L'attacco ucraino a Sebastopoli può destabilizzare l'esercito russo
L'analisi di Virgilio Lo Presti, esperto di strategie militari, dei missili ucraini che hanno distrutto la sede della flotta russa nel MAr Nero uccidendo oltre 30 alti ufficiali
A quattro giorni dall’attacco contro il quartier generale della flotta russa del Mar Nero a Sebastopoli non ci sono più dubbi sulla sorte del comandante della flotta russa del Mar Nero, il vice Ammiraglio Viktor Sokolov figura molto nota in Russia che è morto nell’attacco. Sokolov, 61 anni, più volte decorato, è stato il vice comandante della Flotta del Nord e direttore dell’Accademia Navale Kuznetsov, fino all’agosto 2022 quando è stato nominato capo della Flotta del Mar Nero in sostituzione dell’ammiraglio Igor Osipov, al quale è stata addossata la colpa per affondamento dell’incrociatore Moskva, fiore all’occhiello della marina militare russa. Secondo la nota dell'ufficio stampa delle Forze operative speciali ucraine «in seguito alla distruzione del quartier generale della flotta russa del Mar Nero, sono morti 34 ufficiali, compreso il comandante della flotta. Altri 105 occupanti sono rimasti feriti. L'edificio del quartier generale è stato distrutto». Nello stesso comunicato sono stati dati ulteriori dettagli dell'attacco avvenuto nella notte tra il 14 e il 15 settembre alla nave da sbarco Minsk: «La nave sarebbe dovuta entrare in servizio di combattimento il giorno successivo, il personale era a bordo. Le perdite ammontano a 62 occupanti». Per i russi il colpo è durissimo e per il momento il Cremlino tace, ma i video che mostrano il quartier generale della flotta russa distrutto e in fiamme non possono mettere in dubbio l’accaduto. Il report aggiorna anche il bilancio dell'attacco del 13 settembre a Sebastopoli, quando la nave anfibia Minsk è stata danneggiata. «Il giorno successivo avrebbe dovuto fare ritorno in zona di battaglia, ma ciò non è avvenuto. L'equipaggio era a bordo, ma 62 uomini sono stati uccisi».
Gli omicidi degli ufficiali russi sono parte di una strategia
Che cosa è accaduto davvero a Sebastopoli? Per l’analista strategico Virgilio Lo Presti «l’attacco al Quartier Generale della Flotta del Mar Nero a Sebastopoli è stato effettuato con missili aviolanciati SCALP oppure Storm Shadow. La notte precedente lo strike sul quartier generale, i canali militari russi segnalavano il più massiccio attacco di droni effettuato sulla penisola di Crimea sin dall’inizio della guerra. Probabilmente l’attacco notturno con sciami di droni ha preparato lo spazio entro il quale i Sukhoi 24 di Kiev sono stati in grado di effettuare il lancio missilistico. Ci sono pochi dubbi sul fatto che l’obiettivo principale dell’attacco fosse una riunione di alti ufficiali russi presso il Quartier Generale di Sebastopoli».
Negli scorsi giorni ci sono state altre uccisioni eccellenti tra gli ufficiali russi, si tratta di una strategia?
«Mentre l’attenzione ora si concentra principalmente sull’uccisione dell’Ammiraglio Viktor Solokov, Comandante della Flotta del Mar Nero, - prosegue Lo Presti - bisogna sottolineare la presunta uccisione del Vice Comandante delle truppe di terra russe del Distretto Meridionale, Tenente Generale Oleg Tsekov e del Colonnello Generale Alexander Romanchuk, comandante delle truppe russe nel distretto di Zaporizhzhia, cioè della zona dove attualmente si sta svolgendo lo sforzo massimo di penetrazione delle truppe ucraine attraverso la cosiddetta ‘Linea Surovikin’. L’attacco di Sebastopoli si inserisce in un’azione più generale, volta all’eliminazione degli alti ufficiali russi che operano in Ucraina. In data 18 settembre c’è stata un’operazione nei pressi di Kherson – di cui si è parlato pochissimo - dove gli ucraini hanno colpito una riunione al vertice degli ufficiali superiori della 7° Divisione Aviotrasportata russa, cioè una delle unità che il Cremlino ha mandato a rinforzare le difese della Linea Surovikin in pericolo. I russi hanno con successo tenuto segreto il numero e i nominativi delle vittime, che pure anche in questo caso ci sono state. L’eliminazione di alti ufficiali russi riveste significato particolare vista l’organizzazione rigidamente verticistica dell’esercito di Mosca, nel quale viene lasciata pochissima autonomia agli ufficiali di grado intermedio. Solo poche persone tra gli alti gradi dell’esercito hanno il quadro generale della situazione ed i loro ordini riguardano la maggior parte delle operazioni da compiere. Disorganizzare i vertici dell’esercito russo può realmente portare ad una disarticolazione delle sue azioni sul terreno».
Il ministro della Difesa Serghei Shoigu ora rischia grosso
Vladimir Putin lo ha sempre difeso ed in particolare dai violenti attacchi di Yevgeny Prigozhin e dalle pesanti critiche dei blogger filorussi, tuttavia anche per il lui il credito è ormai esaurito. Secondo l'Istituto per lo studio della guerra (ISW) che cita una fonte interna al Cremlino, «Putin avrebbe dato al Ministro della Difesa russo Sergei Shoigu una scadenza di un mese fino all'inizio di ottobre 2023 per migliorare la situazione al fronte, fermare le controffensive ucraine e restituire l'iniziativa alle truppe russe». Se ciò non accadrà Shoigu potrà essere sollevato dall’incarico (o peggio) visto che Putin ha pubblicamente affermato che la controffensiva ucraina iniziata lo scorso 9 giugno «non otterrà guadagni significativi a causa di difese russe ben preparate e che le forze ucraine subiranno pesanti perdite di personale e attrezzature militari occidentali».
Secondo l’aggiornamento del Ministero della Difesa britannico «i tentativi dell'esercito russo di riconquistare i territori liberati dalle forze armate ucraine vicino a Bakhmut e Orichiv sono falliti. I russi hanno compiuto sforzi concertati per effettuare contrattacchi locali contro l'offensiva delle forze ucraine sia nella direzione di Orichiv che in quella di Bakhmut ma in entrambe le aree, le forze ucraine hanno respinto gli attacchi russi e hanno mantenuto il controllo sul territorio recentemente liberato». Secondo il report pubblicato come sempre su X «tra i militari russi coinvolti in questi contrattacchi sarebbe presente un'estrema frustrazione in particolare nell'area di Bakhmut, con segnalazioni di attacchi mal concepiti, mancanza di supporto di artiglieria e pesanti perdite». Secondo l'intelligence britannica, negli ultimi nove mesi «le forze russe in Ucraina hanno dimostrato la loro capacità di condurre operazioni difensive decisive. Tuttavia, continuano a mostrare solo capacità offensive minime. È difficile per i comandanti organizzare azioni congiunte complesse, concentrare sufficienti munizioni di artiglieria e mantenere alto il morale e lo spirito offensivo».