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Bibbiano: l'inchiesta di Reggio Emilia sugli affidi dei bambini

Tutto quello che c'è da sapere sull'inchiesta legata agli affidi di minori in provincia di Reggio Emilia

Le intercettazioni ambientali diffuse nei giorni scorsi dal TgR Emilia Romagna aggiungono nuovi tasselli al quadro del cosiddetto "Caso Bibbiano", ovvero l'inchiesta circa un presunto articolato traffico di affidi illegali di minori che sarebbero stati strappati con l'inganno alle loro famiglie d'origine a scopo di lucro.

Cosa riportano le intecettazioni ambientali

L'inchiesta, che al momento vede indagate 27 persone, coinvolge psicologi, politici locali, neuropsichiatri, medici e assistenti sociali (oltre che le famiglie d'origine e quelle affidatarie dei bambini).

Il sistema sarebbe stato talmente collaudato e le persone coinvolte si sarebbero sentite talmente forti che in un'intecettazione ambientale tra una neuropsichiatra e una psicologa dell’Ausl di Reggio Emilia si sentono le due donne sbeffeggiare un maresciallo dei carabinieri che stava indagando su di loro e che aveva chiesto loro dei documenti circa gli affidi.

Una delle due donne dice all'altra: "E comunque potevi anche dirgli guardi che lei è sposato, c’ha figli, cioè non si sa mai..."

Si tratterebbe di una minaccia neppure troppo velata di poter agire anche sui figli del militare cercando di far sì che gli venissero tolti.

Un'altra intercettazione mandata in onda dal telegiornale riporta la registrazione avvenuta nell'auto di una delle madri affidatarie di una minore.

La donna avrebbe fatto scendere la bambina dalla macchina in pieno novembre e sotto la pioggia perché la bambina si sarebbe rifiutata di accusare i genitori naturali di averla molestata o maltrattata.

"Vai da sola a piedi, scendi! Scendi! Non ti voglio più!" si sente nell'audio. La stessa donna poi aggiunge: "Anziché dire 'io sono così perché mi è successo questo!', piuttosto che dare la colpa a quelli che ti hanno fatto male, dai la colpa a quelli che ti vogliono bene!' Anziché dire 'sono stati loro (i genitori naturali, ndr) a farmi male, (dici che) sono [Omissis] e [Omissis2] (nomi della coppia affidataria, ndr)' che mi sgridano… troppo comodo".

Secondo gli inquirenti, però, a rimpiere la bambina di "Urla e parolacce" non sarebbero stati i genitori naturali quanto piuttosto quelli affidatari.

Un passo indietro

L'inchiesta è lunga, articolata e complessa, ma per capire tutti i punti passo per passo bisogna fare un passo indietro

Estate 2018. I Carabinieri del comando provinciale di Reggio Emilia notano che da un po' di tempo a quella parte le denunce dei servizi sociali dei 7 comuni dell'Unione di Val D'Enza (Reggio Emilia) sono aumentate in maniera esponenziale.

Si tratta di una serie di esposti per casi di abusi sessuali su minori, abusi che hanno avuto come diretta conseguenza quella di determinare l'allontamento dalle famiglie d'origine di una settantina di bambini con conseguente affidamento dei minori ad altre famiglie.

"Angeli e Demoni"

E' partita in questo modo l'inchiesta denominata "Angeli e Demoni" che ha portato alla luce un presunto sistema illecito di gestione dei minori in affido alla comunità terapeutica di Bibbiano, Reggio Emilia, La Cura, che si avvaleva, a sua volta, della consulta esterna della Onlus piemontese Hansel e Gretel il cui psicanalista è l'ultra accreditato Claudio Foti (68 anni), autore di libri, luminare nell'analisi di casi abusi su minori, colui che ha determinato l'apertura di una serie di atti processuali in ogni angolo del Paese a tutela di bambini che sarebbero stati abusati.

L'ordinanza di revoca dei domiciliari

Il Tribunale del Riesame, giorni fa, ha disposto per Foti la revoca degli arresti domiciliari. Un fatto che alcuni avevano visto come una perdita di forza della Procura. Invece l'ordinanza dei giudici appare ancor più dura e drammatica nelle sue accuse.

Il giudice trova discutibili alcuni aspetti dell'operato e del Metodo Foti: «Appare di per sé connotato da elementi di forte pressione e forzatura, nonché ingerenza nella vita privata dei minori, in violazione della ‘Carta di Noto’». E pesanti dubbi vengono sollevati dal Riesame sulla preparazione di Foti per esercitare la professione. Su di lui, considerato un luminare in Val d’Enza - dove i servizi sociali inviavano i minori alla sua équipe nella sede della ‘Cura’ -, il giudice parla di «trattazione di questioni delicatissime su eventuali abusi sessuali e maltrattamenti subiti, da parte di una persona che, tra l’altro - evidenzia - non risulta in modo certo dotata delle competenze professionali e scientifiche per esercitare l’attività di psicoterapeuta»

Chi è Claudio Foti

Il cosiddetto metodo Foti parte dell'assunto che i "bambini non mentono mai" e che, scopo del terapeuta è "l’emersione del ricordo dell’abuso e la rielaborazione del trauma".

Foti è colui che ha definito la Carta di Noto - un protocollo di psicologia forense redatto per la prima volta nel 1996 da esperti del settore - un  Vangelo Apocrifo solo per il fatto che si sottolinea come, al contrario di quanto sostiene Foti, un bambino sia molto influenzabile e il terapista ne deve tenere conto nella sua analisi per evitare, in primo luogo, di influenzare a sua volta lo stesso minore di cui dovrebbe occuparsi.

Cosa sostiene l'accusa

Secondo l'accusa assistenti sociali e terapeuti che giravano intorno al sistema Bibbiano avrebbero manipolato le testimonianze dei bambini allo scopo di toglierli alle famiglie d'origine e affidarli a nuclei di propria conoscenza lucrando illecitamente sui fondi pubblici destinati alla tutela dei minori.

La tesi è che per farlo venivano manipolati disegni, documenti e le stesse testimonianze dei ragazzini che arrivavano a essere a tal punto condizionati mentalmente da credere di aver subito abusi che in realtà non si erano verificati (si era parlato anche di elettrochock, tesi presto smentita dagli stessi inquirenti).

In questo modo la Procura dei minori di Bologna si trovava di fronte a fascicoli firmati da assistenti sociali e psicologi accreditati che dimostravano in maniera esplicita l'avvenuto abuso e quindi firmava l'affido in comunità e poi in famiglia.

Cosa è emerso dall'inchiesta e il ruolo di Carletti

Dopo un anno di inchiesta il 27 giugno scorso 29 persone sono state indagate e di queste 17 hanno ricevuto misure cautelari. Tra questi ci sono lo stesso Foti (prima ai domiciliari e poi rilasciato con l'obbligo di dimora) e la moglie Nadia Bologni, anch'essa psicoterapeuta, l'ex sindaco di Bibbiano il piddino Andrea Carletti, l'ex responsabile dei servizi sociali dell'Unione di Val D'Enza Federica Anghinolfi, e l’assistente sociale Francesco Monopoli.

Nell'inchiesta sono indagati anche gli ex sindaci di Montecchio Emilia e Cavriago, Paolo Colli e Paolo Burani, in carica all’epoca dei fatti.

Secondo gli inquirenti, infatti, affinché il sistema Bibbiano funzionasse così bene tutti sarebbero stati informati a vario titolo dell'illecito che si stava commettendo sulla pelle dei bambini e dei genitori.

In particolare l'ex sindaco Carletti sarebbe stato accusato di aver "omesso di effettuare una procedura a evidenza pubblica per l'affidamento del servizio di psicoterapia che aveva un importo superiore a 40mila euro procurando intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale al centro studi Hansel e Gretel". 

Carletti, secondo i pm, avrebbe inoltre agito "pienamente consapevole della totale illiceità del sistema sopra descritto e dell’assenza di qualunque forma di procedura ad evidenza pubblica".

Non solo avrebbe invitato Foti e Bolognini, retribuiti, a convegni in cui lui stesso era relatore sostenendo l'attività di Hansel & Gretel.

Nell'ordinanza del giudice delle indagini preliminari Luca Ramponi si legge che gli indagati sono accusati a vario titolo di frode processuale, depistaggio, maltrattamenti su minori, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione, abuso d’ufficio, peculato d'uso e lesioni gravissime.

I filoni dell'inchiesta

I filoni dell'inchiesta sono, in realtà due: da una parte c’è l'affidamento illecito di incarichi di psicoterapia a privati con l'utilizzo di fondi pubblici quando le stesse Asl avrebbero potuto ricoprire simili compiti; dall’altra, invece, c’è la questione relativa ai bambini e ai metodi utilizzati per accertare gli abusi.

Il sistema, secondo la procura funzionava così: si partiva da una segnalazione che presentasse elementi indicativi anche labili di una precoce erotizzazione del minore. Secondo la Procura le testimonianze dei minori venivano manipolate dai terapeuti che firmavano le relazioni.

In seguito queste relazioni venivano inviate all’Autorità Giudiziaria Minorile e alla Procura della Repubblica del tribunale di Reggio Emilia. Vista l'evidenza dei casi la procura affidava i bambini alla comunità terapeutica La Cura

Una volta al centro i bambini sarebbero stati sottoposti a ulteriori sedute di psicoterapia che al Comune costavano 135 euro a seduta di fondi pubblici a fronte della media di 60-70 euro e nonostante il fatto che l’Asl potesse farsi carico gratuitamente del servizio.

Il danno economico per l'Asl di Reggio Emilia e per l'Unione, secondo le indagini, sarebbe quantificabile in 200mila euro.


I bambini, poi, venivano affidati a famiglie della zona il più delle volte di conoscenza degli stessi vertici dei Servizi Sociali.

Il caso Bedogno-Bassmaji

E' il caso, ad esempio, di una coppia gay unita civilmente dal 2018. Si tratta di Daniela Bedogni e Fadia Bassmaji. Le due donne hanno ricevuto in affido una bambina sottratta alla famiglia d'origine col presunto metodo Bibbiano.

Una delle due donne, la Bassmaji, sarebbe stata l'ex fidanzata della responsabile dei servizi sociali di Val D'Enza Francesca Anghinolfi (tra gli indagati) che avrebbe facilitato l'affido alla coppia di amiche.

Non solo: le famiglie affidatarie ricevono un contributo pubblico mensile che varia dai 600 ai 1300 euro a seconda dell'impegno che il minore va a dare al nuovo nucleo. Secondo quanto riporta Corriere della Sera, invece, le due donne avrebbero percepito un assegno pari a 6000 euro mensili.

In tutto sarebbero una settantina i casi sospetti dove l'allontamento dalla famiglia d'origine sarebbe stato pilotato.

I Carabinieri di Reggio Emilia si sono trovati, ad esempio, a compiere sopralluoghi in case definite nei fascicoli degli assistenti sociali "fatiscenti e con cibo avariato sui mobili" mentre in realtà si trattava di appartamenti assolutamente ordinati e normali.

O, così si legge nei documenti, venivano virgolettate frasi del minore che poi si sono rivelate invece essere elaborazione degli assistenti sociali ora indagati.

Nel fascicolo, ad esempio, si parla di una bambina che sarebbe stata abusata mentre sarebbe stato stato omesso che i suoi comportamenti "strani" potevano essere la conseguenza dell'epilessia della quale soffriva.

Un altro caso riguarda l’affido di una bambina tolta alla famiglia di origine per presunte violenze sessuali.

Tra i documenti presentati al Tribunale dei minori ci sarebbe stato un disegno realizzato dalla minore in cui la piccola si ritraeva accanto all’ex compagno della madre e le mani dell'uomo sembravano toccare le aree genitali della bambina.

Il grafologo che ha analizzato il disegno non ha dubbi nel dire che quelle mani sono state disegnate in un secondo momento rendendo contraffatto il disegno della piccola.

Il tutto per dipingere il nucleo d'origine come inadeguato, criminoso e pedofilo, inadatto alla crescita del minore e giustificare l'affidamento esterno. 

Non solo Bibbiano

Il Presidente del Tribunale dei minori di Bologna Giuseppe Spadaro sta avviando una revisione imponente di tutti i casi nei quali negli ultimi 20 anni ha collaborato Foti non solo quelli della comunità La Cura.

Il nome Hansel e Gretel, infatti, ricorre in altri casi di cronaca.

Negli anni '90 c'era ancora la onlus Hansel & Gretel dietro al caso dei diavoli della bassa modenese con l'inchiesta giornalistica Veleno firmata da Pablo Trinca.

Sedici bambini erano stati allontanati dalle loro famiglie per presunti abusi e riti satanici. E Foti allora aveva contestato la riscostruzione di Veleno visto che centro torinese era lo stesso da cui provenivano le psicologhe accusate di aver manipolato i bambini dei comuni della Bassa modenese. 

Non solo: Hansel e Gretel avrebbe anche firmato la perizia del 1996 nel biellese quando quattro adulti – padre, madre e due figli – si suicidarono in seguito alle accuse di terribili abusi sessuali su due bambini, figli e nipotini.


A quanto pare il caso Bibbiano avrebbe aperto il vaso di Pandora su un modus operandi portato avanti da una parte malata di coloro che si dovrebbero occupare del bene dei bambini che, invece di mettere al primo posto l'interesse del minore ha lucrato per anni sul dolore delle famiglie sottraendo soldi pubblici all'erario e causando danni irreversibile a bambini strappati dalle braccia delle proprie madri.

Il Presidente Spadaro si è dichiarato parte offesa al pari dei minori in quanto Procura e Tribunale dei minori sono stati frodati da parte di coloro che dovevano essere i garanti del diritto alla gioia e al benessere dei bambini.

L'inchiesta è ancora aperta e la strada è lunga, ma già 4 bambini sono stati restituiti alle proprie famiglie. 

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Barbara Massaro