Cosa si diranno (forse) Berlusconi e Bersani
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Cosa si diranno (forse) Berlusconi e Bersani

Abbiamo provato per gioco ad ipotizzare come potrebbe andare il colloquio tra il leader del Pd e quello del Pdl

Silvio Berlusconi (S): Ciao
Pier Luigi Bersani (PL): Ciao


S: Quindi?
PL: Inizio io?

S: Se vuoi inizio io
PL: No no inizio io. Allora, come va?

S: Bene, benissimo. Hai letto i miei 8 punti?
PL: Si, e tu hai letto i miei?

S: Sì, certo, belli, complimenti, ma chi te li ha fatti Gotor?
PL: Perchè?

S: Non si capisce un ca...
PL: Silvio, se inizi così domani faccio un’intervista e dico che sei impresentabile.

S: Volentieri. Vuoi che chiami Sallusti?
PL: Ma vaff… senti, Silvio, parliamo di cose serie, secondo te ci possiamo mettere d’accordo su alcune cose da fare?

S: Secondo me sì, però il tuo programma è più simile a quello dei grillini. Perchè non chiedi a loro?
PL: Non cominciare, eh! Se inizi a prendere per il c... la chiudiamo qui.

S: Ahah, dai, che scherzavo, come siete musoni voi di sinistra, non ridete mai. Dai, vabbè, allora.
PL: Allora, che cosa possiamo fare insieme?

S: Mah, ad esempio, rimborsare l’Imu del 2012
PL: Silvio, dai, ca...!

S: Guarda che non sto scherzando.
PL: Ma bisogna rifinanziare la cassa integrazione.

S: Va bene. Quanto costa?
PL: Un miliardo, come minimo.

S: Va bene, l’Imu costa 4 miliardi e siamo a 5. Secondo me quando arriviamo a 10 ce l’abbiamo fatta a fare il governissimo.
PL: Ecco, io eviterei, Silvio, di chiamarlo governissimo.

S: E cos’è?
PL: Una presa di responsabilità del partito che ha vinto le elezioni

S: In sintesi: governissimo.
PL: Vabbè, senti, comunque non ci sono i soldi.

S: Ma che ti frega, poi diamo la colpa a Monti e alla sua austerità che ha mandato il Paese in vacca.
PL: Ah, già, è vero. Comunque se io prendo 1 miliardo per me e tu il quadruplo, sarai tu a dover calare.

S: Io sulla restituzione dell’Imu non mollo.
PL: E io non mollo sulla cassa integrazione.

S: Quindi?
PL: Devo arrivare a 4 anche io. Quindi ci metto 3 miliardi per un grande piano di piccole opere e siamo pari.

S: Non c’è problema.
PL: E siamo a 8 miliardi. Ne mancano due, uno a te e uno a me. Io ci metto 1 miliardo per gli esodati.

S: Bravo! E io un miliardo per abbassare le tasse alle imprese che assumono.
PL: Giusto! Silvio, ti avevo giudicato male.

S: Pierluigi, anche io. Tutto sommato sei una persona ragionevole. Cioè, sei comunista, ma sei ragionevole. A Bettola siete tutti così ragionevoli che lì ho vinto io.
PL: Porca d’una vacca boia. Però mi devi promettere una cosa.

S: Tutto quello che vuoi, Pierluigi, siamo o non siamo alleati?
PL: Ecco, no, appunto, cerchiamo di non usare questa parola in pubblico che sennò mi viene fuori un casino nel partito. Senti, tu mi devi promettere sulla testa di tutte le olgettine che non fai cazzate.

S: Tipo?
PL: Tipo manifestare davanti al palazzo di giustizia, tipo fare manifestazioni in piazza, tipo dire che i magistrati sono un cancro… ecco, quelle cose lì, Silvio, non le fai più. Ok? Me lo prometti?

S: Beh, mi chiedi molto.
PL: Oh, sia chiaro, se non me lo prometti salta tutto. E se ti chiamano al processo Ruby ci vai buono buono senza fare casini. Ok?

S: Nemmeno che Ingroia…
PL: Ma chi se ne frega di Ingroia! Dico i magistrati di Milano, quelli di Palermo, quelli che indagano su di te.

S: Però Ingroia…
PL: Vabbè, allora te prenditela con Ingroia, digli tutto quello che vuoi, ma lascia stare il Csm, i giudici, e tutta quella roba lì, ok?

S: Va bene, dai Pierluigi, dai, ci sto, qua la mano.
PL: Eh, no, voglio un testimone.

S: Un testimone? Abbiamo appena fatto la Terza Repubblica e vuoi un testimone?
PL: Io ho fatto un accordo con te, mica t’ho sposato. Voglio un testimone.

S: Va bene. Ti va bene Capezzone?
PL: Chi?

S: Capezzone. il radicale.
PL: Ne voglio un altro.

S: Adesso, qui, su due piedi…
PL: A te va bene Franceschini?

S: Perfetto, dov’è?
PL: E’ giù in macchina che aspetta. Aspetta che lo chiamo con il cellulare.

S: No, no, lascia, faccio io.
PL: Hai il cellulare di Franceschini? Ma porco boia…

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Marco Cobianchi

Sono nato, del tutto casualmente, a Milano, ma a 3 anni sono tornato a casa, tra Rimini e Forlì e a 6 avevo già deciso che avrei fatto il giornalista. Ho scritto un po' di libri di economia tra i quali Bluff (Orme, 2009),  Mani Bucate (Chiarelettere 2011), Nati corrotti (Chiarelettere, 2012) e, l'ultimo, American Dream-Così Marchionne ha salvato la Chrysler e ucciso la Fiat (Chiarelettere, 2014), un'inchiesta sugli ultimi 10 anni della casa torinese. Nel 2012 ho ideato e condotto su Rai2 Num3r1, la prima trasmissione tv basata sul data journalism applicato ai temi di economia. Penso che nei testi dei Nomadi, di Guccini e di Bennato ci sia la summa filosofico-esistenziale dell'homo erectus. Leggo solo saggi perché i romanzi sono frutto della fantasia e la poesia, tranne quella immortale di Leopardi, mi annoia da morire. Sono sposato e, grazie alla fattiva collaborazione di mia moglie, sono papà di Valeria e Nicolò secondo i quali, a 47 anni, uno è già old economy.

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