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Unesco, l’Italia regna. Ecco quali sono tutti i patrimoni gastronomici riconosciuti

Unesco, l’Italia regna. Ecco quali sono tutti i patrimoni gastronomici riconosciuti

Dalla cucina italiana appena iscritta all’Unesco ai grandi patrimoni gastronomici mondiali, l’elenco completo dei riconoscimenti

L’iscrizione della cucina italiana nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco segna un passaggio storico. Non si tratta infatti di una semplice aggiunta all’elenco delle tradizioni gastronomiche riconosciute, ma del primo caso in cui un’intera cultura culinaria nazionale viene tutelata nella sua globalità. La vittoria italiana non è legata a ricette, prodotti o ritualità specifiche: al centro c’è l’idea che cucinare e mangiare siano atti di cura, relazione e accoglienza, un linguaggio comune che unisce territori diversissimi e affonda le radici nella tradizione rurale e nella quotidianità popolare. Vediamo dunque quali sono, oltre alla cucina, gli altri patrimoni culturali immateriali dell’Unesco legati alla gastronomia, in Italia e nel mondo.

Perché la cucina italiana è unica al mondo

A differenza degli altri patrimoni legati al cibo, l’Italia non propone un piatto o un rito codificato, ma un sistema culturale complesso, in cui tecnica, storia e convivialità si intrecciano. L’Unesco riconosce così un modo di vivere, non solo un modo di cucinare: l’incontro tra tradizioni locali, la centralità della stagionalità, l’attenzione alla qualità e la trasmissione familiare dei saperi. Vince dunque un modo di essere e di fare, un modo di concepire la gastronomia. Si tratta di qualcosa di ben più profondo di una singola ricetta, per quanto buona questa possa essere al palato.

I cinque patrimoni immateriali italiani dedicati al cibo

Con la nuova iscrizione, l’Italia rafforza la sua leadership gastronomica mondiale. I patrimoni gastronomici italiani già presenti sono: la Dieta mediterranea (2010, riconoscimento transnazionale), l’Arte del pizzaiuolo napoletano (2017), la Cerca e cavatura del tartufo (2021) e la Vite ad alberello di Pantelleria (2014). Nel caso della pizza, ad esempio, la bravura dei pizzaioli napoletani sta proprio nel modellare due elementi di base come acqua e farina, tra le materie prime caratteristiche della dieta mediterranea (patrimonio a sua volta). Sono tutti riconoscimenti che valorizzano saperi e pratiche che uniscono cultura, territorio e comunità locali. Ora, con la cucina italiana nel suo insieme, il mosaico gastronomico nazionale ottiene un riconoscimento che celebra diversità, storia e creatività quotidiana.

Gli altri patrimoni gastronomici riconosciuti dall’Unesco nel mondo

Gli esempi internazionali mostrano quanto la candidatura italiana sia diversa. In questo momento, le iscrizioni già presenti nella lista Unesco si riferiscono a tradizioni culinarie specifiche o riti alimentari regionali, e non all’intera cucina nazionale. Il pasto gastronomico francese valorizza la sequenza codificata delle portate e l’arte della tavola; la cucina tradizionale messicana è riconosciuta per ricchezza nutrizionale e tecniche millenarie; il Washoku giapponese esalta freschezza, stagioni e legame con le festività. A questi si aggiungono una lunga serie di pratiche come il kimchi coreano, lo street food di Singapore, la preparazione del pane azzimo turco, la Ftira maltese, il caffè arabo, e persino prodotti iconici come la baguette francese.

La lista dei patrimoni alimentari Unesco dal 2020 a oggi

Vediamo insieme la lista completa dei patrimoni Unesco a tema gastronomico dal 2020 a oggi, per comprendere ancora meglio come si tratti di premi su una specifica regione o ricetta, e non sull’intera cucina nazionale.

2020:

  • Il-Ftira, arte culinaria e cultura del pane lievitato naturale schiacciato a Malta
  • Conoscenze, know-how e pratiche relative alla produzione e al consumo del couscous, Algeria – Mauritania – Marocco – Tunisia

2021:

  • Ceebu Jën, un’arte culinaria del Senegal, Senegal
  • Zuppa Joumou, Haiti
  • Ricerca e raccolta del tartufo in Italia, conoscenze e pratiche tradizionali

2022:

  • Cultura della cucina ucraina del borscht, Ucraina
  • Pratiche sociali e conoscenze relative alla preparazione e all’uso del tradizionale distillato di prugnešljivovica, Serbia
  • Tecniche tradizionali di lavorazione del e pratiche sociali associate in Cina, Cina

2023:

  • Al-Man’ouché, una pratica culinaria emblematica, Libano
  • Il piatto Harees: know-how, competenze e pratiche, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti
  • Pratiche e significati associati alla preparazione e al consumo del ceviche, espressione della cucina tradizionale peruviana, Perù

2024:

  • Il caffè arabo come simbolo di generosità
  • La cultura della colazione in Malesia: un’esperienza culinaria in una società multietnica
  • Cucinare e mangiare il Mulgi puder, tradizionale purè di patate con orzo della regione di Mulgimaa, in Estonia
  • Conoscenze e pratiche tradizionali per la produzione e il consumo del pane di manioca, Cuba
  • Metodi tradizionali di produzione del formaggio artigianale Minas nel Minas Gerais, Brasile

La forza della gastronomia italiana

La forza della cucina italiana non risiede solo nei suoi piatti, ma nel luogo e nel modo in cui il cibo viene preparato e condiviso. La tavola, per gli italiani, è un rito quotidiano di convivialità: tra un boccone e l’altro si trasmettono valori, gusto e identità culturale. Favorita da una natura generosa, l’Italia ha saputo custodire nei secoli la propria ricchezza gastronomica, trasformando tradizioni familiari in simboli nazionali.

Ogni regione, con la sua storia e il suo paesaggio, ha sviluppato una cucina unica, capace di raccontare il territorio attraverso ingredienti e ricette. Questa diversità compone un mosaico culinario senza eguali, in cui ogni piatto diventa narrazione di un territorio. È su queste basi che nasce la dieta mediterranea, riconosciuta dall’Unesco nel 2010 come patrimonio immateriale: più che un regime alimentare, un vero stile di vita fondato su qualità, ospitalità e rispetto della biodiversità. E l’Italia, con la sua tradizione millenaria, ne è il pilastro portante.

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