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(Ansa)
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«Ben venga il decreto flussi per i lavoratori migranti»

Quali sono le professioni che maggiormente servono alla azienda Italia (anche se il rischio caporalato resta alto)

Dopo la strage di Cutro il Governo Meloni ha deciso nel Cdm tenutosi nel luogo della tragedia di apportare delle modifiche al Decreto Flussi. Tra queste sul tema lavoro sono state innalzate le quote di ingresso (da circa 88mila a 100mila) per gli extra comunitari che possano svolgere attività di cui l’Italia ha maggiormente bisogno: dall’agricoltura, alla pastorizia al settore turistico-alberghiero, all’ autotrasporto fino alla meccanica, alle telecomunicazioni e al settore cantieristico navale. La modifica è stata apportata infatti in base all’analisi del fabbisogno del mercato del lavoro effettuata dal ministero di pertinenza dopo un confronto con le organizzazioni sindacali e dei datori di lavoro maggiormente rappresentative sul piano nazionale.

Mentre è rimasto invariato l’articolo del decreto che riguarda la presentazione delle domande di nulla osta lavorativo dei cittadini extra Ue che viene ottenuto in automatico entro 30 giorni in assenza di ragioni ostative.

«Oggi l’Italia ha un disperato bisogno di lavoratori stagionali - spiega Luca Failla giuslavorista - parliamo di raccolta della frutta, lavoro dei campi, vendemmia, raccolta delle olive, allevamento fino ad arrivare ai lavori turistico-alberghieri. A questi si aggiungono delle quote riservate di lavoro autonomo o subordinato che riguardano lavori di edilizia, autotrasporto, meccanica e cantieristica. Quindi è stata una scelta intelligente quella di aumentare la quota dei lavoratori extracomunitari nel Paese, ma bisogna fare una riflessione: i lavori stagionali sono a tempo determinato e cosa succeda a queste persone e dove finiscano dopo la stagione nessuno lo sa. Quindi ben vengano ma a patto che poi siano reintegrati in altri lavori e non dimenticati».

Sul report del lavoro del ministero ci sono percentuali bassissime sull’occupazione di queste persone. Come mai?

«Perché c’è tutta una fascia di lavoratori non censiti, reclutati irregolarmente. Ma non solo al sud, basti pensare a molti dei pastori della Valle D’Aosta e della Lombardia come testimoniano le baracche che ogni tanto vengono trovate piene di queste persone che vengono sfruttate anche perché non abbiamo abbastanza personale ispettivo per contrastare il fenomeno».

Come si potrebbe contrastare?

«Il problema è nella domanda di rilascio della nulla osta. Per snellire la procedura la domanda viene accettata automaticamente senza presentare un contratto di lavoro. In pratica si rilasciano il nulla osta a chi solo dopo essere entrato in Italia cerca lavoro con tutte le difficoltà ed i rischi del caso, dalla lingua alla possibilità di essere reclutati come manodopera della malavita organizzata. Si è passati dalla regole rigide come in Canada ed Inghilterra, ad essere il fortunato dei 100mila che possono entrare anche se non si sa cosa faranno dopo.Purtroppo non esiste un sistema intermedio che intercetti queste persone creando delle liste con nomi ed esperienze lavorative che possa essere consultato da chi offre lavoro. Ma d’altronde manca per l’Italia che conta milioni di disoccupati che stanno a casa e nessuno li cerca, figuriamoci se riusciamo a farlo con gli extracomunitari che finiscono sempre più spesso nelle sacche della malavita o ai margini della società».

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Linda Di Benedetto