Questa fabbrica è un affare di famiglia
Da Gragnano, i Moccia esportano 140 tipi di pasta in 62 Paesi
Dicembre 2006. Ciro Moccia è a tavola per il pranzo di Natale con le sorelle, il fratello e la mamma. Nei piatti manca il tradizionale fusillo. La famiglia gestisce una catena di supermercati, ma il fornitore è rimasto indietro con la produzione. Durante il pranzo Ciro la butta lì: perché non apriamo noi un piccolo pastificio? Sette mesi dopo viene inaugurata la Fabbrica della pasta di Gragnano, con cinque dipendenti e l’idea di fare solo sei tipi di pasta. Oggi l’impresa ha 60 dipendenti, che aumentano a 90 durante le feste, e produce 140 formati di pasta esportati in 62 Paesi, dalla Birmania al Cile, dalla Thailandia all’Australia.
I Moccia lavorano tutti in azienda: Ciro si occupa del settore commerciale e del marketing; Susanna segue l’export; Marianna la parte finanziaria; Antonino è il pastaio, custode di 32 segreti di produzione che non confida neppure al fratello. La filosofia dell’azienda è raccontare la pasta prima che venderla, ma alla base di un successo imprenditoriale studiato con 16 tesi di laurea, Bocconi compresa, c’è proprio la famiglia, il legame forte che li unisce e che cercano di tramandare ai figli, che al compimento dei 14 anni hanno l’obbligo di iniziare a lavorare per due mesi in estate dentro l’azienda, partendo dai lavori più umili.