E’ accaduto in Premier League, dove per primi hanno scelto di testare la tecnologia in campo, quella vista poi al Mondiale per evitare gli errori e gli scandali di Sudafrica 2010. Si chiama “Goal-line Technology” e ha risolto nell’arco di pochi secondi il giallo sulla rete fantasma di Sakho che portava sul 2-0 il West Ham contro il Manchester City. Minuto numero 75: colpo di testa del giocatore degli Hammers e pallone sul primo palo con tuffo disperato di Hart a ricacciarlo fuori. Prima o dopo il superamento della linea bianca? Il dubbio si è dissolto nell’arco di pochi istanti per merito della ricostruzione grafica, che in Premier League può appunto essere utilizzata e che ha chiarito che la sfera aveva interamente superato la linea. Dunque gol, raddoppio del West Ham e successiva vittoria per 2-1 che proietta la squadra nelle zone altissime della classifica. Mentre anche grazie alla tecnologia Sakho diventa il secondo giocatore della Premier ad aver sempre segnato nelle prime sei gare del torneo, eguagliando il record di Micky Quinn con la maglia del Coventry City nella stagione 1992-1993.
Ecco un esempio di utile e corretta applicazione della tecnologia nel calcio. Non si tratta di vera e propria moviola, perché interviene per dare certezze su un’azione misurabile in centimetri o millimetri, ma ha certamente un grado di affidabilità superiore alla presenza degli addizionali d’area posizionati dietro alle porte e che già in altre occasioni si sono dimostrati non infallibili. E’ la soluzione che ha sposato Blatter e che non vuole Platini, mentre Tavecchio si è detto disponibile a portarla anche in serie A per azzerare le polemiche sui gol fantasma. Pure gli arbitri hanno aperto alla rivoluzione e l’esempio della Premier League dovrebbe convincerli definitivamente della bontà della cosa. Anche se poi nemmeno la tecnologia avrebbe evitato la guerra su Rocchi e le sue scelte dopo Juventus-Roma.
