Oggi hanno vinto il buon gusto e la tradizione. La cucina italiana è diventata patrimonio culturale immateriale dell’umanità, la prima in assoluto a ricevere un simile riconoscimento.
Lo ha deciso, all’unanimità, il Comitato intergovernativo dell’Unesco, che si è riunito a New Delhi, in India. A fare la differenza a favore dell’Italia è stata la «miscela culturale e sociale di tradizioni culinarie, un modo per prendersi cura di se stessi e degli altri, esprimere amore e riscoprire le proprie radici culturali, offrendo alle comunità uno sbocco per condividere la loro storia e descrivere il mondo che li circonda».
I punti di forza della cucina italiana secondo l’Unesco
L’Unesco ha riconosciuto che la cucina italiana «favorisce l’inclusione sociale, promuovendo il benessere e offrendo un canale per l’apprendimento intergenerazionale permanente, rafforzando i legami, incoraggiando la condivisione e promuovendo il senso di appartenenza». Ed è vero, è proprio la condivisione a essere il vero segno distintivo della cultura gastronomica italiana.
Cucinare per noi è «un’attività comunitaria che enfatizza l’intimità con il cibo, il rispetto per gli ingredienti e i momenti condivisi attorno alla tavola. La pratica è radicata nelle ricette anti-spreco e nella trasmissione di sapori, abilità e ricordi attraverso le generazioni. Essendo una pratica multigenerazionale, con ruoli perfettamente intercambiabili, la cucina svolge una funzione inclusiva, consentendo a tutti di godere di un’esperienza individuale, collettiva e continua di scambio, superando tutte le barriere interculturali e intergenerazionali».
Italia prima al mondo nel settore agroalimentare
Una cucina che riesce, insomma, a unire non solo i commensali presenti, ma anche le varie generazioni e gli italiani nella loro interezza. Non può essere certamente la politica a unire una nazione, questo è utopico. Possono tuttavia creare questo senso di appartenenza lo sport e la cucina. In questo, l’Unesco ha colto pienamente la dimensione identitaria della nostra cucina.
Con il risultato conseguito, l’Italia sale al primo posto mondiale nell’ambito dei riconoscimenti nel settore agroalimentare, in proporzione al numero dei riconoscimenti complessivi ottenuti. Ben 9 delle 21 tradizioni iscritte nella Lista dei patrimoni culturali immateriali, infatti, appartengono al settore agroalimentare.
La soddisfazione di Giorgia Meloni
In un videomessaggio, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha manifestato il proprio orgoglio per il riconoscimento Unesco: «La cucina italiana è il nostro ambasciatore più formidabile. Accompagna il turismo, arricchisce l’offerta culturale italiana e annuncia in tutto il mondo il desiderio di essere presente nei tanti luoghi e tra le persone che rendono l’Italia una comunità. E oggi voglio ringraziare tutti gli italiani nel mondo, perché è anche un’opportunità per loro».
Il riconoscimento dell’Unesco, però, non è solo un motivo di orgoglio nazionale, ma anche un atto di responsabilità. Custodire questo patrimonio significa infatti continuare a difendere la qualità degli ingredienti, valorizzare le produzioni locali, promuovere il territorio e trasmettere saperi e sapori che rischiano di scomparire. Allo stesso tempo, è un invito a guardare al futuro senza tradire la nostra storia, mantenendo vivo quel legame profondo tra cibo, identità e comunità.
