Nirvana - Nevermind
La cover di Nevermind
Musica

Nirvana, Nevermind compie 30 anni: come è nato il capolavoro

L'album, caratterizzato dall'iconica copertina con il neonato che insegue il dollaro, è stato sia il manifesto del grunge che della "Generazione X", delusa dagli anni Ottanta

Alcuni giorni fa ha fatto il giro del mondo la notizia della causa intentata da Spencer Elden, l'ex bambino dell'iconica cover di Nevermind dei Nirvana, oggi trentenne, che ha chiesto un risarcimento di 150mila dollari per pedopornografia e sfruttamento sessuale minorile. I genitori di Elden, all'epoca, ricevettero solo 200 dollari per lo scatto del piccolo in piscina, a cui fu aggiunta successivamente dai grafici la banconota da un dollaro. La causa coinvolge i membri superstiti della band, Courtney Love e gli eredi del frontman Kurt Cobain, il fotografo Kirk Weddle, il direttore artistico Robert Fisher e i manager Heather Parry e Guy Oseary. Secondo l'avvocato di Elden, «Fisher ha creato un'immagine focalizzata sui genitali di Spencer per aumentare lo shock e la natura oscena dello scatto». Senza entrare nel merito della causa, (abbastanza singolare, visto che nel 2015 Elden accettò di farsi fotografare da John Chapple nella stessa posa, con indosso un costume da bagno), resta il fatto che pochi album, come Nevermind dei Nirvana, hanno avuto un impatto così forte su una generazione, quelle degli adolescenti dei primi anni Novanta che ritrovavano nel grunge, l'ultima vera rivoluzione del rock, la stessa furia iconoclasta del punk.

Trascinato dall'epocaleSmells like teen spirit, Nevermind (in italiano Non importa, non ti preoccupare) è considerato ancora oggi, a 30 anni dalla sua uscita (è stato pubblicato il 24 settembre del 1991), un disco fondamentale per gli appassionati di rock, frutto del genio del frontman Kurt Cobain e della portentosa sezione ritmica formata da Krist Novoselic e Dave Grohl, futuro leader dei Foo Fighters, da poco entrato stabilmente nel gruppo dopo l'esperienza con il gruppo punk-hardcore Scream. Memori delle lezioni dei loro numi tutelari Pixies, Hüsker Dü e Sonic Youth e dopo aver pubblicato nel 1989 un convincente album d'esordio come Bleach, pubblicato dall'etichetta indie Sub Pop, i Nirvana trovarono in Nevermind (Geffen Records) il perfetto equilibrio sonoro tra melodia e crudezza, grazie anche alla produzione di Butch Vig e al mixaggio di Andy Wallace, con testi spesso ermetici che oscillavano tra disagio e rabbia. Con dodici brani più una ghost track, per un'ora circa di durata, Kurt Cobain, Krist Novoselic e Dave Grohl entrarono di diritto nell'Olimpo del rock, con un album che è diventato un manifesto per la Generazione X, delusa, stanca e annoiata degli eccessi degli anni Ottanta, per la quale il sogno americano stava assumendo sempre più le sembianze di un incubo.

Le camicie di flanella a quadri e i jeans strappati divennero quasi la divisa d'ordinanza per milioni di adolescenti, che trovarono in Kurt Cobain il cantore della loro silenziosa sofferenza, tra città sempre più alienanti e vite anonime ripiegate su sé stesse. Il primo singolo,Smells Like Teen Spirit, uscì il 10 Settembre del 1991, due settimane prima dell'album. Quattro semplici accordi che diventeranno il pezzo rock più conosciuto e influente degli anni Novanta, grazie a una strofa melodica e a un refrain nonsense quanto esplosivo, che in poco più di quattro minuti polverizza tutto l'hair metal che aveva segnato il decennio precedente: «Con le luci spente è meno pericoloso. Siamo qui ora, intratteneteci. Mi sento stupido e contagioso. Un mulatto. Un albino. Una zanzara. La mia libidine. Un rifiuto». Indimenticabile anche l'assolo avvolgente di chitarra di Cobain, che riprende la linea melodica della voce. Il titolo della canzone venne ispirato da un episodio curioso. Un giorno Kurt Cobain e Kathleen Hanna, leader della band Bikini Kill, si trovavano a casa del frontman dei Nirvana. Dopo aver alzato un po' il gomito con qualche bicchiere di troppo, Hanna prese una bomboletta spray e scrisse su un muro: "Kurt Smells Like Teen Spirit" (Kurt odora di Teen Spirit).

Teen Spirit era il nome di un marchio di un deodorante, allora molto in voga tra gli adolescenti americani. Da un punto di vista tecnico, Cobain era solito accordare gli strumenti mezzo tono sotto la scala normale, in modo che i brani suonassero in una maniera leggermente straniante. Uno stratagemma che si può apprezzare bene nell'ipnotica Polly, ispirata a un fatto di cronaca realmente accaduto. Nel giugno del 1987 venne rapita a Tacoma una ragazza di 14 anni mentre stava tornando da un concerto punk. L' uomo l'appese a testa in giù, la violentò e la torturò, ma, per fortuna, la ragazza riuscì a scappare dal suo aguzzino, che venne arrestato. Una delle canzoni più emozionanti di Nevermind è la ballad acustica Something In The Way, resa immortale nella versione contenuta nell'album Mtv Unplugged In New York del 1994. Il brano, impreziosito dal violoncello di Kirk Canning, racconta un periodo difficile nella vita di Cobain, costretto a vivere sotto il ponte di Aberdeen perché i genitori lo avevano cacciato di casa: «Al di sotto del ponte/ Il pesce ha mollato una pisciata/ E gli animali che ho catturato/ Sono diventati tutti miei animali domestici/ E non continuo a vivere d'erba/ E lo sgocciolio dal cielo/ Va bene mangiare pesce/ Perché loro non hanno sentimenti/ Qualcosa nella strada». In Breed e in Territorial Pissingssono evidenti tutte le prodigiose qualità ritmiche di Dave Grohl alla batteria, mentre Novoselic dà il meglio di sé nei giri di basso di Come As You Are, Lounge Act e In Bloom. Drain you è una canzone d'amore quasi allegra, molto amata da Cobain, che ha un godibile intramezzo noise ispirato ai "fratelli maggiori" Sonic Youth. Stay away finì al centro delle polemiche per il suo testo considerato blasfemo («Stay away, God is gay»), mentre Lithium, uno dei singoli di maggior successo dell'album, è quasi un mix tra la melodia accattivante di Come As You Are e il ritornello rabbioso di In Bloom.

La canzone, il cui titolo è attribuito all'uso del litio come stabilizzatore dell'umore, racconta la storia di un uomo che scopre la religione come ultimo rifugio, dopo la morte della sua ragazza. Alla fine del disco, dopo alcuni minuti di silenzio, arriva come un fulmine a ciel sereno la ghost track Endless, Nameless: quasi 7 minuti di chitarre distorte, dissonanze e urla selvagge, che lasciano l'ascoltatore senza fiato. Curiosamente, la ghost track non era stata inclusa nelle prime 50.000 copie di Nevermind che, in meno di un mese, venderà 500.000 copie, conquistando il primo di una lunga serie di dischi d'oro. Nel gennaio del 1992 l'album scalzò dalla prima posizione delle classifiche di vendita americane Dangerous di Michael Jackson, segnando quasi uno scambio di testimone tra pop e grunge. Nevermind ha venduto oltre 25 milioni di copie in tutto il mondo. Nonostante il successo travolgente e inaspettato del disco, Kurt Cobain, a causa di una forte depressione, peggiorata dall'abuso di droghe e stupefacenti, si suicidò il 5 aprile del 1994 nella sua villa di Lake Washington, Seattle. Aveva solo 27 anni, come Jimi Hendrix, Janis Joplin e Jim Morrison. Accanto al suo corpo, fu ritrovata una lunga lettera, che terminava con una celebre citazione di Hey Hey, My My (Into the Black) di Neil Young: «É meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente». La fiamma di Kurt Cobain, a quasi trent'anni dalla sua scomparsa, è ancora oggi un faro per gli appassionati di rock, mentre Nevermind è un testamento artistico di intatto valore....

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Gabriele Antonucci