L'album del giorno: Muse, Origin of Symmetry
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L'album del giorno: Muse, Origin of Symmetry

Il capolavoro del 2001 ha lanciato definitivamente il trio di Teignmouth nell'empireo dell'alt rock, grazie a brani memorabili come Plug In Baby, New Born e Citizen Erased

Ventate di pessimismo cosmico rese meno dolorose da melodie a presa rapida, energici riff di chitarra che sembrano arrivare direttamente dallo spazio, atmosfere epiche e magniloquenti da kolossal hollywoodiano. Nessuno, meglio dei Muse, incarna il suono del nuovo millennio, tra rock decadente, lampi di elettronica e suggestioni sinfoniche. Un noto critico musicale ha definito il sound del gruppo "un ibrido geneticamente modificato di Queen, Jeff Buckley e Radiohead". Si contano sulle dita di una mano le band che possono vantare dal vivo un riscontro di pubblico e un impatto pari al trio di Teignmouth, formato da Matt Bellamy, Dominic Howard e Christopher Wolstenhome. Dopo 28 anni di carriera e 25 milioni di dischi venduti, i Muse hanno mostrato anche nei recenti Drones e Simulation Theory di avere ancora molto da dare e da dire all'alt rock contemporaneo, anche se nell'ultimo album non mancavano diverse concessioni all'electropop anni Ottanta. La maggioranza dei critici e dei fan è concorde, però, nel giudicare Origin of Symmetry del 2001 il loro capolavoro, l'album che, dopo l'acerbo debutto di Showbiz del 1998, li ha lanciati definitivamente nell'empireo dell'alt rock.

Composto e registrato in breve tempo dopo il primo tour da big, prodotto a quattro mani da John Leckie (Radiohead, The Verve) e da David Bottrill (produttore dei Tool), Origin of Symmetry è un album più duro e originale rispetto a Showbiz. Mentre per i riff di chitarra Bellamy si è ispirato alle distorsioni di Jimi Hendrix e Tom Morello, le romantiche melodie di pianoforte strizzano l'occhio a Chopin e Rachmaninov: un mix singolare, che è uno dei segreti dell'inconfondibile sound dei Muse. Il trio utilizza strumenti poco ortodossi per una band alt rock, come organo, mellotron e un drumset espanso, mentre il basso di Wostenholme è spesso distorto o sintetizzato per ovviare ai limiti tecnici di una formazione composta da soli tre musicisti. L'album parte in quarta con New Born, una riflessione distopica su un futuro non troppo lontano in cui la tecnologia distruggerà il tessuto sociale, che, dopo un inizio quieto, si trasforma in un'epica e distorta cavalcata rock. Space Dementia, il cui titolo si riferisce al disordine mentale riscontrato in alcuni astronauti dopo prolungati periodi nello spazio, ha un'indimenticabile introduzione di piano e mette in mostra tutte le doti vocali di Bellamy, abilissimo nei cambi di registro, fino ad esplodere nei suoi celebri acuti in falsetto.


Muse - Plug In Baby (Official Video)www.youtube.com

La hit Plug In Baby, con il suo memorabile riff di chitarra, è ancora oggi uno dei momenti più incendiari dei live dei Muse, ma da un punto di vista musicale è ancora più riuscita e interessante Citizen Erased, un brano simil progressive della durata-mostre di 7 minuti e 21 secondi con continui cambi di ritmo e di atmosfere, fino al gran finale con il pianoforte di Bellamy in primo piano.Bliss, dominata dai synths, è ispirata alle sonorità elettroniche dei Depeche Mode, di cui Bellamy è un grande ammiratore. L'adrenalinica Hyper Music e l'esotica ballata Screenager (che utilizza come percussioni delle ossa animali acquistate in una macelleria nei pressi dello studio di registrazione) confermano la capacità della band di saper utilizzare con la stessa efficacia sia la spada che il fioretto. L'emozionante Feeling Good è una vera reinvenzione, più che una cover della canzone composta da Anthony Newley e Leslie Bricusse nel 1965 ( resa immortale nell'interpretazione di Nina Simone), mentre in Megalomania si rimane ipnotizzati dal suono epico dell'organo registrato da Bellamy a St. Mary's Church presso Bathwick (UK), una perfetta conclusione per l'album. Origin of Symmetry è un disco eclettico, fresco e originale, che ha permesso ai Muse di ritagliarsi un ruolo di primo piano nella scena alt rock contemporanea, distaccandosi definitivamente dal ruolo di "nuovi Radiohead" che gli era stata attribuito dopo il debutto con Showbiz.

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Gabriele Antonucci