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Il tweet di Beppe Grillo che associa topi, spazzatura e clandestini

Il tweet di Beppe Grillo che associa topi, spazzatura e clandestini

Il leader del M5S spara su Mafia Capitale e sulla gestione di Roma e paragona ratti, immondizia e migranti. Poi cerca di fare dietrofront. Ma è tardi

Qualcuno deve avergli detto che forse aveva esagerato. Che un tweet così, buttato a casaccio in un dibattito pubblico impazzito e schizofrenico, avrebbe prodotto un effetto boomerang. Che paragonare topi di fogna e immigrati clandestini non è un messaggio particolarmente rassicurante per una parte, nemmeno irrilevante, del suo stesso elettorato.

È accaduto perciò che il Vate di Sant’Ilario si è subito corretto, ha modificato il tweet in corsa ma – come nel più classico dei contrappassi – ha dimenticato che in rete non scompare nulla. Che la memoria di Internet, come sanno i casaleggiofili di Tze Tze, è sconfinata, implacabile e vendicativa. E a farne le spese può esserne chiunque, anche chi ne ha fatto una clava contro i suoi nemici, come lo stesso Beppe Grillo al quale a sostituzione ex post di «clandestini» con «campi di clandestini» deve essere apparsa come una brillante soluzione.

IL PRIMO TWEET DI BEPPE GRILLO

Il tweet di Beppe Grillo che associa topi, spazzatura e clandestini20005206

Il fatto è che è la classica toppa peggiore del buco: una soluzione abborracciata, molto italiana, molto furbesca, che lascia un po’ a tutti, anche ai cittadini romani, la sensazione che contro la giunta Marino si è schierata una legione di politici di opposizione a 5 stelle improvvisatii e disponibili, pur di raccogliere qualche voto, a soffiare sul fuoco, su qualsiasi fuoco. Anche quello della xenofobia dura e pura. Salvo poi, fare dietrofront.

Intendiamoci. Quanto di putrido, trasversale, patologico è emerso nell’inchiesta Mafia Capitale deve essere denunciato a voce alta. L’ignobile mangiatoia sui migranti e sui rom che Buzzi e Carminati avevano messo in piedi, godendo di una vasta rete di protezione trasversale a destra e a sinistra, rende pienamente giustificabile la richiesta di dimissioni nei confronti del Sindaco avanzata da una forza di opposizione come il M5S.

Il punto, per i cittadini romani, è capire quale è l’alternativa. E quale è il limite oltre il quale, polemiche politiche a parte, nessuna forza di governo o di opposizione può spingersi. La sensazione è che oggi quel limite sia stato ampliamente superato. E che, più si avvicina alla stanza dei bottoni, più Grillo sarà costretto a scegliere: tra spettacolo, dove era un fuoriclasse, e politica, dove troppo spesso continua ad apparire come un figurante, disposto opportunisticamente, novello Zelig, a indossare alla bisogna qualsiasi panno, da quello movimentista di un Varoufakis a quello autarchico e localista di un nuovo Matteo Salvini. A quel punto teniamoci gli originali.


IL SECONDO TWEET DI BEPPE GRILLO

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