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Corea del Nord: storia del disertore diventato attivista per i diritti umani

Si chiama Ji Seong-ho e 20 anni fa è fuggito nonostante l'amputazione della mano e della gamba sinistra. Oggi è portavoce di libertà

Le stampelle di legno alzate verso il cielo, lo sguardo sereno di chi della vita ha visto il lato oscuro ma l’ha vinto, un sorriso che commuove.

Ji Seong-ho, il 35enne nordcoreano attivista per i diritti umani e la disabilità ha raccontato la sua storia al Congresso degli Stati Uniti durante il discorso sullo Stato dell’unione pronunciato da Donald Trump.

La fuga di Ji verso la libertà

Quando oltre 20 anni fa la Corea del Nord veniva afflitta da una delle più drammatiche carestie, Ji in preda alla fame si ritrova a rubare carbone per rivenderlo e per non mangiare erba e topi.

Ha 14 anni quando, persi i sensi per la grande debolezza, si risveglia sui binari della ferrovia con la gamba e la mano sinistra amputate dal passaggio di quel treno che voleva derubare.

Salvato da un uomo che lo parta all’ospedale locale, subisce un'operazione di quattro ore e mezza senza anestesia.

Dalla fame alla tortura dell'amputazione

Nel recente discorso tenuto al Freedom Forum di Oslo Ji ha ricordato quei momenti di disperazione. “Ancora oggi rammento vividamente il suono della sega che mi tagliava l’osso della gamba e le vibrazioni che generava, che attraversavano il resto del mio corpo. Mi ricordo ancora cosa provai quando usarono un piccolo bisturi per rifilare l’osso frantumato. Posso ancora sentire il suono che faceva il mio sangue che gocciolava nella bacinella messa sotto al tavolo operatorio. Mi ricordo ancora il suono della mia carne mentre veniva incisa e quello degli schiaffi che mi dava il medico per costringermi a rimanere sveglio ogni volta che ero sul punto di svenire”. Una tortura.

Le stampelle di Ji

Il mezzo per muoversi, per raggiungere la libertà, un paio di stampelle di legno fatte da suo padre, che in seguito sarebbe stato torturato a morte dalle autorità nordcoreane dopo un tentativo fallito di disertare.

Ji invece riesce a fuggire, nonostante la disabilità, malgrado le sue condizioni precarie. Attraversa parte della Cina, verso sud, sfruttando una rete ferroviaria in disuso, raggiunge il Laos e il Myanmar, arriva in Thailandia, con le sole stampelle e un’immensa forza di volontà.

Trasferitosi più tardi in Corea del Sud, come molti altri disertori nordcoreani, fatica economicamente e vive in un piccolo appartamento mentre studia legge all'Università di Dongguk a Seul.

Da tempo come presidente di Now Action and Unity for Human Rights, un gruppo che sensibilizza contro le violazioni dei diritti umani della Corea del Nord e aiuta i disertori a stabilirsi al Sud - Ji ha viaggiato per il mondo sottolineando la brutalità del regime di Kim Jong-un. "La differenza tra Sud e Nord è quella che c’è tra paradiso e inferno".

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Chiara Degl'Innocenti