Monopattino elettrico, le regole per la circolazione
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Monopattino elettrico, le regole per la circolazione

Via libera alla circolazione con regole su motore e limiti di velocità, mentre il casco non è obbligatorio. Ecco le città italiane e i servizi di sharing che trainano il settore

Era solo questione di tempo per il via libera alla circolazione del monopattino elettrico in Italia, dove d’ora in poi il mezzo è equiparato alla biciclette, come previsto dal decreto ministeriale sulla micromobilità dello scorso 4 giugno. Per effettuare l’ormai celebre ultimo miglio - cioè l’ultima tappa del viaggio per recarsi ogni giorno in ufficio, al posto di lavoro o in determinati luoghi della città mediante l’utilizzo congiunto di più mezzi, pubblici o privati - bisogna però rispettare le norme con le quali è stato regolamentato il settore, che oltre ai monopattini elettrici include anche i Segway ma non hoveboard e monowheel, che possono essere utilizzati solo in aree pedonali, piste ciclabili e altre precise zone stabilite dai singoli Comuni.

I fattori principali: potenza e velocità

I punti fermi del nuovo corso riguardano la potenza del motore elettrico e la velocità del monopattino: nel primo caso la soglia massima prevista è pari a 500 watt, mentre il limite di velocità è di 20 km/h, che si riduce a 6 km/h nelle zone pedonali. Ma non solo, perché il veicolo deve essere munito di segnalatore acustico, limitatore di velocità e set di luci, per usarlo in aree definite sempre dai vari municipi cittadini (restano escluse corsie preferenziali, parcheggi, vie pavimentate e gallerie pedonali), con tanto di apposita segnaletica. Non c’è l’obbligo di indossare il casco, che è però consigliato per ogni circostanza e percorso, ma quello di un giubbotto riflettente per salire sul monopattino dopo il tramonto per i soli maggiorenni e coloro che possiedono la patente AM.

Perché potrebbe essere una rivoluzione

Molto utilizzati dagli italiani, sia attraverso le sperimentazioni delle aziende dedite al noleggio temporaneo, sia mediante acquisti diretti (leggi qui per saperne di più), il monopattino elettrico è stato finora causa di numerosi equivoci, parecchie multe e diversi incidenti. Proprio per questo si è reso necessario fare chiarezza e normare il campo d’applicazione di una alternativa al trasporto urbano che assicura vantaggi sui tempi di movimento e sull’ambiente, senza tralasciare la questione culturale, poiché all’atto pratico   aumentano le persone che scelgono ridurre o abbandonare l’uso dell’auto in favore di un mezzo semplice, rapido ed ecologico. In teoria anche sicuro (tenendo a mente che non tutte le città presentano le condizioni ideali), a patto di rispettare le regole e guidare con attenzione e buonsenso, da mantenere anche per parcheggiare il veicolo dopo essere arrivati a destinazione, per non creare problemi a chi passeggia sul marciapiede, magari con una culla, passeggino o sedia a rotelle.

Lo sharing in città

Il via libera premia le aziende di cui sopra, che puntano sull’Italia per ampliare la rispettiva flotta europea. Premesso che il funzionamento è identico per tutti i servizi di sharing - dotati di applicazione per dispositivi mobili con cui sbloccare il veicolo e saldare il conto tramite carta di credito - sono Torino (capofila con la presenza di otto servizi privati), Milano e Rimini a tirare la volta al monopattino, anche se è in crescita il numero di città che aprono le porte al mezzo simbolo della mobilità urbana (come Verona, Pisa, Palermo, Pesaro e Imola). Restando al servizio, le proposte più diffuse nel Bel Paese sono offerte da Helbiz, Lime, Circ, Bird Rides Italia (filiale italiana della statunitense Bird), Dott, Hive, Tier, Wind Mobility e Bit Mobility, che con l’attuale svolta possono accelerare l’espansione lungo lo Stivale e creare le condizioni base per replicare, almeno in teoria, il successo riscosso in altri paesi europei, dove il monopattino elettrico è diventato in breve tempo uno dei mezzi più utilizzati per gli spostamenti cittadini. 

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Alessio Caprodossi