Addio Alberto Radius: cinque album per ricordarlo
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Addio Alberto Radius: cinque album per ricordarlo

Un grande chitarrista, produttore ed autore. Una delle figure di spicco del rock italiano negli anni Settanta e non solo. Aveva iniziato la sua carriera nei Quelli, la band che poi è diventata la PFM. Nei Quelli aveva sostituito alla chitarra Franco Mussida impegnato nel servizio militare. Come session ha lavorato con Lucio Battisti (Mi ritorni in mente) e con Franco Battiato in tre dischi cult come L'era del cinghiale bianco, Patriots e La voce del padrone. Ci piace ricordarlo con cinque album essenziali della sua avventura musicale:

Dies Irae - Formula 3

Il primo album del leggendario trio di progressive rock. L'album venne prodotto da Lucio Battisti, autore di quattro brani insieme con Mogol presente anche come autore dei testi di Perché... Perché ti amo (musica di Edoardo Bennato).

Il Volo - Il Volo

Il debutto della superband che oltre a Radius annoverava Vince Tempera alle tastiere, Bob Callero al basso, Gianni Dall'Aglio alla batteria e Mario Lavezzi alla chitarra. Tra progressive e jazz rock. Un album bellissimo. Da riscoprire.

La voce del padrone - Franco Battiato

C'è il contributo della chitarra di Radius in questo album storico uscito all'inizio degli anni 80, un best seller da oltre un milione di copie. Tra le perle Summer on a solitari Beach, Uccelli, Bandier bianca e Centro di gravità permanente.

Carta Straccia - Alberto Radius

Il secondo album solista della sua carriera con Tullio De Piscopo alla batteria e Claudio Pascoli al sax. Un disco dalle sonorità rock e funk con sprazzi di disco music come nel pezzo migliore dell'album, ovvero Nel ghetto

America Goodbye - Alberto Radius

Un album capolavoro ingiustamente sottovalutato, costruito intorno al tema delle contraddizioni del mito americano. Otto brani di gradissimo spessore tra lampi di rock progressivo, funk e canzone d'autore. Oltre alla splendida title track, spiccano Coccodrilli bianchi e Patricia.

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Gianni Poglio