Papa Francesco
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Papa Francesco: pugno di ferro contro i preti pedofili

L'arresto di monsignor Capella e ciò che emerge dal processo al cardinale Pell sono solo i casi più recenti. Mentre Bergoglio ha inasprito le pene per reati sessuali

L'effetto Bergoglio sulla lotta ai preti pedofili si sta facendo sentire, anche se "per pulire definitivamente il clero da questo cancro la strada è lunga", commentano Oltretevere. L'arresto di monsignor Carlo Alberto Capella, ex alto funzionario della Nunziatura Usa, ne è una prova, ma altri ecclesiastici non dormono sonni tranquilli.

Persino un cardinale "importante" come George Pell, super ministro delle finanze, non se la sta passando molto bene nel processo in Australia a cui partecipa per rispondere di omesso controllo sui preti pedofili della sua ex diocesi. Pell nelle udienze preliminari è stato anche accusato di presunte violenze sessuali, costringendo i giudici a chiedere un altro mese di "approfondimenti" prima di deciderne il rinvio a giudizio.

E nell'entourage papale si sono "innervositi", anche perché - spiegano alla Penitenzeria apostolica, il dicastero che giudica i grandi peccati del clero - il "motu proprio" con cui Francesco ha inasprito le pene per reati sessuali e pedofilia parla chiaro: riduzione allo stato laicale per i condannati dopo regolare processo, nessun intralcio alla giustizia ordinaria, rinunzia agli incarichi in attesa di giudizio per chi viene accusato, ma anche condanna per il solo possesso di materiale pedopornografico. Come è il caso di Capella, da qualche giorno rinchiuso in una cella della Gendarmeria vaticana in attesa del processo.

In precedenza lo stesso carcere aveva "accolto" altri prelati come monsignor Vallejo Valda condannato per aver trafugato documenti riservati, e il vescovo polacco Jozef Wesolowski (scomparso 2 anni fa), condannato e ridotto allo stato laicale dall'ex Sant'Uffizio per violenze sessuali su minori nella Repubblica Dominicana dove era nunzio.

Sono i segni del pugno di ferro di papa Francesco, che sui preti pedofili sembra essere poco misericordioso. Ne sa qualcosa il vescovo cileno Juan de la Cruz Barros sul quale il Sant'Uffizio sta per pronunciarsi dopo l'indagine su una sua presunta copertura di un prete pedofilo svolta dall'inviato papale, il vescovo Charles Scicluna. O il vescovo di Quam (Pacifico), Anthony Sablan Apuron, anche lui rimosso e condannato a vivere in clausura - salvo altri provvedimenti della giustizia civile - per reati sessuali su minori. Ma la lista nera, a breve, potrebbe continuare. 


(Articolo pubblicato sul n° 17 di Panorama, in edicola dal 12 aprile 2018, con il titolo "Preti spogliati")


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Orazio La Rocca