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Ansa
Calcio

Le pagelle del calciomercato invernale

E' stato un mese di grandi spese (e polemiche): vincitori e vinti delle trattative che cambieranno il volto della Serie A

E' stato un mese pieno di sorprese e di soldi, la vera novità in questo periodo di vacche magre e di crisi senza fine per il calcio italiano ed europeo. C'è una regina della sessione invernale 2022 ed è la Juventus, anche se il voto dei bianconeri non sarà il più alto nelle pagelle vergate a caldo, prima di sapere dal campo se i sogni dei dirigenti di mezza Serie A sono destinati ad avverarsi o a trasformarsi in incubi. Come in ogni periodo di mercato che si rispetti sono state dette tante balle; non bisogna stupirsi, fa parte della strategia, anche se sorprende rileggere oggi le dichiarazioni del nuovo uomo forte della Juventus, Maurizio Arrivabene, circa la volontà di non fare "nulla di divertente" - confermato da Allegri - o di Beppe Marotta e colleghi circa la non necessità dell'Inter di muoversi.

Non è successo nulla di quello che era stato annunciato e garantito dai diretti interessati. Anche per questo è stato divertente seguire le tracce di un mercato come ai vecchi tempi, quelli delle vacche grasse. Chi avrà vinto e chi perso lo capiremo tra quattro mesi esatti, quando la stagione si sarà consumata. C'è chi ha puntato forte per cercare di rimettersi in carreggiata, chi ha lavorato di fino, chi anticipato mosse future e programmato per l'estate e oltre e c'è chi semplicemente ha fatto da spettatore. Ecco le nostre pagelle con l'avvertenza di non prenderle come definitive.

Il voto più alto, il massimo possibile, lo merita la Fiorentina: 10. E' vero, con la partenza di Vlahovic è meno forte di quanto non fosse a metà gennaio ma Commisso è uscito vincitore da una situazione complicatissima. Qualcuno si diverte a soffiare sul mal di pancia (legittimo) di Firenze per spiegare che il patron viola ha sbagliato, ma alzi la mano chi avrebbe rifiutato 70 milioni, potrebbero essere 80 alla fine, a un anno e mezzo dalla scadenza di contratto con un giocatore in rottura con il club. Siamo seri: nessuno.

Un'incollatura sotto la Juventus (voto 9): non solo per gli acquisti di Vlahovic e Zakaria, perché se uno ha i soldi il mercato è più facile, ma per aver finanziato il tutto anche con delle cessioni che hanno portato via da Torino calciatori poco funzionali per Allegri. La Juventus è più forte di prima, ma immaginare che questo le garantisca un posto nella prossima Champions League, in un campionato condizionato dalla falsa partenza, è esercizio ardito. Dipenderà da lei e dalle altre, che hanno un cospicuo vantaggio.

L'Inter (voto 8) ha sorpreso con il colpo Goosens e dato a Inzaghi l'attaccante di scorta che chiedeva. Era forte prima, rimane forte adesso. La candidata numero uno per lo scudetto. Il Napoli (voto 6) ha puntellato la difesa con Tuanzebe e confermato che Spalletti dovrà compiere un miracolo se vorrà sognare il tricolore ma anche che ha una rosa adatta per l'assalto alla Champions. Il Milan? I tifosi non hanno apprezzato l'immobilismo, anche perché le storiche nemiche hanno sparato i fuochi d'artificio. La sensazione, però, è che il malessere dipenda quasi più dal confronto con Juventus e Inter che da una valutazione oggettiva. Serviva un difensore al posto di Kjaer, vero, ma non avendolo trovato nel difficile mercato di gennaio Maldini e Massara hanno preferito evitare di spendere tanto per spendere. Voto: 7.

Nella Capitale merita un bel giudizio la Roma (voto 7,5) che ha dato a Mourinho giocatori pronti all'uso e, infatti, immediatamente finiti tra i titolari. Maluccio la Lazio (5) che tra problemi economici e burocratici ha deluso per la seconda sessione di fila Sarri anche se l'arrivo all'ultimo minuto di Cabral dallo Sporting Lisbona rende il voto meno pesante. Resta la domanda di fondo: che senso ha prendere un allenatore con una forte identità tattica se poi non lo si dota delle armi necessarie per andare alla guerra? Tra le big resta l'Atalanta: ha ceduto Goosens e preso Boga e Mihaila. A occhio non si è rinforzata nell'immediato (quindi voto 6-) ma i bergamaschi sono abituati a guardare oltre in un'opera di continuo rilancio che fin qui ha portato bene.

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Giovanni Capuano