

Chi era?
Era un personaggio Usa che mio padre conosceva bene: Michael Ledeen, che usava scendere all’hotel  Raphael e fu la persona, che , su indicazione dell’ambasciata Usa, tradusse il colloquio telefonico tra Craxi e Reagan nella notte di Signonella. È risaputo - e qui cito testualmente l’appunto di mio padre - che “a partire dal ‘92 Antonio Di Pietro compì numerosi viaggi in Asia, Medio Oriente, America del Nord, Europa, America del Sud. Vi sono anche tournè organizzate dalla Usis agenzia governativa americana e diversi viaggi negli Usa”.

Quando furono fatti secondo suo padre?
Craxi scrive: “Per esempio: nell’ottobre del ‘92, nel gennaio del ‘94, nel maggio del ‘94, nel luglio del ‘95. Si trattò di visite, di conferenze e seminari presso Università e centri studi come il Centro strategico  di studi intrenazionali”.

Che opinione si fece Bettino?
Ecco la sua conclusione: “Ciò che si può onestamente dire è che l’azione di Di Pietro nel corso delle sue inchieste e delle sue attività di presentazione internazionale è stata fortemente sostenuta dal governo americano”. Aggiungo ora io che è una questione sulla quale occorre fare piena luce come su altri  aspetti poco chiari di quella stagione.

Intende chiedere una commissione di inchiesta?
Presenterò una proposta di legge per una commissione di inchiesta su Tangentopoli affiancata alla commissione di inchiesta  sulla presunta trattativa tra Stato e mafia, proprio quella che l’«eroe» di Mani pulite chiede a gran voce.

Lei crede, anche  alla luce dei particolari inediti dati a Panorama.it , che gli americani abbiano  fatto pagare a Craxi Sigonella? E quale opinione si era fatto suo padre ? Il quale anche in conversazioni private parlava di un disegno volto a declassare l’Italia...
Diversi osservatori esterni in questi anni hanno proposto la spiegazione che gli Usa abbiano fatto pagare a Craxi Signonella, ma io dò un’altra spiegazione: penso che sia in corso da anni  un grande attacco della Finanza internazionale volto a distruggere  la mediazione della politica  ancora cara alla vecchia Europa. Ecco, io credo che Tangentopoli abbia obbedito soprattutto a questo disegno. Quello di declassare il nostro paese, tant’è che Craxi ebbe a dichiararare: “Non mi sorprendo di quello che è avvenuto, fa parte  di un processo mondiale. Dietro c’è sempre la grande Finanza. Ai grandi gruppi finanziari faceva gola l’economia del nostro paese. Vedeste come se la sono pappata  e se la stanno pappando...

Parole che suonano profetiche...
Di più, mio padre conclude: “In questa logica i governi devono essere dati nelle mani dei consulenti dei grandi gruppi”.
( Bettino Craxi lo scriveva a Hammamet sul finire del secolo scorso ndr).

l rapporto tra Di Pietro e il SISMI
Appunto completo di Bettino Craxi fatto battere da lui a macchina (fornito dalla Fondazione Craxi)

All’interno della Società Aster di Barlassina, azienda di apparecchiature elettroniche, era dislocata una postazione dell’USTAA (ufficio Sorveglianza tecnica armamento aeronautico). Agli atti di un interrogatorio reso a Brescia nel 1995 da Di Pietro risulta ch’egli lavorò per il controllo armamenti del ministero della Difesa dal 1973 al 1977. Da  altri documenti ufficiali risulta che vi lavorò dal 10 febbraio 1973 al 15 gennaio 1980.
L’USTAA si occupava anche di aziende come la Breda Meccanica, l’Aerea, la Salmoiraghi.
L’ufficio di Barlassina si occupava prevalentemente dell’Aster, azienda che lavorava per conto della Aeronautica, della Marina e dell’Esercito.
L’azienda collaudava anche pezzi di alta tecnologia adottati dai paesi NATO e, in consorzio con altre aziende, avrebbe prodotto i sistemi di controllo dei caccia “Tornado”. Si trattava anche della “ARMA-NIKE”: missili in dotazione alle nazioni del Patto Atlantico.
L’USTAA, organismo di controllo, era, per sua natura, in relazioni con il SISMI. E’ evidente che i servizi di informazione militari non potevano non avere sotto controllo i centri di produzione militare.
Era anche probabile che nei centri di produzione militare il Servizio avesse suoi diretti informatori. Di certo in questi centri di produzione chi svolgeva un lavoro di responsabilità, e come nel caso di Di Pietro, un lavoro di controllo, doveva preliminarmente figurare nella lista di coloro che avevano ottenuto il NOS e cioè il Nulla Osta-Sicurezza. Pare del tutto evidente che anche la CIA oltre al SISMI fosse legittimamente interessata al controllo ed alla supervisione di prodotti strategici della NATO. Trattandosi di Servizi segreti c’è da presumere che anche le liste di coloro che potevano avvalersi del NOS, siano tenute segrete. In ogni caso, su questo tema, merita di essere citato il contenuto di un colloquio tra l’ex capo del SISMI, ammiraglio Fulvio Martini e il giornalista Filippo Facci:
M -  “Da quel che ho capito Di Pietro lavorava all’Usi, l’Ufficio sicurezza.”
F -  Come, non all’USTAA?
M -  “Quello non centra niente, io credo che lavorasse all’Ufficio sicurezza, c’è una forma di ignoranza che ha una parte della stampa, ignoranza nel senso latino di non conoscenza.
L’Ufficio sicurezza è burocratico, non è operativo.”
F -  E Di Pietro cosa faceva?
M - “Chi lavorava in certe ditte aveva bisogno di un nulla osta di sicurezza, un pezzo di carta che veniva dato ai tempi della guerra fredda e che riguardava indagini di carattere morale, per esempio verificare che il proprietario di un’azienda non fosse comunista o cose del genere.”
F - Mi può fare un esempio?
M - “Mettiamo che lei sia un ingegnere che lavora in una fabbrica con una produzione che interessa alla Difesa nazionale, quindi viene a conoscenza di segreti, di cose insomma di ambito Nato, per intenderci. Bene, c’erano degli organi di sicurezza, nello Stato, carabinieri e quant’altro, impegnati in attività di spionaggio che dovevano verificare ad esempio che lei non fosse un acceso comunista. Ecco, allora non le avrebbero dato il nulla osta, che veniva rilasciato da questo ufficio che appunto non era operativo: trasmetteva agli operativi la richiesta di informazioni su Tizio o su Caio.”
F - Veramente l’ufficio si chiamava Ustaa.
M - “Ufficio sicurezza, per quanto so. Ma forse ha cambiato nome dopo la legge del ‘77-78, la 801.”
F - Non Ustaa?
M - “Non so, io conosco l’Uspa.”
F - E cos’è?
M - “Ufficio sicurezza Patto Atlantico.”

Contatti con servizi americani.

Non ho mai detto che Di Pietro è stato “addestrato” dalla CIA né credo che questo sia mai avvenuto. Di certo in alcuni dei suoi viaggi negli USA, secondo notizie riportate dalla stampa, Di Pietro apparve accompagnato da un personaggio notoriamente legato agli ambienti informativi degli USA. (CIA).
A partire dal ’92 Antonio di Pietro compì numerosi viaggi in Asia, Medio Oriente, America del Nord, Europa America del Sud. Vi sono anche tournè organizzate dalla USIS agenzia governativa americana e diversi viaggi negli USA. Per esempio: “Nell’ottobre del ’92, nel gennaio del ’94, nel maggio del ’94, nel luglio del ‘95. Si trattò di visite, di conferenze e seminari presso Università e centri studi come il “Centro strategico di studi internazionali”. Ciò che si può onestamente dire e che l’azione di Di Pietro nel corso delle sue inchieste e delle sue attività di presentazione internazionale è stata fortemente sostenuta dal governo americano.

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Paola Sacchi

Sono giornalista politico parlamentare di Panorama. Ho lavorato fino al 2000 al quotidiano «L'Unità», con la mansione di inviato speciale di politica parlamentare. Ho intervistato per le due testate i principali leader politici del centrodestra e del centrosinistra. Sono autrice dell'unica intervista finora concessa da Silvio Berlusconi a «l'Unità» e per «Panorama» di una delle prime esclusive a Umberto Bossi dopo la malattia. Tra gli statisti esteri: interviste all'ex presidente della Repubblica del Portogallo: Mario Soares e all'afghano Hamid Karzai. Panorama.it ha pubblicato un mio lungo colloquio dal titolo «Hammamet, l'ultima intervista a Craxi», sul tema della mancata unità tra Psi e Pci.

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